Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Dal Corriere del Mezzogiorno online del 18 agosto 2009

Bari – Immigrati, rivolta di ferragosto. Guerriglia al centro, due arresti

I danni e l'assalto alla polizia. L'ira provocata dal decreto che allunga a 4 mesi la permanenza nel Cie

Cie Bari

BARI — Erano stati trasferi­ti dal Centro d’identificazione ed espulsione di Milano dopo un tentativo di fuga. Arrivati nel Cie di Bari ci hanno ripro­vato, questa volta con maggio­re veemenza. Hanno devastato un intero monoblocco, distrutto 40 letti trasformando le sbarre in fer­ro in armi improprie, dai ba­gni invece hanno divelto 22 rubinetti. Alla fine sono saliti sul tetto della struttura e han­no provato la fuga. Ma sono stati respinti dalle forze del­l’ordine. Nella notte tra dome­nica e lunedì si è consumata l’ennesima sommossa nel Cie del quartiere San Paolo, la ter­za in pochi mesi. A scatenare la loro rabbia sono stati circa 48 extracomunitari, la mag­gior parte di origine marocchi­na e tunisina. Gli immigrati clandestini erano stati prota­gonisti di una rivolta già a Mi­lano, per questo era stato deci­so il loro trasferimento in atte­sa del rimpatrio. Ma a Bari hanno provato ad evadere nuovamente, senza centrare il loro obiettivo.

L’IRA DEGLI IMMIGRATI – A provocare l’ira degli extracomunitari il nuovo decreto del governo Berlusconi, che porta da due a quattro i mesi di permanenza obbligatoria nel Cie prima del rimpatrio. Le 48 persone che hanno inscenato la protesta, infatti, erano tutti vicini alla scadenza dei termini dei due mesi; quando però hanno sa­puto di dover restare nel Cie per almeno altri 60 giorni han­no perso la testa. Nella notte tra sabato e domenica, la loro reazione è stata violenta: i dan­ni alla struttura ammontano a oltre 100 mila euro. Bagni rasi al suolo, letti distrutti, recin­zioni abbattute: lunedì la struttu­ra si presentava così. Una ventina i più esagitati, due immigrati sono stati an­che identificati e arrestati gra­zie alle immagini del sistema di telecamere a circuito chiu­so. Si tratta di un tunisino di 25 anni e di un marocchino di 30, accusati di devastazione e saccheggio.
Adesso rischiano tra gli ot­to e i 15 anni di carcere, sul ca­so indaga il pm di turno, Fran­cesco Bretone. Il tentativo di fuga è durato quasi cinque ore, tra mezzanotte e le cin­que del mattino, quando gli animi si sono calmati anche grazie all’intervento dei poli­ziotti.

IL PRECEDENTE – Qualche immigrato è rima­sto lievemente ferito, non ri­sultano invece contusi tra le forze dell’ordine. Come detto, non è il primo episodio violen­to che si registra nel Cie. Nel 2008 – in successione a settem­bre e a ottobre – ci furono altri due tentativi di fuga. In parti­colare, il 26 dicembre dell’an­no scorso, 40 tunisini riusciro­no a scappare dalla struttura, 21 furono arrestati con l’accu­sa di resistenza a pubblico uffi­ciale, lesioni, danneggiamen­ti, devastazione e saccheggio, una decina i feriti, tra militari del Battaglione San Marco e agenti della polizia. Lo scopo della fuga – in quel caso – era evitare il rimpatrio: l’accordo bilaterale tra Italia e Algeria, infatti, prevede il rimpatrio dei clandestini pochi giorni dopo il loro arrivo in Italia.

Vincenzo Damiani