Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

A cura degli avvocati Simone Sabattini, Anna Maria Tonioni, Marina Prosperi, Susanna Cattini

Bologna – Osservatorio sui diritti umani all’interno del CPT di V. Mattei

Il testo della proposta di costituzione di un Osservatorio per il CPT di Via Mattei a Bologna

Nonostante le promesse e le dichiarazioni di disponibilità dell’allora Prefetto (che in una lettera del 11 gennaio 2002 indirizzata ai Consiglieri Regionali per l’Emilia Romagna Sabbi, Guerra e Masella ed al Consigliere Comunale Monteventi così scriveva: “Allorquando saranno completati anche i relativi allestimenti e prima che il Centro diventi operativo, è intenzione dello scrivente di richiedere al Ministero dell’Interno di poter concordare una regolamentazione delle modalità d’accesso allo stesso da parte dei rappresentanti degli enti territoriali, onde consentire di constatare tutti gli sforzi compiuti al fine di garantire il rispetto dell’incolumità e dei diritti civili, religiosi e sociali delle persone che verranno ivi ospitate, secondo le normative vigenti”) la società civile
non fu mai in grado di verificare, nè prima della sua apertura nè dopo, il reale progetto per l’istituto di detenzione del CPT e non ebbe mai (come continua a non avere) alcuna informazione o notizia circa la sua gestione,
neppure in costanza di gravi episodi di violenza sui detenuti.
A seguito delle posizioni assunte nei primi mesi del 2002 da Vasco Errani, che richiese pubblicamente di sospendere i lavori di costruzione dei CPT, nel giugno del 2002 la Regione Emilia Romagna avviò una serie di contatti con diversi soggetti appartenenti alla società civile (legali, associazioni che si occupano di immigrazione, ed il sindacato cgil) e istituzionali, finalizzati ad un confronto e ad un approfondimento circa la questione della prossima apertura del CPT a Bologna. L’esigenza comune di tutti i soggetti che furono contattati dalla Regione era quella di generare un canale di conoscenza tra la società civile e la
cittadinanza sul CPT e, come obittivo programmatico, di creare un organo di verifica del rispetto delle pratiche di trattenimento e di espulsione dei cittadini migranti ivi trattenuti con i diritti umani, in ossequio ai
principi costituzionali, alle Convenzioni Internazionali e alle specifiche norme dilegge inerenti quei Centri.
Dopo alcuni incontri, sfociati in una riunione finale, in Regione, nel luglio 2002, ciascun interlocutore fu invitato a presentare alla Regione il proprio progetto. Secondo quelli che furono gli ultimi accordi, la Regione avrebbe dovuto, da lì a breve, studiare i vari documenti, armonizzarli ed assemblarli in un unico progetto, da presentare poi alla Prefettura di Bologna.
Gli Avv.ti Sabattini, Tonioni, Prosperi e Cattini hanno fatto pervenire alla Regione un progetto per l’istituzione di un Osservatorio permanente di monitoraggio delle pratiche di detenzione all’interno del CPT, promosso dalla regione Emilia Romagna, che in tal modo si impegnava direttamente a dare un seguito concreto alle posizioni politiche espresse in merito, in cui gli Osservatori sono dotati del potere di entrare all’interno del CPT senza preventiva autorizzazione da parte della Prefettura. La Regione ed in particolare l’Assessorato alle Politiche Sociali, ricevuto il progetto, nulla ha più fatto sapere.
Da alcune dichiarazioni pubbliche rese dall’Assessore Regionale Borghi si è appreso che a marzo del 2003 la Regione Emilia Romagna avrebbe elaborato e discusso con il Prefetto i termini generali di un protocollo di intesa tra l’Ufficio Territoriale del Governo di Bologna e Modena e la Regione Emilia Romagna, finalizzato all’istituzione congiunta di un Osservatorio sulla attività dei CPT di Bologna e Modena. La Regione non ha mai reso pubblico quel protocollo. Non sarebbe comunque garantita la possibilità per gli osservatori di entrare all’interno del CPT senza previa autorizzazione. In tali condizioni non è dato neppure sapere quale sia la posizione assunta dalla Prefettura, nè quindi quali siano, in ipotesi, le obiezioni dell’Ufficio Territoriale del Governo circa la istituzione di un
Osservatorio all’interno del CPT di Bologna e Modena.

L’Osservatorio sui diritti umani all’interno del CPT:

L’Osservatorio sui diritti umani all’interno del Centro di Permanenza Temporanea (d’ora in poi Osservatorio) nasce dall’esigenza di generare un canale di conoscenza tra la società civile e la cittadinanza in ordine all’istituto del Centro di Permanenza Temporanea di Bologna di cui al decreto legislativo n.286 del 1998 anche in previsione della modifica di cui al disegno di legge Bossi-Fini di prossima approvazione.

Il progetto di creazione dell’Osservatorio viene proposto alla Regione Emilia-Romagna al fine di cooperare alla creazione e a all’attività dell’Osservatorio ai sensi dell’art.22 del Regolamento di attuazione del d. lgs. n.286 del 1998.

L’Osservatorio si costituisce in ragione della necessità di una verifica di compatibilità delle pratiche di trattenimento e di espulsione dei cittadini migranti trattenuti nel Centro di Permanenza Temporanea (d’ora in poi CPT) con il rispetto dei diritti umani in ossequio ai principi costituzionali, alle Convenzioni Internazionali e alle specifiche norme di legge inerenti il CPT.
In primo luogo l’Osservatorio svolge le proprie funzioni con riferimento alla Convenzione per la prevenzione della tortura e dei trattamenti disumani e degradanti (New York, 1984) e alla Convenzione Europea per la prevenzione della tortura e dei trattamenti disumani e degradanti (Roma, 1987), nonché al Comitato costituito ai sensi di quest’ultima. A tale proposito accoglie la definizione di tortura e di trattamento disumano e degradante prevista dall’art.1 del Convenzione del 1984 sopra citata.
L’Osservatorio promuove iniziative di studio e di collaborazione con altri organismi che si occupino di immigrazione e di tutela dei diritti umani con particolare riferimento ai temi della tratta degli esseri umani e delle lotta alle organizzazioni criminali dedite allo sfruttamento dei migranti. L’Osservatorio promuove la collaborazione con altre iniziative volte allo stesso scopo presso altri CPT all’interno dell’UE e con gli organismi comunitari che si occupano di immigrazione.
A tale proposito l’Osservatorio, anche con riferimento a quanto elaborato nel Libro Verde della Commissione Europea in data 10 aprile 2002 (COM (2002) 175) “Su una politica comunitaria di rimpatrio delle persone che soggiornano illegalmente negli stati membri”, ribadisce il dovere del rispetto dei diritti umani come previsto dall’art.6 del Trattato sull’Unione Europea e l’affermazione, quale obiettivo politico in tema di immigrazione.
L’Osservatorio in tema di richiedenti asilo promuove ogni sforzo teso a salvaguardare l’integrità del sistema comune e di una procedura comune in materia di asilo all’interno dell’UE il più accessibile possibile. Ugualmente l’Osservatorio promuove il processo di creazione di una accessibile procedura di concessione dello status di rifugiato nel rispetto della Convenzione di Ginevra del 1951 e del Protocollo del 31 gennaio 1967 e dell’art.19 del Trattato istitutivo della Comunità Europea ove si ribadisce, in primo luogo, che sono vietate le espulsioni collettive.
L’Osservatorio si avvale della attività svolta all’interno del CPT da parte delle associazioni e dei servizi, primo tra tutti lo sportello per l’informazione agli stranieri con cui condivide la banca dei dati raccolti durante l’attività stessa.

1. Componenti:
L’Osservatorio si compone di un Consiglio che si riunisce periodicamente al fine di promuovere iniziative e organizzare le specifiche attività. L’Osservatorio si avvale di esperti e di personale tecnico anche non facenti parte del Consiglio, in particolare da medici, giuristi, mediatori linguistici, assistenti sociali, che dovranno verificare il rispetto del percorso informativo sotto il profilo legale; controllare che l’assistenza medica ed assistenziale sia prestata; verificare lo stato di fatto della logistica interna al CPT (sicurezza, qualità della struttura, barriere etc.); raccogliere storie/testimonianze personali.
L’Osservatorio si avvale di esperti e di personale tecnico anche non facenti parte del Consiglio, in particolare da medici, giuristi, mediatori linguistici, assistenti sociali e singoli, che dovranno verificare il rispetto del percorso informativo sotto il profilo legale; controllare che l’assistenza medica ed assistenziale sia prestata; verificare lo stato di fatto della logistica interna al CPT (sicurezza, qualità della struttura, barriere etc.); raccogliere storie/testimonianze personali.
Per quanto riguarda l’osservatorio socio-sanitario, esso sarà costituito da un gruppo di medici ed operatori sanitari da anni impegnati nella tutela dei diritti e della salute delle persone immigrate che vivono e lavorano nel territorio di Bologna. Tale attività sarà principalmente orientata a monitorare le condizioni socio-sanitarie delle persone trattenute all’interno del centro con particolare riferimento alla congruità dei bisogni segnalati ed il percorso sanitario predisposto dalla struttura.
L’osservatorio socio-sanitario non vuole svolgere funzioni di sussidiarietà rispetto all’attività prevista dal centro e volta a tutelare il diritto alla salute psico-fisica. A questo riguardo, è importante articolare il concetto di salute psico-fisica ed affermare che la sua tutela non può essere definita sulla base di criteri determinati dalla particolare condizione di reclusione, ma in base a parametri generali, validi per l’intera popolazione. In questo senso, il nostro intervento tenderà a verificare che sia realmente corrisposta un’adeguata assistenza medica, del tutto corrispondente agli standard sanitari previsti per la popolazione italiana. Perché questo sia reso possibile, sarà utile stabilire un canale di comunicazione con il personale sanitario predisposto dalla struttura, affinché sia disponibile l’eventuale documentazione sanitaria delle persone trattenute all’interno del centro. Per verificare se ed in quale modo il trattenimento all’interno della struttura ha modificato lo stato di salute delle persone, riteniamo fondamentale che al momento dell’ingresso il centro si impegni a garantire a ciascun straniero un’ adeguata visita medica, di cui rimanga traccia nei documenti personali. La raccolta delle informazioni dovrà svolgersi nel pieno rispetto del segreto professionale e delle regole che sottendono al rapporto medico-paziente (bilateralità del colloquio senza interferenza di terzi).
Per quanto riguarda la partecipazione di giuristi all’osservatorio, si prevedono più accessi al centro da parte di avvocati iscritti all’albo degli avvocati e laureati in Giurisprudenza con specifica formazione e/o interessi in materia di immigrazione. Si precisa che i giuristi facenti parte dell’osservatorio non forniranno alcuna prestazione di assistenza legale o consulenza individuale, e che la loro presenza non potrà in alcun modo considerarsi alternativa e/o sostitutiva dell’obbligo di legge spettante all’amministrazione di fornire allo straniero trattenuto nel centro un difensore d’ufficio ove manchi di un difensore di fiducia.

Si demanda alla Regione Emilia-Romagna il compito di elaborare un piano di organizzazione della gestione delle risorse ed ogni compito di amministrazione contabile.

2. Accesso dei dati:
L’Osservatorio può rivolgersi all’Amministrazione del CPT e accedere ai dati in possesso della struttura al fine di svolgere la propria attività di monitoraggio. Il contenuto e il trattamento della banca dati dell’Osservatorio sono decisi dal Consiglio e utilizzati dall’Osservatorio per la preparazione e la pubblicazione di studi, dei rapporti e per la pianificazione della attività annuale.

3. Attività ordinaria dell’osservatorio
Ai membri dell’Osservatorio è concesso l’accesso ai CPT.
L’Osservatorio promuove iniziative di monitoraggio specifiche anche in collaborazione con altri enti, associazioni e organizzazioni non governative che abbiano comprovate esperienze in materia di immigrazione usufruendo della collaborazione di figure professionali tecniche adeguate. Ogni iniziativa, in concerto con la Prefettura, sarà comunque volta all’informazione sul rispetto dei diritti umani e degli obblighi di legge all’interno del CPT. Le modalità di accesso al CPT nell’ambito di queste iniziative sarà oggetto di accordi con la Prefettura.
L’Osservatorio redige uno o più reports riassuntivi delle proprie iniziative e un report annuale sull’osservazione dei diritti umani all’interno del CPT.
L’Osservatorio promuove la sensibilizzazione della società civile riguardo le tematiche dell’immigrazione irregolare, dello sfruttamento dei migranti, della tratta degli esseri umani e della lotta alle organizzazioni criminali dedite allo sfruttamento della prostituzione.

4. Attività straordinaria dell’osservatorio:
In casi eccezionali o ove si teme sia avvenuta una grave violazione dei diritti umani l’Osservatorio può promuovere la costituzione di una commissione di indagine di concerto con la Prefettura e la Regione Emilia-Romagna. Un membro dell’Osservatorio fa parte di diritto della Commissione o di altra iniziativa amministrativa di indagine all’interno del CPT.

4. Rapporto con lo sportello di informazione agli stranieri:
L’Osservatorio svolge la propria attività in autonomia rispetto alla sportello di informazione legale. Tuttavia l’Osservatorio promuove la collaborazione tra i due istituti e condivide con lo stesso la banca dati. Un membro dello sportello può in qualsiasi momento convocare un incontro con un rappresentante o il Consiglio dell’Osservatorio qualora la situazione lo necessitasse.

Simone Sabattini
Anna Maria Tonioni
Marina Prosperi
Susanna Cattini