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Bari – Appello per l’assemblea nazionale del 10 luglio

Rete No Cpt

La legge Turco-Napolitano, la legge Bossi-Fini e il ministro dell’interno Pisanu, in nome della sicurezza, hanno trasformato il problema politico dell’immigrazione in guerra permanente contro tutti i migranti.

La società di oggi è martellata quotidianamente da retoriche securitarie che ripetono incessantemente: potete vedere voi stessi che cosa sono gli immigrati, esseri incorreggibili e pericolosi; l’immigrato è stupratore, drogato, oppure prostituta, ma è anche terrorista e criminale. L’unica cosa da fare è lasciarlo fuori dai confini dello Stato nazionale, oppure se tenta di attraversare illegalmente i nostri confini, va rinchiuso in un CPT e poi espulso.

L’associazione continua di clandestino e criminale ha reso di fatto il clandestino un criminale sui generis, un criminale d’eccezione che non può semplicemente essere arrestato, ma deve essere internato perché non avendo commesso reato alcuno, ha la colpa pura e semplice di avere esercitato il suo diritto di fuga dalla guerra, dalla fame, dalla miseria.

Queste leggi hanno reso ancora più precaria e ricattabile la condizione giuridica dei migranti favorendone il loro sfruttamento e creando una società di “irregolari” da trattenere espellere e incarcerare. Il trattamento del migrante è diventato il prototipo del controllo della marginalità sociale. Il caso della struttura detentiva di Castelfranco costituisce un esempio legato alla proposta di legge Fini sulle tossicodipendenze. Punizione e coercizione sono gli strumenti utilizzati nei confronti di questioni sociali.

Dal 1998 – anno in cui la legge Turco-Napolitano ha istituito i centri di permanenza temporanea – un’ampia rete di gruppi, associazioni, partiti e sindacati ha dato vita ad una lunga serie di azioni con l’obiettivo di una loro definitiva chiusura, denunciando la impossibilità di una modifica umanitaria dei CPT. Contemporaneamente, anche dall’interno degli stessi centri di permanenza temporanea, i migranti hanno agito pratiche di resistenza all’arbitrio; spesso sono state sopite, altre volte si sono concretizzate nella fuga.

In questi anni si è creato un fronte ampio e trasversale che ha coinvolto numerosi amministratori locali e, più di recente, ha visto associarsi la chiara presa di parola da parte di alcuni Presidenti di Regione.

Le dichiarazioni di Vendola, in particolare la convocazione per l’11 luglio di un Forum dei Presidenti delle Regioni contro i CPT, hanno aperto uno scontro istituzionale tuttora in atto.

Crediamo che questo scontro riguardi, innanzitutto, la natura della decisione politica e rispetto a questo crediamo che sia necessario sperimentare inedite forme di democrazia.

D’altro canto le misure detentive applicate negli ultimi mesi – sotto indicazioni diretta del ministro degli interni Pisanu – nei confronti di tanti attivisti che si battano contro la vergogna dei lager per migranti e lottano per il diritto alla casa e al reddito, costituiscono un esempio lampante del deterioramento delle forme di governo attuale.

Associazione sovversiva, associazione a delinquere, eversione dell’ordine democratico, finalità di terrorismo, cospirazione politica contro lo stato sono alcune delle formule utilizzate per neutralizzare le istanze di cambiamento sociale e democrazia che provengano dall’interno o dall’esterno dei confini nazionali.

Di fronte a tutto ciò, come attivisti ed attiviste che quotidianamente tentano di conquistare una vita degna di essere vissuta per tutti e per tutte, ci rivolgiamo in eguale maniera a tutte le realtà che si mobilitano contro guerra, razzismo, neoliberismo economico e indiciamo un incontro da tenersi il 10 luglio a Bari, in Via Giulio Petroni n. 101.

Chiediamo a tutti di prendere posizione su alcuni temi:

– l’abrogazione delle leggi sull’immigrazione che si basano su espulsione e reclusione;

– la chiusura incondizionata dei cpt;

– una politica sociale che metta la parola fine alla divisione della società in migranti e non migranti, illegali e legali, produttivi ed improduttivi;
– la depenalizzazione dei reati sociali.

Il Governo ci chiede un patto di sicurezza, rispondiamo che l’unica sicurezza è data dal concreto accesso al reddito e alla cittadinanza per tutti e tutte.

Rete No Cpt

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