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Bologna – Report dal presidio per il diritto di asilo dei profughi eritrei

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Questo pomeriggio a Bologna è stato rotto il muro di silenzio e menzogne sulla condizione dei profughi eritrei detenuti nei centri di detenzione libici. Le realtà che hanno aderito alla campagna Welcome. Indietro non si torna e che avevano partecipato alla manifestazione contro i respingimenti nell’Adriatico lo scorso 20 giugno, si sono ritrovate davanti alla Prefettura per denunciare le responsabilità del Governo italiano e del Ministro Maroni rispetto alla situazione di abuso e violenza in cui sono tenuti i migranti eritrei e tutti i i migranti che attraversano la Libia.
Un centinaio di persone con cartelli e striscioni ha manifestato il proprio rifiuto alla politica dei respingimenti frutto degli accordi tra Libia e Italia, in base ai quali dal maggio 2009 vengono respinte in mare e rinviate in Libia persone che fuggono da guerre, dittature, persecuzioni e a cui dovrebbe essere riconosciuta la protezione internazionale.
Il presidio ha inoltre espresso indignazione per la modalità con cui il Governo libico con l’approvazione dell’OIM intende risolvere la crisi umanitaria in atto, costringendo i detenuti a svolgere lavori definiti socialmente utili – in realtà lavori forzati – per sopravvivere. I partecipanti hanno denunciato questa ipotesi, che viene presentata come soluzione positiva, come un violento ricatto che equipara profughi e migranti a criminali che devono scontare una pena, evidenziando così il binomio migrante – criminale tristemente comune anche nel nostro paese.

Ass. Yabasta, Bartleby, TPO