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Bambini in viaggio verso il muro

Le condizioni dei clandestini minorenni centroamericani.

Ci si può forse abituare alle storie dei cittadini centroamericani che tentano, a volte con successo a volte senza, di arrivare a ricongiungersi con i loro parenti, magari dopo viaggi rischiosi, oltre il confine degli Stati Uniti. Molto meno si raccontano le vicende che come protagonisti di quei viaggi, vedono i bambini. Eppure dagli stati del Centro America ma anche del Sud America, sono migliaia i ragazzini che tentano ‘il viaggio’.

Il caso. A volte, però, le loro storie diventano drammatiche. Come nel caso del giovanissimo Pedro (solo il nome è inventato) che vive in un piccolo villaggio di El Salvador.
Pedro non è stato mai accompagnato dalla fortuna, fin dalla sua infanzia. La madre è stata costretta dalla fame e dalla povertà a trasferirsi negli Usa per poter lavorare e mandare dei soldi a casa. Pedro aveva solo cinque anni quando la madre se ne è andata in Nord America. Da quel giorno il suo sogno è sempre stato quello di raggiungerla. Fino a quando, in compagnia di due cugini maggiori, è salito clandestinamente sul tetto della locomotiva di un treno in partenza per gli Usa.
Ma la fortuna non l’ha accompagnato. Pedro è caduto sulle rotaie, e ci ha lasciato le mani e i piedi. Adesso vive in compagnia della nonna, cieca, che deve riuscire a guadagnare un dollaro al giorno per poter sfamare lei e il giovane nipote.

Viaggi della speranza. Questo è solo un esempio: migliaia di ragazzini centroamericani tentano quotidianamente di raggiungere la meta prestabilita con viaggi massacranti sopra i tetti dei treni merci.
Spesso i giovanissimi clandestini riescono ad arrivare negli Usa e a ricongiungersi con i parenti. Altre volte durante i viaggi, i ragazzini (che in alcuni casi hanno meno di dieci anni) sono vittime di furti, vengono presi a bastonate e in taluni casi sono stati scoperti cadaveri che presentavano evidenti segni di violenza sessuale.
Si calcola che negli ultimi diciotto mesi siano stati almeno duecento i minori in fuga dalla scarsità di cibo, dalla povertà e dalla miseria che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere il ‘sogno americano’.
Nel solo 2005 sono stati oltre 3770 i minorenni centroamericani riportati a casa forzatamente dal territorio statunitense.

Dati. Non va meglio per i clandestini ‘adulti’. Secondo un rapporto dell’ufficio investigativo del parlamento statunitense, il numero dei decessi al confine fra Messico e Usa è raddoppiato dalla fine degli anni ’90 a oggi.
Nel solo 2005 i decessi nel tentativo di oltrepassare la frontiera sono stati 472. Nel 1999 erano ‘solo’ 241.
Dalla fine dello scorso decennio, secondo uno studio del General Accounting Office, si è anche registrato un cambiamento nelle rotte che gli stessi clandestini seguono aiutati dai polleros, i terribili trafficanti di uomini. Non più , o un po’ meno Texas e California, oggi sono in rialzo le quotazioni dell’Arizona. Infatti, se in Texas e California i controlli si sono intensificati notevolmente, grazie anche all’appoggio dei volontari dei Minutemnan Project, nel deserto dell’Arizona, dove le condizioni di vita sono al limite, la via d’accesso alla libertà sembra più facile.
Ma questo deserto nasconde molte insidie: caldo soffocante, serpenti e fanatici armati pronti a sparare a vista. Nel 2005 questa zona ha visto da sola metà delle morti dell’intero anno in Usa.

Alessandro Grandi