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Bologna – Distrutto il cunicolo dove viveva la famiglia rumena

Nella mattinata di giovedì 18 dicembre la caverna dove avevano trovato rifugio nove persone di nazionalità rumena è stata distrutta dalle ruspe. Questa disumana condizione di vita era stata denunciata dall’associazione italo-albanese Skanderbeg, che si era attivata presso le istituzioni per segnalare la situazione di emergenza in cui era costretta a vivere questa famiglia con un bambino di tre anni, ma da cui non era stata ottenuta alcuna risposta. Lunedì scorso, un gruppo di cittadine e cittadini, tra cui l’assemblea di autogestione dello Scalo Migranti, era intervenuto durante il consiglio comunale per chiedere una sistemazione degna per gli immigrati che, come la famiglia di Emil, si trovano a vivere in parcheggi, accampamenti di fortuna, capannoni in disuso, case abbandonate e pericolanti. L’assessore alle Politiche Sociali Franco Pannuti ha liquidato la faccenda dicendo che la famiglia rumena si trova in stato di clandestinità e che pertanto l’attuale legge
sull’immigrazione non riconosce loro il diritto ad un alloggio. Questo è il paradosso delle politiche immigratorie in Italia, in cui il contrasto dell’immigrazione clandestina si risolve nella negazione dei diritti fondamentali, come quello alla casa. Fino a domenica Emil e i suoi genitori dormiranno presso un albergo in Via del Pallone a spese dell’associazione Skanderbeg che ha ricevuto il contributo di cittadini indignati, dopodiché il problema resta drammaticamente aperto.
L’associazione Skanderbeg cerca roulotte e camper, rinnoviamo dunque l’invito a contattare il coordinatore Giuseppe Chimisso.

Per contribuire alle spese dell’albergo per Emil e i suoi genitori sostenute dall’associazione Skanderbeg:
c/c 40361560, Banco Posta Filiale Fiera
causale: Famiglia rumena