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Assamakka, confine Algeria-Niger: almeno 1.316 persone respinte dal 1° maggio 2019

Situazione allarmante per i soggetti psicologicamente vulnerabili

Secondo Alarme Phone Sahara, almeno 1.316 persone sarebbero state respinte dall’Algeria al Niger, all’altezza del checkpoint nella zona di confine di Assamakka, dal 1° maggio 2019, spesso vittime di pericolose violazioni dei diritti umani che avrebbero messo a repentaglio la loro vita.

Cronologia degli eventi

1° maggio 2019: secondo le testimonianze dei sopravvissuti, circa 600 persone di varie nazionalità, incluse donne e bambini, sono state abbandonate al confine tra Algeria e Niger. I testimoni riferiscono di essere stati abbandonati nel deserto dalla polizia algerina, dietro violenze e minacce, senza acqua da bere né cibo e non sapendo quale direzione prendere per raggiungere la città di Assamakka in Niger. Hanno affrontato ogni rischio pur di attraversare le dune di sabbia: alcuni sono arrivati assetati ed esausti, altri, secondo lo stesso informatore, riuscirebbero a malapena a pronunciare poche parole; chi si era perso nel deserto è stato recuperato grazie a un gruppo di ricerca schierato dalle forze di difesa e sicurezza del Niger e dalle organizzazioni internazionali attive sul campo.

5 maggio 2019: secondo l’informatore di Assamakka, sarebbero 210 i migranti giunti dopo essere stati respinti e tutti di nazionalità diversa da quella della Repubblica del Niger. Tra essi, anche un uomo affetto da disturbi mentali ed in gravi condizioni.

7 maggio 2019: secondo l’informatore di Assamakka, sarebbero 200 i migranti giunti in seguito ai respingimenti dall’Algeria al Niger. Tra essi, anche una persona affetta da disturbi mentali ed in gravi condizioni.

10 maggio 2019: secondo l’informatore di Assamakka, un gruppo di 306 persone allontanate sarebbe giunto intorno a mezzogiorno (12h00, ora locale). Tra essi, anche 6 persone del Bangladesh, 5 donne e 3 bambini.


La situazione precaria dei migranti psicologicamente vulnerabili.

Secondo l’informatore di APS ad Assamakka, la presenza di almeno 5 persone, in condizioni difficili e psicologicamente vulnerabili, sarebbe stata notata tra gli sfollati di Assamakka fino al 7 maggio 2019. La sofferenza psicologica di queste persone sarebbe stata causata dallo shock e dal trauma subiti durante il viaggio ed il respingimento.

Secondo il capo del distaccamento militare di Assamakka, vista la particolare situazione in cui versa questa zona di confine, la sicurezza dei migranti psicologicamente vulnerabili sarebbe seriamente a rischio ad Assamakka: essi potrebbero essere fucilati dai soldati, dalla polizia o dai gendarmi se sorpresi a girovagare di notte e nel caso in cui non rispondessero dopo i tre richiami delle forze dell’ordine.

Si tratta di una sfida urgente quella di fronte alla quale si troverebbero lo Stato del Niger, l’OIM o le organizzazioni internazionali attive sul campo (come Medici senza frontiere o Medici del mondo): bisogna prendere provvedimenti per aiutare le persone respinte, rimaste traumatizzate e psicologicamente vulnerabili affinché lascino Assamakka per un posto dove le loro vite siano al sicuro e dove possano essere ospitate e curate.

Lo squallore dei migranti respinti ad Assamakka

Secondo l’informatore di APS ad Assamakka, attualmente sono molti i migranti respinti, di diversa nazionalità, che vivono in totale indigenza ad Assamaka: c’è chi cammina perfino scalzo, chi aspetta di potersi ricongiungere alla propria famiglia. Secondo l’informatore di APS ad Ingall, comune rurale nella regione di Agadez, situato lungo una delle vie che portano ad Assamakka, ci sono donne, provenienti dalla regione di Zinder nel Niger meridionale, che aspettano i parenti respinti dall’Algeria.

Potendo contare su una disponibilità di risorse molto limitata, l’informatore di APS di Assamakka offre assistenza su piccola scala, come la distribuzione di acqua e biscotti ai migranti respinti e poveri. Stando a quanto relazionato, tale impegno incoraggerebbe anche la solidarietà umanitaria della popolazione locale.

Per soddisfare le molteplici esigenze e salvare vite umane di fronte al permanente respingimento dall’Algeria al Niger, la solidarietà internazionale è tuttavia urgentemente necessaria.

Secondo il coordinatore di APS ad Agadez, il messaggio che i respinti e le vittime di violazione dei diritti umani stanno inviando in questo momento è: “Se ci impedite di raggiungere i luoghi che sogniamo, in nome del diritto alla libera circolazione, allora aiutateci a tornare a casa!

È in questa direzione che si muove la richiesta, indirizzata da Alarme Phone Sahara allo Stato del Niger, all’OIM ed alle organizzazioni internazionali attive sul campo, di fornire assistenza immediata a coloro che vengono respinti, ogni settimana, dall’Algeria al Niger.

Alarme Phone Sahara chiede allo stato algerino di fermare immediatamente i raid di massa e gli arresti di migranti e rifugiati, i respingimenti dall’Algeria al Niger e tutti i tipi di violazione dei diritti umani connesse a questi respingimenti.

Alarme Phone Sahara denuncia la politica di esternalizzazione delle frontiere e di controllo delle migrazioni da parte dei paesi dell’Unione europea poiché incoraggerebbe lo Stato algerino a respingere un gran numero di migranti e rifugiati e a violare sistematicamente i diritti umani.

No ai respingimenti, no alla chiusura dei confini, rispetto dei diritti umani e libertà di circolazione!