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dal Messaggero Veneto del 24 gennaio 2008

Bortolotti: «Via gli immigrati poveri»

l sindaco firma l’ordinanza: chi chiederà aiuto sarà segnalato a questore e prefetto

«Potevamo aiutare solo il 50% dei nostri anziani perché altri non si vergognavano di chiedere»

Consulto con esperti di diritto amministrativo per non rischiare di vedersi annullare l’atto.

Stop ai sussidi sociali per gli stranieri con permesso di soggiorno se non saranno in grado di garantirsi l’automantenimento. Il sindaco di Azzano Decimo, Enzo Bortolotti, ha firmato ieri l’ordinanza (inviata a tutti i primi cittadini della regione) che limita l’assistenza a coloro che sono in possesso del permesso di soggiorno, pena la decadenza della stessa carta di soggiorno.
L’ha studiata per diversi mesi questa ordinanza, si è consultato con avvocati e amministrativisti per non incorrere in provvedimenti cassatori da parte della prefettura, quindi ha firmato. Nella sostanza, non sarà rinnovato il permesso di soggiorno agli stranieri – comunitari e non – che chiedono sussidi e aiuti all’ente comunale perché se lo fanno, significa che non sono in grado di mantenersi e quindi di soggiornare nel nostro Paese.
L’ordinanza si richiama a due direttive comunitarie recepite dal parlamento riguardanti lo status dei cittadini di Paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo e il diritto dei cittadini Ue e dei loro familiari di circolare e soggiornare negli Stati membri ed è destinata ai cittadini comunitari e loro familiari, agli extracomunitari muniti di permesso di soggiorno (anche turistico) e agli extracomunitari soggiornanti di lungo periodo. Essi, recita l’ordinanza, «sono esclusi dal diritto alle prestazioni del “sistema integrato dei servizi sociali”».
Ma cosa succederà da oggi in poi? In caso di richieste di prestazioni da parte dei titolari del permesso di soggiorno gli uffici provvederanno a vagliare le documentazioni e autocertificazioni presentate a comprova di una situazione di indigenza (cioè sotto la soglia dell’assegno sociale) finalizzate a ottenere prestazioni di interventi e servizi sociali; nel caso la prestazione fosse necessaria, sarà programmata solo per il tempo necessario a coprire l’iter connesso alla revoca del permesso di soggiorno. Poiché, infatti, «la condizione di indigenza per l’accesso ai servizi sociali risulta incompatibile con i requisiti richiesti per il rilascio del permesso di soggiorno, gli uffici provvederanno ad effettuare le dovute segnalaziuoni a prefetto e questore».
Dunque gli stranieri indigenti, ha spiegato Bortolotti che ha citato la stessa normativa già in vigore in Belgio, «se non vorranno correre rischi non potranno più sollecitare aiuto per l’affitto, l’assistenza sociale e sanitaria o gli alimenti». Un’ordinanza, aggiunge, che «va a inficiare anche il reddito di cittadinanza».
Questo Nordest, «non è più esempio di sviluppo – ha precisato Bortolotti – tanto che siamo stati abbandonati da governo nazionale e regionale. Illy, in particolare, ha riempito capitoli di spesa per la sanità degli stranieri». Ricorda che «riusciamo a soddisfare solo il 50 per cento delle richieste dei nostri anziani che vogliono rimanere in casa con i familiari» e che «i soldi non bastano più neppure per rispondere alle richieste dei residenti e i nostri uffici trattato per la maggior parte pratiche di stranieri». Tra gli anziani italiani «c’è vergogna a chiedere soldi, purtroppo altri non hanno remore». Tanto che, tra la scelta di aumentare le tasse e tagliare servizi «a chi non ne ha il diritto, abbiamo scelto la seconda strada». Ma attenzione: «Chi vive e soprattutto lavora, italiano o straniero, nulla da dire, ma se non mettiamo paletti…». Perché «conosco molti lavoratori stranieri che sgobbano e vivono qui e non è giusto penalizzarli» mentre, specie tra gli islamici «in famiglia lavora uno e mantiene quattro figli e una moglie: ma come fa?». Restano, naturalmente, altri diritti, come quello all’istruzione, alla mensa, al trasporto scolastico.
di Enri Lisetto


Una mail ai colleghi: «Fate altrettanto» Negro (Rc): «Superati i limiti di civiltà»
Il primo cittadino di Porcia Turchet esaminerà con attenzione l’incartamento La Sinistra: cerca solo notorietà nazionale.

Ha inviato una mail a tutti i sindaci del Friuli Venezia Giulia, Enzo Bortolotti, «perché molti seguano il nostro esempio»; ha inviato un’ordinanza «non xenofoba né razzista» e neppure elettorale dal momento che «non mi candido, il mio percorso parte da lontano e segue un filo logico». E mette in guardia: «Attenzione a come si spendono i soldi dei cittadini – aggiunge Bortolotti – perché secondo le normative citate, siamo chiamati a ben amministrare i soldi della “famiglia comunale” altrimenti ne deve rendere conto alla magistratura contabile».
Fin qui il caso di Azzano Decimo: e nel resto della provincia? Un sindaco, almeno al momento, raccoglie l’invito di esaminare il lavoro di Bortolotti, ovvero il primo cittadino di Porcia, Stefano Turchet, mentre Rifondazione comunista, attraverso Michele Negro, parte all’attacco.
«A Porcia – spiega Turchet – sono gli stessi extracomunitari che lavorano ad essere favorevoli alla selezione per non essere loro stessi discriminati: gli stranieri di buona volontà sono i primi a non volere i cialtroni. Quando si diventa eccessivamente solidali ed assistenzialisti, si rischia di favorire i furbi. Questo tipo di interventi che l’Ue ha valutato, possono essere ritenuti idonei per contenere il fenomeno». Turchet aggiunge una considerazione: «Penso che ci siano organismi in Italia che vivono su questo genere di emergenze e persone perché hanno sovvenzioni e trasferimenti. La stessa distribuzione del reddito di cittadinanza del Friuli Venezia Giulia, ovvero somme messe a disposizione della collettività, hanno di fatto tolto risorse agli italiani meno abbienti: ho una fascia di cittadini che non è la più bassa, ma la medio-bassa, che a queste risorse non potrà attingere. Gli amministratori locali devono vigilare perché questo genere di interventi anche nella nostra regione possono essere fatti propri da chi non ne ha il diritto». Da qui la considerazione conclusiva: «Aspettiamo l’ordinanza, la faremo valutare e poi decideremo».
Posizione opposta quella di Michele Negro, Rifondazione comunista: «Dopo essere diventato famoso e importante per la condanna a 6 mesi di reclusione risolta con l’indulto, ora il sindaco leghista di Azzano Decimo cerca notorietà nazionale pensando a una sua prossima candidatura al parlamento sulla pelle, ancora, degli immigrati. Questa volta, però, dopo il caso della precedente ordinanza senza alcun reale valore, ha superato ogni limite di civiltà e tolleranza firmando un atto che non solo non ha alcun fondamento giuridico, ma anche pretende di espellere o fare incarcerare chiunque si trovi in momentanea difficoltà o disagio economico». Pertanto, aggiunge Negro, «diventa urgente che tutte le forze democratiche, a qualsiasi schieramento politico appartengano, assumano una posizione decisa per fermare questa iniziativa che rischia di produrre danni nei rapporti civili tra la popolazione».