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Assegno di maternità negato agli immigrati, Comune di Milano condannato

tratto da Repubblica.it del 10 novembre 2015

Quando nel 2002 Abdel lasciò l’Egitto, pensava che in Italia avrebbe trovato una seconda patria. E infatti, anche se era solo un ragazzo, cominciò a lavorare sodo col sogno di comprarsi la casa e di portare qui la fidanzata, Erin, che oggi, a 28 anni, è sua moglie, oltre che la madre dei suoi tre figli e del quarto in arrivo. Per questo Abdel e Erin sono rimasti molto sorpresi quando in primavera, con la notizia del quarto bebè, si sono visti rifiutare dal Comune di Milano l’assegno di maternità. Il bonus da 1.691 euro viene concesso alle famiglie povere (massimo 25mila euro di reddito lordo all’anno) una tantum, come sostegno per il bambino in arrivo. Ma ad Abdel, che di mestiere fa le pulizie in una casa di riposo, quella storia non andava giù e pensò di rivolgersi a un avvocato, per cercare di farsi riconoscere quel contributo, che già altri suoi connazionali avevano ottenuto, avendo però la residenza in altri Comuni.

In questi giorni l’immigrato e la giovane moglie hanno avuto la loro piccola vittoria. Palazzo Marino è stato condannato dal giudice Paola Antonia di Lorenzo, della sezione lavoro del Tribunale, per «il comportamento discriminatorio consistito nel non aver accolto la domanda della ricorrente di attribuzione dell’assegno in relazione alla nascita del figlio Manuel Yaser». Una piccola soddisfazione che adesso i due coniugi sperano porti all’erogazione dell’assegno da parte dell’Inps. L’ente passa la pratica al via libera del Comune di residenza, cui spetta la verifica dei requisiti.

«Il caso della coppia egiziana non è certo l’unico a Milano, né in Italia – spiegano gli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, dell’associazione giuridica studi sull’immigrazione, che hanno firmato il ricorso e vinto la causa. Solo che inspiegabilmente Palazzo Marino è fra quei Comuni italiani che concedono l’assegno solo agli immigrati titolari di permesso soggiorno “lungo”, invece che a tutti quelli che hanno anche il permesso di soggiorno “semplice’, così come prevede la norma europea».

Il Tribunale nella sentenza intima al Comune di «cessare la condotta discriminatoria e di rimuoverne gli effetti e in particolare di trasmettere immediatamente la domanda all’Inps e condannare detto Istituto all’immediato pagamento della somma di 1.691 euro oltre interessi legali». Inoltre, l’amministrazione è obbligata alla «pubblicazione della presente ordinanza sulla home page del sito istituzionale e di adottare un adeguato piano di rimozione della denunciata discriminazione». La questione verrà presto sottoposta al sindaco Giuliano Pisapia dagli uffici dell’assessorato alle Politiche sociali, che conoscevano il caso, ma che hanno saputo solo ieri della condanna per discriminazione. «Noi semplicemente abbiamo applicato la legge italiana, che è diversa dalla direttiva europea a cui fa riferimento il giudice – spiegano negli uffici di Largo Treves. La legge nazionale prevede che l’assegno spetti solo a chi ha la “carta di soggiorno”, non a tutti. Se adesso il magistrato ci ordina di fare diversamente, vedremo di adeguarci».

Abdel ed Erin tirano un sospiro di sollievo: «Così adesso potremo pagare la rata del mutuo». Gli avvocati dell’Asgi sollecitano il Comune: «Ora faccia un bel gesto e pubblicizzi la facoltà di chiedere l’assegno di maternità aperta a tutte le madri straniere senza reddito».

Fonte: Repubblica Milano