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Bologna – Sgombero imminente del Cpa Arcoveggio

Ancora un futuro di baracche per i suoi abitanti

L’Assessore Pannuti ha confermato l’imminenza dello sgombero, previsto addirittura per lo scorso 15 giugno e ha inoltre confermato che gli abitanti possono accettare il trasferimento nel Cpa di Via Terracini, dove verrebbero a pagare un affitto mensile di 200 euro per un posto letto in prefabbricati da 12 metri quadrati da condividere con altre 3 persone.

Nessun passo in avanti, dunque, verso soluzioni abitative vere e proprie, ma ancora centri di prima accoglienza e vita in comune per lavoratori in regola con il proprio pds e che vivono in baracche da 8, 10, 13 anni.

Nessuna possibilità nemmeno di avere un luogo destinato alla Moschea, attualmente allestita in uno dei container in Via della Cooperazione, che funge da punto di riferimento e aggregazione per tutta la comunità musulmana di Bologna e provincia.
Ma il comitato dell’Arcoveggio chiede da più di due mesi l’apertura di un tavolo di confronto in cui discutere del futuro degli abitanti del Cpa e dove rivedere alcune delle condizioni imposte dalla Giunta comunale.

Abbiamo intervistato uno degli abitanti di Via delle Cooperazione che ci spiega i punti che verrebbero sollevati in un eventuale momento di confronto con le istituzioni.

R: Non abbiamo ancora deciso se vogliamo o no essere trasferiti in Via Terracini. Possiamo anche accettare ma ci sono alcuni punti di cui vorremmo si parlasse.
Il primo è il costo del posto letto (200 euro).
Il secondo è la residenza, che noi potremmo rischiare di perdere. Infatti io abito qui da 13 anni e ho fatto domanda per l’alloggio popolare attraverso il bando. Ma adesso rischio di perdere i 6 punti che ho maturato in tutti questi anni.
Il terzo punto, la Moschea, che è molto importante per noi.
Infine il contratto di permanenza presso il nuovo Cpa che dura solo un anno, dunque quando scade rimaniamo senza alloggio senza sapere dove andare.
La maggioranza di noi ha famiglia. Io ad esempio mando parte dello stipendio alla mia famiglia, in Marocco ma purtroppo non lavoro sempre; come sapete a Bologna il lavoro è regolato dalle cooperative con cui un giorno c’è lavoro ma il giorno dopo non si sa. Succede ad esempio che si lavora per due e tre mesi e poi si sta fermi per un altro mese.

D: Sperate di ricongiungervi con le vostre famiglie?

R: Sì, io lo spero. Se il Comune mi dà la casa porto la mia famiglia qui, ma se perdo la residenza e i sei punti rischio grosso.