Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Atene – Aggressione razzista ai danni di un giovane afghano

La terribile condizione dei richiedenti asilo in Grecia (dove l'Italia li respinge)

In seguito alle ultime elezioni europee, che hanno confermato l’ascesa del partito di estrema destra Laos, anche il partito socialista Pasok ha aderito alle misure anti-immigrazione e la situazione è precipitata.
E’ di questi giorni, infatti, l’ennesimo attentato ai danni di stranieri, la maggior parte dei quali afghani fuggiti da una guerra che si trascina ormai da trent’anni. I responsabili sono un gruppo di naziskin, tra i quali sono stati riconosciuti alcuni agenti in borghese.
Prima dell’aggressione, in branco, i razzisti si erano diretti verso un internet point gestito da un afghano, e qui avevano iniziato ad urlare e a minacciare il proprietario di dar fuoco al locale. Per il gestore questa è orami la norma: ogni sera, infatti, alle sette in punto è costretto a chiudere le saracinesche a causa del loro arrivo.
Rasati e armati di mazze e coltelli imperversano ogni sera per la città, terrorizzando gestori di negozi, facendo irruzione nelle case degli stranieri e picchiando chi incontrano per strada.
Dettaglio degno di nota è il fatto che le forze dell’ordine non siano mai intervenute, nonostante a pochi metri dal negozio sia situata una stazione di polizia.

Semplice casualità?

L’aggressione più grave è però avvenuta alle otto di sera, al parco di Athiki, nel centro di Atene, dove gli stessi individui hanno accoltellato ripetutamente Zakir, un giovane afghano di 23 anni, e picchiato selvaggiamente altri tre ragazzi della stessa nazionalità.

Zakir è ora in fin di vita all’ospedale di Evanglismos di Atene, colpito da numerose coltellate inferte alla gola e all’addome. Degli altri tre aggrediti, invece, non si hanno notizie: può darsi che fossero privi di documenti e che abbiano per questo avuto paura di presentarsi al Pronto Soccorso.
Pochi giorni fa, nello stesso parco, una giornalista americana che stava effettuando delle riprese ai profughi presenti, era stata picchiata e condotta in Questura dalla polizia.
Moltissime sono le persone, tra cui famiglie e minori non accompagnati, costrette a vivere in un modo disumano a causa delle misure restrittive che la Grecia ha adottato in materia di asilo. Il Governo greco, infatti, respinge indiscriminatamente tutte le richieste di asilo e negli ultimi tempi è iniziata una vera e propria “caccia all’uomo” da parte della polizia, le cui vittime principali non sono solo giovani uomini ma anche bambini. Gli stessi che pur di fuggire dalla Grecia si nascondono sotto i tir con la speranza di raggiungere l’Italia.

Haji Patra, l’uomo che per sette anni ha in qualche modo “gestito” la sopravvivenza dei profughi afghani nell’ormai smantellato campo di Patrasso, è oggi il Direttore dell’ “Associazione Nour”, per la difesa dei diritti dei profughi. E’ proprio lui ad affermare di essere stato a sua volta oggetto di minacce ed atti vandalici da parte di gruppi di estrema destra che con l’ausilio della polizia rimangono tuttora impuniti e liberi di agire.
E’ la polizia stessa, infatti, asserisce Haji, che il 5 Luglio di quest’anno al porto di Igoumenitsa ha picchiato un ragazzo afghano fino alla morte avvenuta in ospedale pochi giorni dopo.
Nayeel, Vice-direttore dell’Associazione, invece, racconta di una telefonata inquietante ricevuta pochi giorni fa da un profugo, il quale riferiva di essere l’unico sopravvissuto di una cinquantina di persone che a bordo di gommoni stavano tentando di attraversare il tratto di mare che unisce la Turchia alla Grecia.
Due erano le imbarcazioni in arrivo: una sembra essere affondata da sola, mentre l’altra è andata a picco a causa dei colpi d’arma da fuoco sparati dalla polizia greca.
Attualmente questo giovane, terrorizzato, si nasconde ad Atene e, temendo di essere trovato dalle autorità greche, non si avvicina nemmeno ai suoi connazionali. La sua storia decide di raccontarla solo per telefono. Nayeel non si stupisce. A tanto può arrivare oggi questo Stato che, non dimentichiamolo, fa parte dell’Unione europea.
Quest’Associazione, unico punto di riferimento per migliaia di persone in difficoltà, vive di fondi propri ed è per questo che la sua esistenza futura non è garantita.
La caccia spietata all’uomo, l’impunità di atti illegali e feroci, l’equiparazione bambini-adulti rispetto al diritto, le ronde fasciste, il mancato rispetto dei diritti fondamentali, l’incostituzionalità di moltissime leggi, tutto questo ha una triste assonanza con il passato.

Nicole Valentini

Chiunque voglia supportare l’Associozione Nour può rivolgersi a:
Associazione Culturale Nour
Indirizzo: Greece, Athena, Igias 11
Telefono: 0030-6945820797
E-mail: [email protected]