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Augusta – Richiesta di sgombero dell’androne occupato dai migranti. Collettivo Antigone: “Come si pensa di tutelarne la vulnerabilità e i diritti?”

Il 14 gennaio scorso La Gazzetta Augustana pubblicava un articolo che sollevava la questione del decoro urbano relativo all’occupazione dell’androne di un palazzo da cui “viene fuori un’immagine di intollerabile degrado (…) acuita ancor di più dai materassi e dal divano che si vedono fuoriuscire da uno degli androni del palazzo”. Si usavano le segnalazioni di alcuni cittadini come pretesto per un articolo che non proponeva alcuna soluzione, ma si limitava a suggerire in modo subdolo come fossero degli “immigrati” i responsabili di tale scempio. Non una parola sulle persone che occupavano quello spazio, non un cenno al perché si fossero ridotte a vivere in condizioni di estrema indigenza.

Un mese dopo viene presentato un esposto sull’occupazione abusiva dell’androne dell’immobile privato in via Adua, che fino a qualche anno fa ospitava le classi del Liceo “Megara”, presentato dal consigliere comunale di #perAugusta, Giuseppe Di Mare, il quale aveva già segnalato lo stato di degrado dell’area nella seduta consiliare del 15 gennaio. Le motivazioni per la denuncia le ha spiegate il suo stesso firmatario: “Ho presentato una denuncia al Prefetto, al Questore, al Presidente della Regione, alle forze dell’ordine ed a tutti gli organi competenti perché si ponga fine ad una situazione che è diventata pericolosa, illegale e di profondo degrado urbano”.
Nemmeno qui si menzionano le persone prese di mira, né ci si preoccupa del loro destino.

Come Collettivo Antigone, da anni ci impegniamo a dar voce ai migranti e alle migranti che giungono dopo terribili viaggi della speranza e cerchiamo di restituire un volto umano a un fenomeno ridotto a sterili numeri e statistiche. Esprimiamo preoccupazione per i reiterati attacchi alle persone che hanno occupato quello spazio, a fronte di una probabile mancanza di alternative, e vogliamo porre l’attenzione su questioni ineludibili rispetto alle modalità con cui si svolgerà suddetto sgombero.

Ci chiediamo se una simile campagna contro i più vulnerabili, non sia tanto più pericolosa alla luce del clima di razzismo e intolleranza quotidianamente alimentato dal mondo della politica e del giornalismo. Siamo seriamente preoccupate per la sorte di queste persone e chiediamo quali siano le misure che eventualmente verranno applicate per effettuare lo sgombero? Ci saranno mediatori culturali in grado di spiegare la situazione? Che alternative verranno offerte alle persone che, diversamente dai divani e dai materassi, non possono essere gettate via fra i rifiuti ingombranti? Come si pensa di tutelarne la vulnerabilità e i diritti?

Siamo certamente d’accordo sul fatto che sia inaccettabile nel 2018 in un paese che si considera civile costringere uomini, donne o bambini a vivere esposti alle intemperie senza nemmeno un luogo da poter chiamare casa. Avremmo accolto positivamente qualunque serio tentativo di fornire una sistemazione alternativa a chi occupa quell’androne al freddo e saremmo state felici di partecipare a eventuali percorsi di integrazione. Ma non possiamo tacere di fronte all’attacco sconsiderato che prende di mira gli ultimi, i più indifesi senza pensare minimamente al loro futuro dato che a noi interessa tutelare le persone invece delle cose e al decoro urbano preferiamo di gran lunga il diritto umanitario universalmente valido.

Augusta per anni è stata il principale porto di sbarco per i sopravvissuti e le sopravvissute del quotidiano olocausto del mare che si consuma nel silenzio complice e colpevole delle istituzioni e dell’intera comunità internazionale. La storia ha assegnato a questo paese un ruolo fondamentale all’interno delle attuali migrazioni provenienti da Africa e Medio-Oriente che trovano lo snodo principale proprio nella Libia dove è stata accertata la presenza di strutture di detenzione paragonabili ai campi di concentramento nazisti.

Augusta deve necessariamente divenire città di pace, porto di speranza e simbolo indiscusso di solidarietà, ottemperando agli obblighi imposti dal Diritto Internazionale e agli imperativi morali dettati da un comune senso di umanità che evidentemente manca fra chi ci rappresenta.

Pertanto, osservando come la vita delle persone venga pretestuosamente usata sullo scacchiere politico per rinfacciare incompetenze e mancanze fra le varie fazioni, abbiamo ritenuto doveroso ribadire la necessità di tutelare le persone, la loro dignità, la loro salute e il rispetto dovuto a ogni essere umano, anche se ciò non fa guadagnare facili consensi elettorali.
I diritti umani non sono negoziabili. Mai.

Collettivo Antigone , con l’adesione della Rete Antirazzista Catanese e la Città Felice di Catania