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Aspettare

Incastrati in Grecia, sono migliaia i richiedenti asilo costretti per strada

Foto: Solidarity Now
Mappa della presenza dei richiedenti asilo in Grecia, pubblicata dal Ministero dell’Immigrazione greco
Mappa della presenza dei richiedenti asilo in Grecia, pubblicata dal Ministero dell’Immigrazione greco

Atene, 27 febbraio 2016 – Aspettare, questa la parola chiave delle ultime ore ad Atene. Questa l’unica immobile azione prevista dalle istituzioni per i richiedenti asilo arrivati in Grecia nelle ultime ore. Mercoledì FYROM ha chiuso il confine, definitivamente: i richiedenti asilo dall’Afganistan non hanno nessuna possibilità di varcarlo; coloro che hanno un passaporto siriano o iracheno sarebbero ufficialmente autorizzati a oltrepassare la frontiera macedone, ma il numero di chi riesce a superare il confine è nettamente inferiore rispetto al numero di coloro che aspettano sul versante greco di Eidomeni. Dunque, migliaia di persone sono letteralmente incastrate in Grecia, senza possibilità legale di attraversare la frontiera. Negli ultimi giorni, le agenzie greche parlano di circa 3000 arrivi al giorno in Grecia sulle isole, e circa 1500 di media quotidiana al Pireo. Il 20 percento dei quali proviene dall’Afghanistan, secondo i dati dell’UNHCR. I due centri principali di Atene, Ellinikò e Eleonas, sono sovraccarichi.

Un nuovo centro provvisorio, Schisto, è stato aperto nel distretto del Pireo: era una vecchia base militare, e al momento ospita circa 2000 richiedenti asilo. Altrettanti sono ospitati al centro di Diavata, situato in un piccolo villaggio vicino a Salonicco: sono coloro che nei giorni precedenti a Mercoledì sono riusciti ad allontanarsi da Atene con gli autobus che conducono a Eidomini. Da Mercoledì, però, la situazione è cambiata radicalmente: confine chiuso significa che degli oltre 3000 richiedenti asilo che si trovano alla frontiera, meno di 900 sono stati autorizzati a entrare a FYROM, tutti gli altri mandati indietro, chi nel centro di Diavata, chi nel villaggio di Polikastro (20 km a Sud di Eidomeni), chi di nuovo ad Atene.

Poi vi sono le migliaia di persone che, invece, hanno deciso di intraprendere lo stesso e a piedi il viaggio verso FYROM: lunghe carovane di richiedenti asilo percorrono camminando le strade che conducono al confine – con l’alto rischio di venire rimandati indietro una volta arrivati.

Per chi è arrivato ad Atene dalle isole nelle ultime ore di Venerdì, invece, non vi è modo di raggiungere il confine: nessun autobus, nessuna informazione, nessuna chiarezza. Come se non bastasse, i centri sono sovraffollati, così come gli spazi sociali autogestiti e i nuovi arrivi restano senza un tetto. Dove? In strada, nelle piazze, al porto, ovunque in città. E aspettano. Un’attesa lunga ore, giorni. Un’attesa immobile e immobilizzante.

Atene, Piazza Vittoria, Giovedì 25 Febbraio
Atene, Piazza Vittoria, Giovedì 25 Febbraio

Piazza Vittoria, giovedì 25 febbraio.
Sono circa 300 i richiedenti asilo letteralmente accampati a Pazza Vittoria, nel centro di Atene. Una piazza che aveva già visto, l’estate scorsa, molte persone fermarvisi, dormirvi, aspettare un segno qualsiasi che li spingesse a muoversi.

Poi con l’arrivo dell’inverno e l’apertura dei centri di accoglienza e, nondimeno, l’occupazione di spazi a scopo abitativo dedicati ai richiedenti asilo, la piazza si era svuotata, la pioggia e il freddo avevano convinto anche i più temerari e volenterosi di proseguire al più presto verso nord ad accettare il compromesso di un tetto almeno per la notte. Ora che i centri non bastano più e che gli spazi sociali sono pieni, la piazza si è riempita di nuovo.

Vi sono famiglie che ritagliano il proprio spazio con un telo steso a terra; adolescenti che ammazzano il tempo giocando a pallone; bambini che aspettano i biscotti offerti da qualche cittadino generoso.

Poche le organizzazioni internazionali attive nella piazza: Caritas Hellas, la Croce Rossa, FAROS (una ONG greca che offre sostegno a donne e minori), la Boat Refugees Found (una ONG olandese che ogni giorno distribuisce caffè e tè in piazza). Tuttavia, al di là della presenza sul luogo, non sembrano offrire granché.

C’è una ragione: non c’è, di fatto, molto da offrire. Oltre a non avere sedi adatte a ospitare persone durante la notte né la capacità di offrire pasti durante il giorno, nessuna di queste organizzazioni ha un’idea di quando e se qualche autobus per Eidomeni partirà dalla piazza, né tanto meno ha informazioni circa la situazione dei confini.

Venerdì 26 febbraio.
Il Ministro dei Trasporti Navali greco ha dichiarato che, per non peggiorare le già gravi condizioni dei richiedenti asilo sulla terraferma, fino a Domenica non vi saranno traghetti dalle isole al Pireo, per poter adibire alcuni spazi a centri d’accoglienza temporanei – probabilmente quattro – nei quali poter distribuire coloro che ad oggi si trovano tra Atene ed Eidomeni, arenati per le strade. Coloro che rimarranno sulle isole potranno alloggiare nei traghetti stessi, come soluzione provvisoria. Una misura che ha un che di ridicolo, se non addirittura pericoloso.

La situazione è semplicemente inaccettabile, e risulta davvero complicato credere che una misura simile possa anche minimamente migliorare le condizioni in cui versano non solo i richiedenti asilo, ma anche il Paese stesso. Continuare a credere che la soluzione sia da ricercare in misure così evidentemente provvisorie e in nessun modo risolutive lascia spazio a molti dubbi circa l’effettività delle politiche greche al momento.

Fermare i richiedenti asilo alle isole, creare nuovi centri di accoglienza, ostacolare il passaggio verso nord attraverso la semplice sospensione dei servizi di trasporto sono chiaramente misure che non possono essere inserite in una politica di lungo periodo.

Alcuni numeri: il Ministro dell’Immigrazione greco ha reso noto che, ad oggi, sono circa 20 mila i richiedenti asilo in Grecia. Per il mese di Marzo è previsto l’arrivo di ulteriori 400 mila, secondo i dati dell’UNHCR.
Quanti centri serviranno, a quel punto?
Aspettiamo.

Links utili:
Αλληλεγγύη στους πρόσφυγες – Solidarity with Refugees in Greece
Refugee Solidarity Movement Thessaloniki-Eidomeni
livetickereidomeni.bordermonitoring.eu
Forgotten in Idomeni
www.watchthemed.net
Are You Syrious?