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Bangladesh – Protezione umanitaria in ragione della buona integrazione del richiedente e della situazione di epidemia da COVID-19 nel Paese di origine

Tribunale di Napoli, decreto del 30 giugno 2020

Il Tribunale di Napoli – sezione specializzata – accoglie la richiesta della protezione umanitaria ai sensi dell’art. 5, comma 6, del T.U.I. nella formulazione previgente al D.l. 113/2018, in favore di un cittadino del Bangladesh in ragione della situazione di epidemia da COVID -19 e dell’integrazione del richiedente nel territorio nazionale.
In particolare il Collegio ha ritenuto il cittadino bengalese meritevole del riconoscimento della protezione umanitaria sulla scorta della seguente motivazione: “ In Bangladesh la pandemia da COVID – 19 ha colpito buona parte della popolazione . Ed infatti alla data odierna si registrano 119.000 casi di positività confermati con 1.545 decessi, uno dei report più negativi del mondo asiatico. A tanto si aggiunga che, da notizie di recente acquisite, è emersa l’inadeguatezza dei rimedi posti in essere dal Governo per contenere la propagazione di tale pericolosa malattia. I giornali nazionali hanno segnalato casi di persone sintomatiche (febbre, tosse) che si sono recate in ospedali e cliniche, dove non sono state ammesse essendogli stato rifiutato qualsiasi trattamento o test al virus. (Benar News, Bangladesh Officiale: Some Patients Denied COVID 2019 Treatment 18.03.2020) Secondo l’opinione degli esperti dell’Atlantic Council, una volta identificati i primi casi di contagio, la risposta delle autorità del Bangladesh non è stata conforme alle raccomandazioni dell’OMS. Quando il primo gruppo di rimpatri è arrivato in massa dalla Cina a Febbraio sono stati messi in quarantena nel campo di Ashkana Hajj a Dhaka, caratterizzato da cattive condizioni igieniche e sovraffollamento in piccoli spazi.
Tuttavia le autorità hanno ignorato la situazione e i rischi per la salute di coloro che erano in quarantena. Le fonti proseguono riferendo l’impossibilità in un paese densamente popolato quale è il Bangladesh di dare attuazione alla principale delle misure di contenimento del contagio, il distanziamento sociale (Aljazeera News, Coronavirus: In dense Bangladesh social distancing a tough task 20.03.2020). Come anzidetto il sistema sanitario di per sé è carente perché vi mancanza di personale sanitario qualificato nel settore pubblico e l’accesso dei poveri alle cure è molto problematico, specie nelle zone rurali.
Tale situazione contribuisce a creare quel clima d’insicurezza per la tutela della salute, che integra una condizione di particolare vulnerabilità in cui l’istante si ritroverebbe in caso di rimpatrio. A ciò si aggiunga che il richiedente ha dimostrato anche di aver iniziato un proficuo percorso di integrazione, prestando attività lavorativa in esecuzione di un rapporto a tempo indeterminato, come dimostrato con documentazione allegata al ricorso
“.

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Tribunale di Napoli, decreto del 30 giugno 2020