Noi richiedenti asilo dell’isola di Nauru vorremmo chiedere a tutte le organizzazioni umanitarie che si occupano di immigrazione e a tutte le organizzazioni per i diritti umani di prestare attenzione alla situazione in cui ci troviamo a vivere e di aiutarci.
Siamo scappati dalle nostre case, dalle nostre terre, impauriti per le minacce di morte e persecuzione e volevamo solo vivere in pace, prosperità, lontano dalla guerra e da tutti quei pericoli che ci siamo lasciati alle spalle.
Siamo venuti a chiedere asilo in uno stato che credevamo essere a favore della democrazia, e che credevamo avrebbe accolto e assistito i profughi.
Ma siamo stati isolati, rinchiusi in uno dei posti più sperduti al mondo: l’isola di Nauru. Ci hanno messo in prigione – nel centro di detenzione Topside – senza che avessimo commesso alcun crimine o alcun peccato. Noi crediamo infatti che chiedere asilo politico e sperare in una vita pacifica non sia un reato.
Quindi alziamo la nostra voce oppressa a voi e al mondo intero.
Abbiamo iniziato lo sciopero della fame poiché non abbiamo altra scelta.
Il nostro messaggio è chiaro.
Non siamo abbastanza forti…non ce la facciamo più a rimanere in carcere.
Abbiamo fatto la nostra scelta e quindi o veniamo rilasciati o ci lasceremo morire.
Il governo australiano, tutte le organizzazioni internazionali per i diritti dei migranti e tutte le altre organizzazioni internazionali per i diritti umani si renderanno responsabili della nostra morte.
Alziamo la nostra voce di oppressi, saremo grati a tutti coloro che prenderanno posizione e ci aiuteranno a riconquistare la nostra libertà, ad essere liberati da questo carcere in nome dell’umanità e dei diritti umani.
Questo è il nostro messaggio a tutte le organizzazioni umanitarie, ascoltateci, venite a vedere cosa succede a Nauru. Nel caso in cui il governo australiano decida di non ascoltarci, vi ringraziamo comunque ma daremo fine alle nostre vite con questo sciopero.
Grazie
I Rifugiati di Nauru
Vedi on line: nauruwire.org