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Bangladesh – Lo sfruttamento lavorativo è un elemento base del riconoscimento della protezione umanitaria

Tribunale di Bologna, ordinanza del 31 dicembre 2019

Se pur non recentissima una sentenza molto attuale in questi giorni. (ndr)
Un cittadino bengalese ha ottenuto il riconoscimento della protezione umanitaria dal Tribunale di Bologna, che ha ravvisato fattori che convergono a delineare una situazione soggettiva di particolare vulnerabilità.
Nel caso in oggetto, il richiedente, giunto in Italia nel 2016 per sfuggire alla persecuzione perpetrata da parte di una potente famiglia del suo villaggio, è stato vittima in Italia di sfruttamento lavorativo oltreché di minacce rivolte anche contro la famiglia di origine e per giunta anche successive al licenziamento forzato.
Sebbene alla luce delle sue dichiarazioni non si ravvisino presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale, a detta del Tribunale “si impone la necessità di una tutela nell’immediatezza, non potendosi escludere rischi per l’incolumità in caso di rimpatrio”.
Il giudicante compie così un’attenta valutazione della situazione del ricorrente in Italia e nel Paese di origine, congiunta con “la peculiare condizione di vulnerabilità derivante dalle circostanze da ultimo evidenziate”.
Ravvisati “quei gravi motivi di carattere umanitario che impongono di soprassedere all’immediato ritorno in patria”, anche in considerazione della “sicura compromissione nell’esercizio dei diritti, quali il diritto al lavoro e allo studio, già fruttuosamente da lui esercitati in Italia”, il Tribunale riconosce al ricorrente il diritto al rilascio di un permesso di soggiorno ai sensi dell’art. 5 comma 6 del D.Lgs n.286/1998.”.

– Scarica l’ordinanza:
Tribunale di Bologna ordinanza del 31 Dicembre 2019.