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Bolzano 14 ottobre: Nessuna Persona è Illegale – Kein Mensch ist Illegal

Una mobilitazione per chiedere le dimissioni dell'assessora Stocker e la revoca della circolare Critelli

Vignetta di Giorgio Romagnoni
Vignetta di Giorgio Romagnoni

Adan è morto. Ucciso probabilmente da un’infezione polmonare acuitasi a seguito di una caduta dalla sedia a rotelle su cui era costretto a trascorrere le sue giornate, a causa di una malattia.

Adan è stato ammazzato dall’indifferenza, superficialità e cecità dei burocrati, delle istituzioni e delle organizzazioni che avrebbero dovuto, invece, tutelare e proteggere lui e la sua famiglia. Tutti i servizi preposti erano stati avvertiti della presenza della famiglia sul territorio della città di Bolzano, tutti sapevano, chi afferma il contrario mente sapendo di farlo. La sua sorte è l’ennesima, tragica prova del fallimento di un modello, quello sudtirolese, italiano ed europeo più in generale, di “accoglienza” delle persone provenienti dai Sud del mondo, in cerca di una speranza di migliorare la propria condizione esistenziale.

Non ci illudiamo che la giustizia dei potenti trovi delle responsabilità per la sua morte atroce, che ancora ci scuote nell’intimo, così come non le ha trovate per le centinaia di migliaia avvenute nel Mediterraneo o sulle rotte dei migranti.

Era il 27 settembre 2016 e la Provincia di Bolzano, nel momento di maggiore dibattito sulla blindatura del confine da parte dell’Austria, emanava la cosiddetta Circolare Critelli, relativa all’accoglienza delle persone richiedenti protezione internazionale vulnerabili (famiglie con minori, mamme sole con minori, donne incinte, persone con problematiche fisiche e psichiche).

L’applicazione di questa circolare, che ha cristallizzato una situazione già in essere, ha dato e continua a dare luogo, da più di un anno ormai, a prassi illegittime, con l’esclusione dall’accoglienza di persone vulnerabili.

Da più di un anno le organizzazioni non istituzionalizzate e la società civile criticano aspramente gli effetti della Critelli: famiglie con bambini, persone malate, donne sole, minori che fanno richiesta di protezione internazionale a Bolzano, non ricevono accoglienza e vengono lasciate in strada senza alcun tipo di assistenza e di informazione.

Negli anni passati, trascorsi nelle strade e nelle piazze di questa città di frontiera insieme alle nostre sorelle e fratelli migranti, abbiamo più volte sostenuto e alimentato la necessità di un centro per i migranti di passaggio in questo territorio, ricevendo come uniche risposte silenzi assordanti e calunnie. Questo non ci ha mai fermato nel cercare di aiutare tutte, senza distinzioni di sorta, le persone che hanno attraversato le nostre esistenze, coinvolgendo, caso per caso, i servizi e le istituzioni interessate.

Il diritto all’accoglienza è riconosciuto e regolato da norme nazionali e da norme dell’Unione Europea.

Per legge, la famiglia di Adan avrebbe avuto diritto all’accoglienza fin dal suo arrivo a Bolzano, tanto più in ragione delle condizioni di salute di Adan e della presenza di minori.

Il diritto all’accoglienza parte dal momento della manifestazione di volontà di chiedere protezione internazionale e l’accesso all’accoglienza deve essere garantito anche ai richiedenti protezione internazionale soggetti al procedimento previsto dal regolamento Dublino (art. 1 c. 2 e c. 3 D. Lgs. 142/2015).

In Provincia di Bolzano vige inoltre l’illegittima prassi di attuare uno screening preventivo nei confronti dei richiedenti asilo (il cosiddetto “semaforo”), che sostituisce di fatto il lavoro delle commissioni competenti in materia di riconoscimento della protezione internazionale. Questa prassi viene accettata da tutti coloro che dispongono sull’accoglienza nel territorio, senza dare adito a critiche o essere messa in discussione.

L’introduzione in materia di protezione internazionale di dispositivi contrastanti con le norme, tanto più se contenute in una semplice circolare o decise da solerti burocrati, è da ritenersi illegittima e automaticamente inapplicabile. Per questo riteniamo le organizzazioni e le istituzioni che le applicano, preposte invece ad “accogliere” ed “accompagnare” i migranti sul territorio bolzanino, come corresponsabili della morte di Adan.

La circolare Critelli è illegittima!

Invece a Bolzano ci sono famiglie e persone vulnerabili non accolte: sono centinaia le persone richiedenti protezione internazionale che hanno diritto all’accoglienza e sono lasciate in strada e sgomberate dai loro ripari di fortuna.

  • Pretendiamo, pertanto, le immediate dimissioni dell’assessora provinciale alle politiche sociali, Martha Stocker, incapace, in questi anni, non solo di cogliere la portata epocale delle trasformazioni che le migrazioni internazionali apportano al territorio della provincia di Bolzano e di conseguenza adoperarsi nel merito per migliorare le condizioni delle persone migranti che qui decidono di rimanere o passare, ma anche di aver consapevolmente ignorato le enormi criticità, ripetutamente sottolineate, della gestione locale di queste dinamiche.
  • Che la Provincia di Bolzano, che accoglie meno dell’1% del totale dei migranti accolti a livello nazionale, proceda al ritiro immediato della Circolare Critelli e provveda a fornire adeguata accoglienza alle persone vulnerabili e a tutti i richiedenti protezione internazionale che ad oggi sono costretti a vivere in strada.
  • Che il Comune di Bolzano aderisca immediatamente al sistema SPRAR e che attivi un centro di transito gestito con l’ausilio della società civile per coloro i quali (anche minori non accompagnati) intendono proseguire il loro progetto migratorio oltre le Alpi.
  • Che si istituisca un serio monitoraggio sulla condizione che le persone accolte in strutture “istituzionali” sono costrette a subire.
  • Che ci si spenda per avviare una seria pianificazione e programmazione, uscendo dall’ottica emergenziale che non fa altro che ingrossare le tasche, già piene, di quanti sulle fragilità umane continuano a lucrare e dal “duopolio dell’accoglienza” (Caritas e Volontarius) che, oggi più che mai, rivela i suoi tratti fallimentari, aprendo a soggetti liberi e indipendenti dalle decisioni dei politici e dei loro burocrati.

Invitiamo tutte le realtà sociali a non rimanere in silenzio di fronte alla negazione di diritti tanto fondamentali, di aderire e partecipare alla mobilitazione indetta per sabato 14 ottobre alle ore 14.30 in piazza Verdi, a Bolzano.

E se credete ora, che tutto sia come prima
perché avete votato ancora, la sicurezza, la disciplina
convinti di allontanare, la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti

Fabrizio De André – Canzone del Maggio

SOS Bozen e Antenne Migranti – Monitoraggio lungo la rotta del Brennero