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Asilo – Il cittadino ruandese di etnia hutu, assolto dall’accusa di genocidio, ha diritto allo status di rifugiato

a cura dell'Avv. Igor Brunello

Il tribunale di Trieste ha accolto il ricorso di un cittadino ruandese accusato di aver partecipato al genocidio del 1994 ed assolto dal Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda, dopo 7 anni e mezzo di carcerazione preventiva.

La Commissione Territoriale di Gorizia, nel 2010, gli aveva accordato una mera protezione umanitaria, ritenendo che il mutato contesto politico del Ruanda, rendesse inattuale il suo timore di persecuzione.

Il Tribunale di Trieste, in una sentenza che colpisce per il rigore logico e la dettagliata ricostruzione del quadro socio-politico ruandese, accerta che, in caso di rimpatrio, il ricorrente sarebbe ancora esposto a rischio di persecuzione “motivata dall’appartenenza all’etnia hutu, in una rilevante posizione sociale, all’epoca del genocidio”.

Secondo il Giudicante, infatti, “il grande clamore suscitato in patria dalla sua assoluzione, la circostanza che nessuno dei cittadini ruandesi prosciolti dal Tribunale Internazionale sia stato rimpatriato, il diniego di estradizione opposto da ogni Stato all’estradizione verso il Ruanda di sospetti genocidi, le preoccupanti informazioni, anche recentissime, sul sistema giudiziario ruandese e sull’introduzione dell’indeterminato reato di ideologia genocida, confermano l’attualità concretezza del rischio per il ricorrente di subire in patria quanto meno ulteriori detenzioni, processi, violenze, se non un vero e proprio linciaggio, per fatti in ordine ai quali egli è già stato giudicato ed assolto”.

Sentenza del Tribunale di Gorizia n. 37 del 16 gennaio 2012