Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

dal Messaggero Veneto del 21 maggio 2008

Atri 50 marocchini da Lampedusa In 370 al Centro per immigrati

Atteso per oggi il varo del pacchetto per la sicurezza

Gradisca. Con l’ingresso, poco dopo le 19 di ieri, di una cinquantina di clandestini (tutti di origine marocchina) nella sezione riservata al Cpt, torna a registrare praticamente il tutto esaurito il centro per immigrati di Gradisca, dove a ieri sera si registravano circa 370 presenze, a fronte di una capacità massima delle due strutture (Cpta e Cara, il centro di assistenza per richiedenti asilo recentemente entrato in funzione, sempre all’interno dell’ex caserma Ugo Polonio) fissata da una direttiva ministeriale in 386 posti.
I clandestini trasferiti ieri sera nella struttura gradiscana provengono tutti dal centro di prima accoglienza e soccorso di Lampedusa, l’isola siciliana dove erano sbarcati clandestinamente nei giorni scorsi.
Immediatamente sottoposti alle procedure di identificazione da parte dell’ufficio immigrazione ospitato nel centro di via Udine, praticamente tutti hanno manifestato l’intenzione di avviare le pratiche per l’ottenimento dell’asilo.
A ieri, quindi, l’ala destinata a centro di prima accoglienza ospitava circa 120 clandestini, mentre nella sezione adibita a centro di prima accoglienza si registravano poco più di 110 presenze.
Da giorni a massimo regime anche il Cara, dove sono attualmente ospitati circa 140 immigrati.
Con il centro a pieno regime, tuttavia, l’attenzione resta rivolta all’odierno consiglio dei ministri del governo Berlusconi che, a Napoli, potrebbe varare il cosiddetto pacchetto sicurezza. Una serie di decreti contro la clandestinità che, come atto più significativo, dovrebbe introdurre (questa, almeno, sarà la proposta presentata dal neoministro dell’Interno, Maroni) proprio il reato di immigrazione clandestina. Decreto che, se applicato, estenderà dagli attuali 60 giorni a 18 mesi il limite massimo di trattenimento amministrativo nei Cpt, strutture che diventerebbero di fatto un braccio aggiuntivo del circuito carcerario italiano.
(m.ce.)