Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Barcellona – I ‘sin papeles’ in azione

Manifesto per la regolizzazione incondizionata dei cittadini migranti

Barcellona – Lo scorso sabato 5 giugno più di 2000 ‘sin papels’ hanno occupato la cattedrale di Barcellona e la chiesa di Santa Maria del Pie a seguito di una manifestazione che ha visto la presenza di 5.000 persone e prima un’assemblea preparatoria molto partecipata.
Nelle prime ore della mattinata di domenica 6 le forze dell’ordine hanno sgomberato la Cattedrale con i metodi che sono loro più consoni, ossia con una violenza spropositata.
Lunedì è poi toccato alla chiesa. Un numero imprecisato di cittadini stranieri è stato arrestato e saranno rimpatriati.

Contro questo episodio l’Assemplea per la regolarizzazione senza condizioni ha lanciato un appello alla mobilitazione per la sera dell’11 giugno.

I cittadini migranti, promotri dell’occupazione, non hanno trovato la solidarietà della Chiesa, tuttavia diverse organizzazioni della società civile hanno dato loro sostegno.
A seguito dello sgombero delle due occupazioni a Barcellona, Madrid. Murcia, Huelva, Palma de Mallorca, Almeria e Valencia si sono svolte manifestazioni di protesta e in nome dei diritti dei cittadini migranti.
Nei stessi giorni era in corso a Barcellona il Forum della Cultura 2004, finanziato dalle multinazionali. Al Forum si sostenevano la pace, la biocompatibilità, l’accoglienza e la cultura: è sempre più evidente che però non tutti sono ben accetti. Infatti molti migranti sono stati sgomberati dagli edifici abbandonati, che avevano ‘illegalmente’ occupato per avere un tetto dove vivere, nei quartieri Poble Nou e San Andreu. Gli sgomberi sono avvenuti con la scusa che servono spazi abitativi al Forum.

I sin papeles e quanti li sostengono chiedono il rilascio immediato di permessi di soggiorno e l’assunzione, da parte delle autorità, della piena responsabilità per la situazione in cui gli stranieri versano (vedi il Manifesto allegato).
Senza permessi di soggiorno e di lavoro, nessuno può firmare contratti di lavoro, uscire dallo stato, aprire conti bancari, spostarsi liberamente, ecc.

Manifesto per la regolizzazione incondizionata dei cittadini migranti
In Spagna più del 50% degli stranieri è privo di documenti di soggiorno. Noi siamo la cima di un iceberg: l’iceberg è la precarietà nella vita che colpisce indistintamente ed equalmente tutti.
Contro questa situazione siamo scesi in piazza, ci siamo uniti e abbiamo costruito una piattaforma di lotta, abbiamo ascoltato le esperienze di altri, abbiamo chiesto un dialogo diretto con le istituzioni, abbiamo bussato alle porte dei politici prima delle elezioni, abbiamo ricevuto da Zapatero importanti promesse e abbiamo incontrato la Generalitat de Cataluña…
Ma la Generalitat de Cataluña ci tratta come se fossimo ‘un problema’, elude le promesse preelettorali.
Abbiamo bussato a tutte le porte.
Abbiamo affrontato imbarazzanti silenzi e dinieghi continui dei nostri diritti fondamentali,…

SE NECESSARIO ARRIVEREMO PERSINO A RINCHIUDERCI ED INCATENARCI!
L’Assemblea per la regolarizzazione incondizionati riunisce diverse comunità migranti, organizzazioni e singoli cittadini; essa vuole lottare per l’accesso ai diritti (civili, finanziari, sociali e politici) e ai doveri per gli immigrati in Spagna.

Noi chiediamo:
– la regolarizzazione per tutti gli stranieri che vivono in Spagna
– che nessuno sia più privato di diritti per via dell’inefficienza delle istituzioni
– La cancellazione dei provvedimenti di espulsione che non sono stati attuati e la fine di tutte le deportazioni
– la fine dei soprusi delle forze dell’ordine
– la chiusura di tutti i centri di detenzione
– l’abrogazione dell’attuale legge sull’immigrazione (Ley de Extranjería)
– nuove politiche sull’immigrazione

1) Regolarizzazione per tutti gli stranieri che vivono in Spagna
In Spagna vivono circa un milione di cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno, non protetti, senza diritti ed in uno stato di apartheid legalizzata. Questa è una situazione inaccettabile per uno stato che vuole essere definito democratico. Il nuovo governo del PSOE parla in maniera confusa di una possibile regolarizzazione individuale per migranti che abbiano opportunità di lavoro, ma non prende in considerazione la possibilità di una regolarizzazzione complessiva.
La maggior parte degli stranieri non ha lavoro. Donne e bambini sono le vittime di una duplice ingiustizia. In conclusione, la regolarizzazione di chi ha opportunità di impiego non risolve alcun problema; quello che serve è una regolarizzazione generale e senza condizioni. Bambini, donne, portatori di handicap sono i più sfruttati dalle mafie di quella che chiamiamo l’economia parallela.

2) Chiediamo che si ponga fine alla clandestinità ‘di ritorno’, ossia cittadini con permesso che, per colpa delle istituzioni, perdono il permesso. I ritardi nelle procedure, le barriere burocratiche, le spese per il rilascio del permesso conducono a sofferenza, paura e condizioni di vita tremende. Il Ministero dell’immigrazione deve ancora rispondere a più di 43.000 e.mails e a 53.000 richieste di rinnovo di permesso di soggiorno.
Molti hanno perso nel frattempo le opportunità che avevano di lavorare, è stato negato loro il diritto a spostarsi e hanno avuto problemi con la polizia.
Più di 20.000 persone hanno già perso il proprio permesso, o lo stanno perdendo, secondo quanto dichiare il sottosegretario del Comune di Barcellona. Il numero aumenta vorticosamente ogni giorno perchè il numero di quanti chiedono il rinnovo del permesso è maggiore dei rilasci.

3) Cancellazione di tutti gli ordini di espulsione e di tutte le deportazioni. Il Ministero degli interni emette ordinanze di espulsione ai danni di molti stranieri privi di dimora. Per legge queste persone non potranno mai essere regolarizzate.
Questo produce che questi cittadini non accederanno mai all’agognato permesso di soggiorno ma rimarranno senza casa, senza lavoro, ecc.

4) Fine degli abusi della polizia. Controlli costanti, abusi e detenzioni: questo il risultato delle retate della polizia, che provocano negli stranieri un costante senso di paura e persecuzione. Inoltre l’immagine pubblica dell’immigrato appare connessa alla criminalità e al terrorismo.

5) Chiusura di tutti i centri di detenzione. Gli immigrati, che hanno ricevuto ordine di espulsione, sono tenuti in stato di detenzione in condizioni riprovevoli.
Molti cpt sono nati in edifici che una volta erano prigioni. Il portavoce delle Nazioni unite ha di recente denunicato che questi centri sono troppo affollati e che una volta dentro i migranti non ricevono alcuna assistenza legale, nè protezione consolare, interpreti o informazione sulle possibilità di regolarizzazione.

6) Ritiro immediato dell’attuale legge sull’immigrazione. La legge sull’immigrazione istituzionalizza l’ineguaglianza e legalizza un sistema di ‘caste’: i cittadini spagnoli ed europei hanno pieni diritti, i cittadini non comunitari ‘regolari’ con diritti ristretti e i ‘sin papeles’ senza alcun diritto sono legalmente inesistenti. La legge sull’immigrazione considera gli immigrati una merce: il loro arrivo è accettato in base a principi esclusivamente produttivi.
Tutto questo è contro tutti i principi fondamentali e contro i diritti costituzionali dell’uomo. Non stupisce che un centinaio di gruppi si siano appellati al Difensore civico per chiedere l’avvio di un’inquiesta circa la costituzionalità di questa legge. Anche il Parlamento Basco si è fatto promotore di quest’appello. L’ultima riforma, firmata da PP e PSOE, è espressione di queste politiche sull’immigrazione ed è causa del millione di clandestini che è in Spagna.

7) Un nuovo modello di politiche sull’immigrazione. Denunciamo l’attuale modello e impianto di leggi sull’immigrazione, che reprime e restringe i diritti grazie anche ad una rigida apllicazione e non tiene in minima considerazione altre istanze: welfare, condizioni di lavoro, integrazione e dialogo interculturale.
Chiediamo che ciascun individuo abbia garanzia dei suoi diritti (civili, politici e sociali) e che goda degli stessi diritti e doveri dei cittadini europei, compreso il diritto al voto.
Chiediamo che il diritto all’immigrazione venga riconosciuto. Chiediamo l’abolizione del razzista Trattato di Schengen, la libertà di movimento e residenza per ognuno. Chiediamo il riconoscimento di cittadinanza universale per ognuno e il rispetto del diritto di asilo in tutti gli stati.

Di fronte a questa situazione disperata, questa assemblea ritiene tutte le opzioni valide per l’ottenimento di quanto sopra, anche il fatto di richiuderci.

(Traduzione a cura di Gloria Bertasi)

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