BARI — Erano stati trasferiti dal Centro d’identificazione ed espulsione di Milano dopo un tentativo di fuga. Arrivati nel Cie di Bari ci hanno riprovato, questa volta con maggiore veemenza. Hanno devastato un intero monoblocco, distrutto 40 letti trasformando le sbarre in ferro in armi improprie, dai bagni invece hanno divelto 22 rubinetti. Alla fine sono saliti sul tetto della struttura e hanno provato la fuga. Ma sono stati respinti dalle forze dell’ordine. Nella notte tra domenica e lunedì si è consumata l’ennesima sommossa nel Cie del quartiere San Paolo, la terza in pochi mesi. A scatenare la loro rabbia sono stati circa 48 extracomunitari, la maggior parte di origine marocchina e tunisina. Gli immigrati clandestini erano stati protagonisti di una rivolta già a Milano, per questo era stato deciso il loro trasferimento in attesa del rimpatrio. Ma a Bari hanno provato ad evadere nuovamente, senza centrare il loro obiettivo.
L’IRA DEGLI IMMIGRATI – A provocare l’ira degli extracomunitari il nuovo decreto del governo Berlusconi, che porta da due a quattro i mesi di permanenza obbligatoria nel Cie prima del rimpatrio. Le 48 persone che hanno inscenato la protesta, infatti, erano tutti vicini alla scadenza dei termini dei due mesi; quando però hanno saputo di dover restare nel Cie per almeno altri 60 giorni hanno perso la testa. Nella notte tra sabato e domenica, la loro reazione è stata violenta: i danni alla struttura ammontano a oltre 100 mila euro. Bagni rasi al suolo, letti distrutti, recinzioni abbattute: lunedì la struttura si presentava così. Una ventina i più esagitati, due immigrati sono stati anche identificati e arrestati grazie alle immagini del sistema di telecamere a circuito chiuso. Si tratta di un tunisino di 25 anni e di un marocchino di 30, accusati di devastazione e saccheggio.
Adesso rischiano tra gli otto e i 15 anni di carcere, sul caso indaga il pm di turno, Francesco Bretone. Il tentativo di fuga è durato quasi cinque ore, tra mezzanotte e le cinque del mattino, quando gli animi si sono calmati anche grazie all’intervento dei poliziotti.
IL PRECEDENTE – Qualche immigrato è rimasto lievemente ferito, non risultano invece contusi tra le forze dell’ordine. Come detto, non è il primo episodio violento che si registra nel Cie. Nel 2008 – in successione a settembre e a ottobre – ci furono altri due tentativi di fuga. In particolare, il 26 dicembre dell’anno scorso, 40 tunisini riuscirono a scappare dalla struttura, 21 furono arrestati con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, danneggiamenti, devastazione e saccheggio, una decina i feriti, tra militari del Battaglione San Marco e agenti della polizia. Lo scopo della fuga – in quel caso – era evitare il rimpatrio: l’accordo bilaterale tra Italia e Algeria, infatti, prevede il rimpatrio dei clandestini pochi giorni dopo il loro arrivo in Italia.
Vincenzo Damiani