Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da il Manifesto del 6 dicembre 2003

Bossi non fa bingo

Bossi in versione sempre più trash: «La casa spetta a chi ha lavorato, a chi ha pagato. Ci sono decine e decine di migliaia di persone che sono in lista. Non deve esistere in un Paese serio, sennò ci trasformiamo tutti in Bingo Bongo, in immigrati simpatici con gli occhi tristi e ci facciamo dare la casa. Questo dal punto di vista della politica non è tollerabile».
Umberto Bossi, in un’altra lunga intervista a Radio Padania Libera, torna sul luogo del delitto e usa i temi del solito repertorio che ha a disposizione. I toni marcatamente razzisti, la secessione, la casa agli italiani, il battaglione degli alpini «lumbard».
Il leadeer del Carroccio non arretra di un millimetro e anzi arriva a definire «ignoranti» e «finti buonisti» quelli che hanno criticato l’uso della denominazione Bingo Bongo: «Non sanno che è una figura simpatica e positiva».
Poi l’affondo contro Fini: «La Casa delle Libertà era nata per mettere ordine a un problema grave come l’immigrazione, poi Fini cambia le carte in tavola e dice che gli dà il voto. Niente affatto, così non si fa politica».