Il governo, allarmato per i risultati elettorali e condizionato dai diktat di Bossi, che attribuisce lo smacco elettorale agli sbarchi di clandestini ancora in crescita, sta cambiando le linee di intervento ed i piani di
ingaggio nei confronti delle carrette del mare che trasportano i clandestini. Mentre non si è fatto nulla per ricercare i corpi delle vittime dell’ultima strage
nel Canale di Sicilia, nella scorsa settimana, quando era stata avvistata una imbarcazione rovesciata; una strage annunciata in via ufficiosa, ma mai riconosciuta formalmente, ed adesso i pescatori stanno ritovando i primi cadaveri,
oppure ne abbandonano altri in mare, per non subire il blocco del mezzo disposto dall’autorità di polizia.
Questa sera sono giunte notizie di un tentativo di blocco in alto mare, da parte di numerose unità aeree e navali italiane, nei confronti di poveri mezzi che trasportano clandestini verso le coste siciliane.
Non sappiamo fino a che punto si spingerà questo tentativo di blocco navale.
In ogni caso si stanno mettendo volutamente a rischio delle vite umane, forse nel tentativo di dare un ennesimo esempio di rigore.
Riterremo direttamente responsabili i vertici politici e militari che hanno impartito questi ordini della vita delle persone che si trovano a bordo dei mezzi che stanno per essere bloccati. Queste decisioni si pongono contro il nostro dettato costituzionale che riconosce il diritto di asilo e contro tutte le convenzioni internazionali sulla salvaguardia della vita umana.
Ci auguriamo che la magistratura riesca ad affrancarsi dai pesanti condizionamenti del potere esecutivo, in questa come in altre materie, e persegua con rigore, a tutti i livelli, i responsabili di decisioni illegali ed inumane.
Chiediamo anche che venga finalmente fatta chiarezza sulla tragedia di Lampedusa che nel marzo dello scorso anno vide coinvolta la vedetta Sibilla. Intanto le fosse comuni del cimitero di Lampedusa si sono riempite di altri cadaveri, e tanti altri corpi sono dispersi in mare. Su questo, se la nostra magistratura tacerà ancora, ci rivolgeremmo alla giustizia internazionale.