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Atene: rifugiati in sciopero della fame

Philippe Wannesson, Blogs Mediapart - 3 novembre 2017

- Link all’articolo originale (FRA)

La Grecia, come l’Italia, si è trasformata in una trappola in cui i migranti restano bloccati, impossibilitati a proseguire la rotta verso altri paesi europei. Lo sciopero della fame è una strategia impiegata regolarmente in mancanza di altri metodi per farsi ascoltare.

Traduzione a cura di: Lucia Angileri, Anna Tauzzi

I migranti sono bloccati in Italia da un lato a causa dei controlli al confine con la Francia (vedi qui, qui e la), la Svizzera e l’Austria e dall’altro a causa degli hotspot del sud del paese, dispositivi d’identificazione, smistamento e orientamento destinati all’espulsione, istituiti dall’Unione Europea, presenti anche in Grecia. Alcuni migranti sono in sciopero della fame negli hotspot di Lampedusa e Caltanissetta (vedi qui).

In Grecia la frontiera marittima con l’Italia è controllata da molto tempo, dal momento che il principale punto di passaggio era il porto di Patrasso, poi quello di Igoumenitsa e nel 2009 è stata aperta la "rotta dei Balcani" dopo la distruzione della baraccopoli di Patrasso, dove abitavano diverse migliaia di persone. Attraversare i Balcani significa oltrepassare diversi confini prima di raggiungere il resto dello spazio Schengen, alcuni dei quali sono chiusi completamente o in parte da muri di recinzione e filo spinato (confine meridionale della Bulgaria e della Macedonia, confini ungheresi con la Serbia e la Croazia, confine tra la Slovenia e la Croazia e tra l’Austria e la Slovenia).

A causa della riluttanza della maggior parte degli Stati membri, il meccanismo di ricollocazione dei migranti arrivati in Grecia e in Italia ha funzionato solo molto in parte ed è stato abbandonato. Rimane il ricongiungimento familiare, che si scontra con la lentezza e gli ostacoli burocratici.
Per questi motivi il primo novembre i quattordici migranti hanno iniziato uno sciopero della fame, dopo aver tentato invano di migliorare la loro condizione con altri mezzi. Sono impegnati in questa lotta in nome dei quattromila cinquecento esuli che si trovano nella stessa situazione di attesa da più di sei mesi, in teoria il termine massimo perché possano riunirsi insieme alle loro famiglie in un altro paese europeo.

Un sito internet racconta la loro lotta:
hungerstrike.commonstruggle.eu
Qui potete leggere il loro comunicato stampa - (ITA)
e il resoconto della conferenza stampa che hanno tenuto all’inizio dello sciopero (ITA)

 

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[ 4 novembre 2017 ]
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