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Bari 11 luglio – Chiudere i Cpt, amnistia dei reati sociali

Intervista ad Alessandro Metz, consigliere regionale Verdi del Friuli Venezia Giulia

L’appuntamento di Bari per lunedì 11 luglio, con il Forum nazionale contro i CPT a cui partecipano tredici Governatori di rispettive Regioni, rappresenta un passaggio molto importante nel percorso che da molti anni ha impegnato migliaia di attivisti per la chiusura dei centri di detenzione in tutta Italia.
All’appuntamento, indetto da Nichi Vendola neo presidente della Regione Puglia, hanno aderito dodici regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Liguria.

L’importanza del ruolo delle reti di movimento, il patrimonio di iniziative, mobilitazioni, sabotaggi e smontaggi, dentro e fuori i CPT, deve attraversare l’appuntamento istituzionale dei rappresentanti delle Regioni.
Per questo, domenica 10 luglio a Bari, si terrà un assemblea del movimento antirazzista in cui si discuteranno le proposte su come attraversare, il giorno successivo, il Forum nazionale.

La proposta concreta che verrà portata alle due giornate da diverse realtà italiane è di amnistia per i reati legati alle iniziative sui centri di detenzione, dentro e fuori.

Sui contenuti della partecipazione alle due giornate di Bari abbiamo intervistato Alessandro Metz, consigliere regionale dei Verdi del Friuli Venezia Giulia, condannato a un anno di carcere per la manifestazione che nel 1998 provocò la chiusura definitiva del centro di detenzione nel porto vecchio di Trieste.
Il 13 luglio si terrà l’udienza di appello.

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Domanda: Come valuti l’iniziativa organizzata per l’11 luglio a Bari?

Risposta: Ritengo quest’iniziativa ottima e ritengo che affermi in maniera forte la contrarietà ai Centri di Permanenza Temporanea, una contrarietà che è stata mantenuta viva e forte dai movimenti in questi ultimi otto-dieci anni che, con la disobbedienza e con le azioni contro i Cpt hanno fatto sanguinare questa contraddizione nata, ricordiamo, dalla Turco Napolitano quindi dal centro-sinistra.
Ritengo che l’11 luglio debba avere un impatto molto forte sul centro-sinistra: quella giornata deve divenire un momento in cui si costruisce una pagina del programma elettorale del centro-sinistra, deve essere fatta propria da tutto il centro-sinistra e da quello che sarà il candidato – molto probabilmente Prodi – a diventare Presidente del Consiglio. Deve essere fatta propria sul fatto che la chiusura dei Cpt è irrinunciabile e irrimandabile.
Io porterò la proposta che diventi una pagina del programma elettorale ma, assieme a questo, ricorderò il fatto che oggi il centro-sinistra può parlare della chiusura dei centri di detenzione anche e soprattutto perché in questi ultimi anni il movimento, nelle sue varie forme, ha fatto sì che i Cpt non diventassero una cosa normale, una cosa naturale, una cosa possibile nel nostro paese.
Chiaramente, il movimento porta con sé una quantità enorme di denunce e processi su queste battaglie. Io stesso ho un processo d’appello il 13 luglio, per la condanna ad un anno avuta in seguito alla chiusura del Cpt di Trieste nel ’98. Dopo quella manifestazione grandissima che, per riuscire ad entrare nel Cpt e riuscire a far vedere ai media, alla stampa e alle TV, qual’era la barbarie che si viveva all’interno del Porto Vecchio, aveva subìto una carica da parte della celere. Alcune persone, tra cui io e Luca Casarini, sono state condannate ad un anno.
Il centro-sinistra oggi può e deve esprimere un atto di dignità e civiltà contro i Cpt, ma non può dimenticare chi, in questi anni – spesso in assenza del centro-sinistra quindi come azione di supplenza di questa civiltà e di questa dignità – ha portato avanti battaglie di disobbedienza. Il centro-sinistra deve farsi carico anche di questo: deve iniziare a parlare in termini chiari di amnistia dei reati sociali, di amnistia dei percorsi di criminalizzazione delle lotte sociali portate avanti in questi anni dai movimenti.
Quella giornata sarà importantissima per quest’affermazione, sarà importantissimo esserci, sarà importante portare questo vissuto e queste esperienze.

Io porterò a Bari questo tipo di contributo: quello di un consigliere regionale dei Verdi, dentro il centro-sinistra, che in maniera istituzionale in questi due anni si è battuto contro la costruzione del Cpt a Gradisca. Ma porterò anche il vissuto di quella parte del movimento che, per molti anni, ha dato vita a queste battaglie assieme anche alla condanna che ho ricevuto su questo.
Sarà importante vedere il tipo di risposta: se i Presidenti regionali e le forze politiche presenti avranno la capacità di fare proprio tutto il bagaglio che significa contrarietà ai centri di detenzione, allora sarà un passaggio serio, credibile, significativo. Altrimenti, se dimostrasse di essere solamente un’operazione di facciata, la rispediremmo al mittente, così come è nata. Ma io voglio credere e sperare che oggi ci sia questo varco da attraversare, dove poter portare tutta la contraddizione che i Cpt portano con sé e ricordare che quanto fatto dal centro sinistra con la Turco Napolitano, oggi deve essere emendato, deve essere ripulito e proposto all’interno di un programma di centro- sinistra che deve avere la capacità di assolvere a queste richieste che non sono assolutamente “di maniera” ma sostanziali e concrete per il futuro del nostro paese.