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Bologna – Le comunità straniere: incontro con l’Associazione Agorà di Mondi

Intervista a Blagovesta Guetova, Presidente dell’Associazione

Domanda: Come nasce l’associazione Agorà di Mondi e in che ambito opera?

Risposta: Agorà di Mondi si costituisce nel 2002 dalla volontà di donne di diverse etnie che da tempo sentivano l’esigenza di occuparsi della questione femminile, in particolare rispetto alla vita della donna immigrata. L’associazione raggruppa tutte le etnie presenti sul nostro territorio, anche italiane, cioè un insieme di donne che vuole dare il proprio contributo per riconoscere e affermare l’emancipazione e la dignità della donna.

Domanda: Qual è la differenza tra i problemi che si trovano ad affrontare le donne straniere rispetto agli uomini stranieri?

Risposta: Non ci sono solo differenze tra uomini e donne, tra autoctone e straniere, ma ci sono differenze tra le etnie e tra le donne stesse: diverse religioni, diversi colori della pelle. Elementi che purtroppo assumono ancora oggi un ruolo significativo. Oltre alla disparità che esiste nella società tra il genere maschile e quello femminile, si aggiunge anche il fatto di essere emigrate. Subiamo quindi discriminazioni e svantaggi rispetto al lavoro, alla difficoltà di conciliare vita di famiglia e vita professionale. Anche in una regione avanzata come l’Emilia-Romagna, l’immigrazione è ancora pensata come fenomeno maschile. Solo ultimamente si sta iniziando a parlare anche della presenza femminile all’interno della realtà dell’immigrazione, ma non sono state ancora sviluppate le politiche adeguate per intervenire sui problemi delle donne immigrate. La nostra associazione vuole dunque essere presente nei luoghi in cui queste politiche vengono decise e delineate. Non condividiamo la visione della donna come parte svantaggiata dell’umanità, al contrario riteniamo che i nostri saperi e le nostre capacità siano preziosi per tutti.

Domanda: Rispetto alla vostra esperienza di associazione, credi che il percorso di integrazione stia andando verso la valorizzazione delle competenze e dei saperi delle donne immigrate?

Risposta: Si tratta di un cammino su cui ci troviamo da molto tempo e su cui non sono stati fatti passi in avanti. C’è il problema generale delle equivalenze dei titoli di studio e delle equipollenze delle lauree, ma anche l’impossibilità di vedere valorizzate esperienze professionali e personali. Per le donne ci sono conoscenze ed esperienze che non si realizzano solo nella carriera professionale. Il lavoro non pagato, il lavoro di cura della famiglia e tutto quello che le donne fanno al di fuori dell’orario di lavoro rimangono, non solo per le donne straniere, esperienze non valorizzate né retribuite. La vita delle donne straniere resta ancora condizionata dal fattore razziale – colore, provenienza, religione – che rafforzano il processo di etnicizzazione del lavoro femminile.

Domanda: Come valuti invece l’accesso all’informazione da parte delle donne immigrate?

Risposta: A tutto quanto ho finora detto, si deve infatti aggiungere il problema della conoscenza della lingua italiana e della difficoltà di essere informate, di conoscere i propri diritti, di avere un orientamento corretto anche sulle possibilità esistenti, come corsi di formazione e proposte di lavoro. Lo Sportello di Informazione che la nostra associazione gestisce affronta tutti questi problemi e nasce proprio dal bisogno di avere indicazioni e orientamento su tutti gli aspetti della vita delle donne in città.

Domanda: Quali sono i problemi che durante l’attività dello Sportello Informativo vi trovate più spesso ad affrontare?

Risposta: Abbiamo potuto notare che fino ad ora si sono rivolte allo sportello prevalentemente donne in ricerca di lavoro o che desiderano cambiare lavoro per trovarne uno più idoneo alle proprie competenze. Abbiamo però affrontato casi di donne che hanno problemi con le famiglie per le quali lavorano come collaboratrici domestiche, oppure donne che non sanno come muoversi per ottenere alcuni documenti, ma anche tante donne che hanno semplicemente voglia di confrontarsi con altre donne perché si sentono sole e lontane dal proprio paese. Purtroppo sono numerose le donne che lavorano come colf e badanti e che si rivolgono a noi non solo per problemi di solitudine ma anche perché devono affrontare senza strumenti di difesa situazioni di molestia sessuale da parte di membri della famiglia per cui lavorano. Sono chiaramente situazioni psicologicamente difficilissime che molto spesso le donne si trovano a vivere da sole. Il nostro lavoro vuole dare strumenti di emancipazione per sconfiggere queste situazioni di ricatto.

Domanda: E’ facile o difficile per un’associazione di donne straniere portare avanti un lavoro auto-organizzato e auto-gestito? Che giudizio dai delle politiche per l’associazionismo?

Risposta: Questo lavoro è estremamente difficile. E’ richiesta una dedizione costante insieme ad un investimento personale che comporta sacrifici molto alti. Per noi non è stato facile costituire l’Associazione. Adesso la situazione non è migliorata, lavoriamo con sforzi, risorse e capacità personali. E’ molto importante riuscire a guadagnare visibilità e il dialogo con le amministrazioni locali per avere l’opportunità di mostrare le competenze e le capacità dell’Associazione. Non abbiamo ancora avuto contributi, ma puntiamo a far conoscere le nostre attività per poi presentare progetti.

Domanda: Sono previsti percorsi facilitati per quanto riguarda le pratiche burocratiche per l’associazionismo dei cittadini stranieri?

Risposta: No. Sono previsti naturalmente gli aiuti destinati a tutte le associazioni di volontariato ma la legge provinciale e regionale è la stessa per tutti. Alcuni punti della legge provinciale recentemente approvata non ci sono ancora molto chiari quindi è senz’altro più difficile per i migranti accedere a finanziamenti. Finora siamo stati coinvolti in progetti promossi da enti di formazione, ma puntiamo in futuro a presentare progetti promossi dalla nostra Associazione.

Sportello informativo e di orientamento per le donne immigrate:


Agorà di Mondi, grazie all’attività di un gruppo interno di esperte in diverse materie ed il sostegno del Coordinamento femminile CISL Emilia-Romagna, ha attivato uno Sportello informativo e di orientamento per le donne immigrate, presente presso l’ufficio del Coordinamento Femminile.
Lo Sportello è stato creato con l’intenzione di aiutare le donne immigrate che si trovano in difficoltà, che vogliono ricevere informazioni di vario genere o che abbiano bisogno di confrontarsi con altre donne e che desiderino partecipare alle varie iniziative sociali e culturali promosse dalla nostra associazione. Lo Sportello fornisce gli strumenti necessari affinché l’utente sia posto nella condizione di analizzare il proprio problema, ricercare le soluzioni e pianificare le azioni per la sua soluzione.
Orari:
Chiamare il numero 051/353980 per l’appuntamento
Ufficio del Coordinamento femminile – Via Milazzo 16, Bologna
Tel. 051.256.812