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Tratto da www.baxterwatch.net

Australia – Repressione della polizia giudiziaria (ACM) nei centri di detenzione per migranti

DIMIA, la polizia e pure il personale che lavora in questi lager sono stato visti mentre usavano i loro tipici metodi brutali e violenti nei confronti delle persone detenute.
Non ci sono rapporti ufficiali sui fatti recentemente occorsi, ufficialmente a Woomera il primo gennaio contro i migranti non sono stati lanciati lacrimogeni dentro i compound, tanto meno esseri umani sono stati ammanettati e lasciati all’aperto (nei campi da basket) sotto il cocente sole estivo australiano senza acqua per un’intera giornata.
Tuttavia le testimonianze di chi presidia costantemente questi posti della vergogna ci dicono dell’agghiacciante situazione in cui versano i richiedenti asilo nel più grande stato oceanico.
A Baxter è stato vietato ai detenuti di uscire dalle baracche in fiamme, anche qui oltre dal fumo dell’incendio le persone sono state intossicate dai lacrimogeni. Gli avvocati dei migranti di Baxter riferiscono che a tutti/e i loro assistiti è stata data una lettera che comunica che la domanda di asilo è stata rigettata.
Altro fatto molto grave è che dal 29 dicembre ogni telefonata da e per i centri è vietata e tutti i cellulari di contrabbando sono stati requisiti. Sempre gli avvocati sostengono che gli incendi non sono una sorpresa e che quei lager sono stati progettati con l’intenzione di “annientare le persone fisicamente e psicologicamente”.

A seguito di questa insostenibile situazione, gli attivisti australiani hanno convocato per Pasqua 2003 – aprile 18-21, un meeting di discussione e di iniziative a Baxter perché le prigioni per migranti chiudano per sempre e perchè cambino le politiche australiane sull’immigrazione.
Gli incontri portano il nome “usa il tuo corpo, chiudiamo i campi”.

Infine a Port Hedland alcuni attivisti, dalle sbarre della recinzione del cpt sono riusciti a registrare le voci di alcuni di questi cittadini, per lo più afghani, ve ne proponiamo alcuni stralci.