Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Bari – Muore una badante ucraina. Aveva paura di recarsi in ospedale

La notizia da telenorba.it
Una quarantenne di nazionalità ucraina. che da qualche mese era in Italia, è morta dissanguata nell’appartamento di un’anziana donna a cui faceva da badante, a Torre Mare.
La scoperta è stata fatta dal figlio della proprietaria che si era recato nell’abitazione per far visita alla mamma.
Accanto al cadavere, una scia di sangue partita dalla camera da letto della donne, dove è stata trovata una bacinella.
nessun segno di violenza sul corpo; la porta era regolarmente chiusa.
L’ipotesi più realistica è che la quarantenne sia morta durante la notte per un’emorragia forse provocata da una malattia non curata o da un aborto spontaneo.
In camera da letto sono stati trovati farmaci per curare la cistite. Sarà l’autopsia a stabilire con precisione le cause del decesso.
I carabinieri stanno cercando di ricostruire la rete di amicizie e conoscenze della vittima.

Il contributo dell’Avv. Iside Gjergji

Buon compleanno, Ylenia.

L’avversione di questo governo verso gli immigrati non è violazione del principio di libertà e di uguaglianza. E’ il fondamento di un processo di controriforma sociale e politica. Qualcosa di immondo e irrevocabilmente barbaro si sta costruendo in questo paese e gli immigrati ne sono le cavie. Si prova imbarazzo e vergogna, infatti, a porsi domande asettiche ed articolate sulla legittimità costituzionale del pacchetto sicurezza in corso di approvazione in Parlamento, mentre il “mostruoso” cresce davanti ai nostri occhi. Disquisire elegantemente e con dovizia di particolari tecnico-giuridici sulle violazioni delle norme dell’ordinamento o sulle incompatibilità del reato di clandestinità con l’attuale organizzazione del sistema giudiziario assume, francamente, il sapore di una indiretta legittimazione politica ed istituzionale di tale abisso di senso. Si traduce in una operazione di abbellimento dell’ “orrido”, della barbarie. Si finisce per nascondere le lacrime, le sofferenze e le ferite di donne ed uomini che, ormai, banditi dalle strutture sanitarie pubbliche perché clandestini, vengono velocemente condotti alla morte per via di banali influenze o infezioni.

Il reato di clandestinità non è ancora in vigore, ma tant’è. In un paese in cui domina lo spettacolare integrato, e in una democrazia fondata sugli indici di gradimento, ciò che conta è che il reato sia annunciato in televisione. E’ sufficiente affinché la norma diventi operativa e materialmente cogente.

L’ordine televisivo regna e gli immigrati lo provano quotidianamente sulla loro pelle. Lo sapeva, infatti, Joy , la ragazza nigeriana morta a Bari di tubercolosi il 9 marzo scorso a soli 24 anni. Aveva paura Joy di andare in ospedale e chiedere aiuto ed è morta tra atroci sofferenze. Ha avuto paura anche Ylenia, ucraina, morta dissanguata l’altro ieri, sempre a Bari. Avrebbe compiuto oggi 40 anni. Andare in ospedale per curarsi era un rischio troppo grande. Poteva essere espulsa. Era forse peggio che morire.

Essere immigrati clandestini in questo paese e in questa regione (in Puglia) si sta trasformando velocemente in un destino contrassegnato da agonia e morte. Il tutto nell’indifferenza delle istituzioni, delle opposizioni, degli enti pubblici, della cittadinanza.

Avv. Iside Gjergji