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Approvato dal Cdm il decreto legislativo sulle espulsioni dei cittadini comunitari

Il Ministro Ferrero annuncia un nuovo decreto flussi.

Il 27 febbraio il Consiglio dei Ministri, su proposto dei ministri Amato e Bonino, ha approvato il decreto legislativo sulle espulsioni dei cittadini comunitari dopo che il secondo decreto legislativo, varato il 29 dicembre, non aveva trovato l’accordo nel Governo per la sua conversione in legge. Con un solo provvedimento sono stati riuniti i due decreti approvati alla fine di dicembre.
Nel nuovo testo vengono regolamentate le espulsioni per motivi di sicurezza pubblica e le altre forme di allontanamento. Le espulsioni dei cittadini comunitari restano comunque di competenza dei giudici di pace e quindi la competenza non sarà trasferita ai giudici ordinari.
Diverse le disposizioni che modificano la legge di recepimento delle norme comunitarie in fatto di libera circolazione per i cittadini comunitari all’interno dell’Unione Europea, fra le modifiche ci sono le disposizioni relative alle dichiarazioni di presenza sul territorio, la cancellazione anagrafica in caso di espulsione per motivi di sicurezza, l’obbligo di dimostrare quali sono le fonti di reddito e l’obbligo di consegnare un attestato di ottemperanza all’ingiunzione di lasciare il territorio nazionale.

Proprio la necessità di dimostrare la sussistenza di risorse economiche sufficienti sarà probabilmente al centro del dibattito.

La Direttiva 38/2003 infatti prevede che gli stati membri si astengano dal determinare una soglia minima di reddito per il diritto di soggiorno, ed inoltre non prevede la necessità “risorse lecite dimostrabili”.

Si tratta probabilmente di una ulteriore forma di restrizione visto che lo stesso decreto prevede la possibilità di autocertificare la disponibilità di risorse economiche.