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Bologna – Progetto Oltre la Strada: gli interventi della Regione Emilia Romagna su prostituzione e tratta

Intervista alla Dott.ssa Viviana Bussadori, responsabile del progetto regionale

Domanda:Come nasce il progetto Oltre la Strada e quali sono le sue caratteristiche?
Risposta:Il Progetto è nato diversi anni fa, con una delibera della giunta dell’Emilia Romagna dell’ottobre 1996. Allora si chiamava Progetto regionale Prostituzione ed era un progetto nato per la prevenzione, la tutela dei minori, la riduzione del danno, il sostegno a percorsi orientati alla ricerca di un contesto di vita diverso, rivolto alle persone che si prostituivano. Uno degli obiettivi di allora era quello di mettere in rete delle iniziative che sui territori erano già sorte, ad esempio da parte dei comuni. La caratteristica di mettere in rete le risorse presenti sul territorio contraddistingue anche oggi il progetto Oltre la Strada. Questa rete territoriale si è con gli anni notevolmente allargata ed arricchita, attualmente è composta da 12 enti – comuni, USL, consorzi socio sanitari – che operano sul territorio emiliano-romagnolo e che coprono tutte le province. Ogni ente locale ha, a sua volta, una rete composta da terzo settore, associazioni, cooperative, soggetti pubblici e privati con i quali vengono attuate le varie azioni sul territorio stesso.

D:Qual è il tipo di interventi in cui si articola il progetto?
R:Il progetto Oltre la Strada è attualmente articolato in tre grandi aree di intervento. Una è quella della riduzione del danno, ovvero la prevenzione sanitaria che viene fatta attraverso le unità di strada, che sono sostanzialmente delle unità mobili (dei pulmini) con operatori e mediatori culturali che contattano le persone che si prostituiscono in strada e danno loro informazioni di natura sanitaria e di prevenzione. A seguito dei contatti intrapresi, molte persone vengono successivamente accompagnate ai servizi sanitari, viene fatta loro consulenza su tutto quanto concerne la tutela della salute. In questo modo si tutela indirettamente anche la salute dei cittadini. Questa fase è rivolta sia a tutte le persone che sono costrette a prostituirsi in strada sia a tutte quelle che decidono in modo autonomo di esercitare questo tipo di attività.
La seconda macro area di lavoro riguarda invece i percorsi di accoglienza e protezione sociale rivolta alle persone straniere vittime della tratta delle organizzazioni criminali che le costringono a prostituirsi. Questo progetto è infatti co-finanziato dal dipartimento Pari Opportunità attraverso il fondo nazionale Lotta alla tratta, in questo ambito vengono messe in atto una serie di azioni come ad esempio dare un’accoglienza protetta dal rischio di vita che corrono queste persone in quanto vittime di organizzazioni criminali, sostegni di natura psicologica e materiale in modo da raggiungere un’autonomia rispetto alla lingua, alla casa, al lavoro e al proprio sostentamento. Questi percorsi nascono con la concessione di un permesso di soggiorno temporaneo per protezione sociale perché in linea di massima sono persone straniere clandestine, che gradualmente arrivano alla concessione di permessi di soggiorno per lavoro permettendo a queste persone di sviluppare un’autonomia e un ingresso in maniera normale all’interno della società.
L’ultima area di lavoro, collegata alla fase precedente, è la gestione della postazione regionale del numero verde contro la tratta. Anche questo è un progetto finanziato dal dipartimento Pari Opportunità, progetto su cui sono stati realizzati spot televisivi per pubblicizzare il numero 800 290 290 di cui la regione Emilia Romagna gestisce la postazione per il nostro territorio. Qui ci sono mediatrici culturali che forniscono un servizio sette giorni su sette 24 ore su 24 a tutte le persone che vogliono avere informazioni circa i loro diritti, circa i percorsi di protezione sociale e altro.

D:Qual è la composizione dell’utenza a cui è rivolto il Progetto?
R:Occorre fare una distinzione tra l’attività delle unità di strada e l’attività di quelle legate alla lotta alla tratta, sostanzialmente i percorsi legati alla protezione e integrazione sociale. Questi ultimi sono rivolti esclusivamente a persone straniere e sono previsti dalla legge sull’immigrazione. Le persone coinvolte nei percorsi di lotta alla tratta sono in prevalenza africane e dell’Europa dell’Est, questo è macroscopicamente il target. La maggior parte ha un’età compresa tra i 18 e i 24 anni. Per quanto riguarda il lavoro delle Unità di strada, il target è più allargato. La prevalenza è data da persone straniere, nord africane – soprattutto nigeriane – donne dell’est, qualche italiana, transessuali prevalentemente colombiani e brasiliani.
Occorre però specificare che la presenza su strada non è indicativa del fenomeno, nel senso che in strada c’è una piccolissima parte delle persone che si prostituiscono e che sono costrette a prostituirsi, perché la tendenza di questi ultimi anni del fenomeno prostituivo è quella di diventare un fenomeno sempre più nascosto e sommerso, poiché viene esercitato sempre più nei luoghi chiusi – club, saune, massaggi – come in alcuni casi noti a tutti rilanciati sulla stampa. Oppure in appartamenti. Per le nostre Unità di strada queste persone restano pressoché irraggiungibili e questo rappresenta certamente un problema.