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da www.agenfax.it

Asti – Il consiglio comunale ha avviato la discussione sul voto agli immigrati

Il Consiglio Comunale ha iniziato ieri sera l’esame della pratica per la concessione del diritto di voto agli immigrati. In discussione la modifica della Statuto comunale con l’approvazione dell’articolo 4 bis che prevede, tra l’altro, che “possono essere ammessi a partecipare all’elezione del Sindaco, del Consiglio Comunale e dei Consigli Circoscrizionali, ed essere eletti, alle stesse condizioni e con gli stessi limiti previsti per i cittadini italiani, i cittadini stranieri maggiorenni provenienti da Paesi non appartenenti all’Unione Europea che risultino regolarmente soggiornanti in Italia da almeno 5 anni, dei quali almeno gli ultimi 3 trascorsi con residenza stabile nel comune di Asti“.

Le tre ore di discussione non sono bastate a esaurire il dibattito, che ha visto gli interventi di quasi tutti i gruppi consiliari e la presentazione, da parte della minoranza, di 36 emendamenti. La pratica sarà dunque nuovamente messa all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale, che ieri sera si è espresso con posizioni differenti sulla proposta dell’Amministrazione introdotta dal sindaco Vittorio Voglino. Il primo cittadino ha definito la presenza degli stranieri residenti in città “quantitativamente significativa”: dei 73.810 cittadini registrati come residenti all’Anagrafe nel luglio scorso, 5.218 (7%) provengono da altri Paesi; 1.187 gli allievi frequentano la scuola astigiana (9,35%). “In uno stato di diritto – ha dichiarato Voglino – alle persone immigrate che vivono regolarmente nel territorio, rispettano i doveri della cittadinanza e le normali regole della convivenza civile e democratica, un impegno del Comune per ampliare la sfera di rappresentanza civico/politica ci è parso imporsi senza se e senza ma”.
Il primo cittadino ha inoltre rimarcato come la presenza degli stranieri nella nostra città sia “importante sul piano culturale, sociali ed economico”: “Non sarebbe superfluo ricordare che contribuiscono ad accrescere la ricchezza del territorio con il loro lavoro. Così come non è superfluo ricordare che la loro presenza ha messo in moto un importante processo di integrazione socio-culturale, grazie a cui si consolidano rapporti di solidarietà e di amicizia, contribuendo ad affinare sensibilità, conoscenza reciproca, rispetto e tolleranza. Una ‘polifonia culturale e sociale’ che non può non giovare”.
D’accordo il consigliere Maria Debenedetti (Margherita), che ha aperto gli interventi in aula mentre tra il pubblico prendevano posto rappresentanti della comunità straniere e delle organizzazioni che si occupano di migranti (più tardi anche alcuni giovani padani): “Avere diritti vuol anche dire avere dei doveri: un concetto che dovrà essere diffuso nell’opinione pubblica. Ma è bene ricordare che è fragile una società in cui ci sono gruppi di cittadini che non fruiscono dei diritti di partecipazione”.

Pier Franco Verrua (Lega Nord) ha definito la pratica proposta dall’Amministrazione “illegittima, inopportuna e anticostituzionale”, riferendosi ai pronunciamenti contrari emessi da Tar, Consiglio di Stato e Consiglio dei Ministri contro analoghe delibere approvate da altri Comuni. Un giudizio condiviso da altri esponenti della minoranza: Angela Quaglia (Forza Italia), ha giudicata l’iniziativa dell’Amministrazione “demagogica, illuderà inutilmente i migranti, per i quali il diritto di voto è l’ultimo dei problemi in questa città”, mentre Antonio Baudo (An) ha criticato il primo cittadino per aver imboccato la strada del diritto di voto agli immigrati “per dare un contentino ai consiglieri comunali di certe parti politiche”.
Argomenti ripresi più tardi nella replica da Voglino, che ha ricordato: “Il nostro vuole essere un atto di indirizzo politico e culturale forte, un segnale di rispetto verso gli immigrati regolarmente residenti in città. Se verrà dichiarato decaduto ne prenderemo atto, ma resterà agli atti che questo Consiglio Comunale si è pronunciato a favore di una questione che non può più essere elusa”. Di impronta differente, rispetto ai colleghi di opposizione che li hanno preceduti, gli interventi di due consiglieri di minoranza: Giovanni Boccia (Forza Italia) ha invitato “il centrodestra a una riflessione più approfondita sul tema del diritto di voto agli stranieri”, sulla cui concessione Davide Arri (Udc) si è dichiarato d’accordo, invitando tuttavia a “inviare un ordine del giorno d’intenti al governo prima di procedere alla modifica dello Statuto comunale”.

Numerosi gli interventi di maggioranza. Luigi Visconti (Unione dei cittadini) ha ricordato che “stiamo discutendo di estendere il diritto di voto non a stranieri irregolari o abusivi, ma a quelli che lavorano, studiano, pagano le tasse”. “Una realtà serena e viva nel nostro tessuto cittadino” per Gianfranco Miroglio (Democratici di sinistra), mentre Michelino Musso (Asti Democratica) ha sottolineato che “nel nostro piano di sviluppo di Asti rientra l’obiettivo di una città accogliente e solidale”. Altri contributi al dibattito sono venuti da Emilio Varni (Rifondazione), Edoardo Angelino (Democratici di sinistra), Angelo Corvonato (Asti Democratica), mentre la minoranza si è espressa anche attraverso gli “azzurri” Luigi Florio (ha accusato l’Amministrazione di aver “cancellato” alcuni servizi rivolti ai migranti, sollevando la replica del sindaco: “Poi diremo tutte le cose che abbiamo fatto per loro”) e Franco Ingrasci.

L’ultimo intervento della serata è toccato all’assessore Giovanni Pensabene, incaricato da Voglino di occuparsi dei diritti di rappresentanza civico-politica degli immigrati. “In più occasioni in questi mesi – ha tra l’altro ricordato – ho incontrato le associazioni che li rappresentano. E’ vero che la concessione del diritto di voto non è il primo problema che chiedono di veder risolto e ciò non di meno questa è una questione molto importante perché consente di esigere da chi ha dei diritti anche l’osservanza delle regole e il rispetto dei doveri”.