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Bologna – I migranti in Prefettura per dire Diritto di scelta

Incontro con il Prefetto per presentare le richieste della campagna Per il diritto di scelta

Insieme alla Scuola di italiano Kalima, allo Sportello Migranti e agli attivisti del centro sociale Tpo che lo scorso inverno hanno partecipato alla campagna della rete Welcome, i migranti hanno preso il microfono per raccontare le loro storie, ma soprattutto per esprimere l’esasperazione di una attesa che si protrae da almeno 10 mesi.
Hanno raccontato ai giornalisti ed ai presenti di essere arrivati a Lampedusa, di essere stati trasferiti senza nessuna indicazione a bordo di grosse navi, dove sono stati chiusi per settimane, mentre le imbarcazioni vagavano per il Mediterraneo. Arrivati a Genova o in altre città portuali sono stati poi caricari su pullman e portati a Bologna. Qui sono stati collocati in tre diverse strutture: un ex magazzino trasformato in centro di accoglienza per l’occasione (via del Milliario), una ex casa di riposo comunale in disuso da anni (una dependance di Villa Aldini) e una ex caserma anch’essa dismessa da lunghissimo tempo (Prati di Caprara). E proprio i migranti alloggiati in quest’ultima struttura, gestita dalla Croce Rossa Italiana, hanno espresso oggi tutta la loro indignazione per un’accoglienza che è persino inferiore ai già bassi standard di servizi dei Cara: “siamo trattati peggio delle bestie, non abbiamo veri letti, quest’inverno non abbiamo avuto il riscaldamento. Quella è una prigione non un centro di accoglienza!”. Accuse molto gravi, confermate dalle testimonianze di molti dei 150 migranti che vi abitano e che lamentano anche la mancanza di assistenza e di informazioni sulla loro condizione e sulle loro prospettive.
Ci dicono di avere pazienza e di stare calmi, ma la verità è che stiamo per impazzire per la stanchezza e la frustrazione”.
Chiedono il permesso di soggiorno umanitario, perché sanno che la Commissione Territoriale Asilo potrebbe rifiutare loro il riconoscimento della protezione internazionale, come già successo in altre città: “Chiediamo la libertà di poter stare in Italia, di vivere una nuova vita. Tornare nei nostri paesi dopo aver trascorso tanti anni a lavorare in Libia sarebbe una tragedia.

Una delegazione dei sostenitori della campagna Per il diritto di scelta e dei migranti è stata ricevuta in Prefettura dove ha incontrato la Dottssa Lubreto, facente funzioni per il Prefetto. Qui è stata trasmessa formalmente la richiesta di rilasciare in tempi brevi un permesso per motivi umanitari a tutti i migranti accolti, a prescindere dall’esito dell’istanza di asilo, consentendo di poter svolgere un impiego, un corso professionale e di accedere a percorsi di inserimento e di inclusione veri.
La funzionaria ha ascoltato le richieste e le testimonianze, impegnandosi a trasmetterle al Ministero dell’Interno.

Il Presidio si è poi trasformato in un corteo, davanti alla sede della Questura di Bologna è stata scaricata una secchiata di mele marce, in riferimento agli arresti dei quattro agenti di Polizia della Squadra Mobile di Bologna per aver rapinato e percosse ai danni di migranti e di un funzionario dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Bologna che estorceva rapporti sessuali alle migranti con la minaccia di rinnovare o rilasciare il permesso di soggiorno.

Intervento dal presidio:

Intervista a Gabriel

Intervista a Kelvin
Le condizioni di vita nella struttura dei Prati di Caprara e la richiesta di un permesso per poter tornare ad essere liberi

Articolo de Il Fatto Quotidiano del 16/3/2012
“In 25 mila a rischio clandestinità”: l’appello di Strada e don Gallo