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Brescia – Mimmo può tornare. Le motivazioni dell’ordinanza del Tar Milano

Mohamed El Haga (detto Mimmo) è nato in Egitto il 10-01-1982 a El Gharbia. Arrivato in Italia nel 2003 ha lavorato nel nostro paese in nero come saldatore e tecnico informatico. Nel 2008 ha subito una condanna per inottemperanza dell’ordine di espulsione, in quanto non avente titolo di soggiorno.

Nel 2009 ha presentato domanda di regolarizzazione con la cosiddetta Sanatoria colf e badanti (decreto legge 78 del 2009).
Dalla fine di settembre 2010 ha partecipato al presidio permanente per i permessi di soggiorno e a tutte le mobilitazioni che ne sono conseguite, manifestazioni e presidio di sostegno ai giovani saliti sulla gru. Lunedi’ 15 novembre a Milano 2010 e’ stato fermato nei pressi della Prefettura dove, in compagnia di due parlamentari italiani (Giuliana Carlino e Franco Barbato) e di una attivista bresciana, si stava recando per scongiurare l’espulsione di 9 immigrati del suo paese che erano stati fermati a Brescia in occasione dello sgombero del presidio sotto la gru avvenuto l’8 novembre; portato nella Questura del capoluogo lombardo, presso l’ufficio stranieri gli e’ stato notificato il rigetto della domanda di regolarizzazione presentata a Brescia in quanto, a seguito della Circolare Manganelli, viene considerato motivo ostativo per l’accoglimento della richiesta di emersione la condanna per inottemperanza dell’ordine di espulsione.

Tradotto al CIE di via Corelli, dove veniva tenuto in isolamento, nella giornata di mercoledi’ 17 novembre si svolgeva l’udienza di convalida del trattenimento e il suo avvocato riscontrava irregolarita’ nella notifica del rigetto della domanda di regolarizzazione e annunciava un ricorso. Il giorno successivo, senza dare tempo ai legali di Mohamed di presentare il ricorso e con una celerita’ sorprendente ed inusuale, veniva coattivamente accompagnato alla frontiera aerea di Malpensa ed espulso in Egitto. Dopo 3 giorni di detenzione in una cella dentro l’aeroporto del Cairo, Mohamed era stato rilasciato con alcuni obblighi ( impossibilita’ di espatriare e di allontanarsi senza permesso dalla provincia di residenza). ma non e’ assolutamente chiaro di cosa sia accusato in Egitto; Mohamed ci aveva parlato di un’ accusa relativa all’avere messo a rischio le relazioni diplomatiche tra Italia ed Egitto e di un possibile processo che potrebbe concludersi con l’incarcerazione; questo avveniva in Egitto pero’ prima della caduta del tiranno Mubarak, amico di Berlusconi.

Ora il TAR di Milano ha accolto il ricorso di Mimmo contro il rigetto della sua domanda di sanatoria (presentato dall’Avvocato Pietro Massarotto del Naga di Milano); adesso il giovane egiziano potra’ richiedere di rientrare in Italia e lo stesso faranno anche gli altri espulsi.
Si tratta di un altro importante passo in avanti della lotta per i permessi di soggiorno; si tratta di una nuova pesante sconfitta per Maroni, per il vicesindaco Rolfi e per la Prefettura di Brescia. Mimmo era stato colpito perche’ ritenuto uno dei simboli della lotta, non a caso in quei giorni la Lega nord aveva fatto affiggere enormi manifesti con la foto di Mimmo in una manifestazione e la scritta: “Non sarete mai padroni a casa nostra”.

Associazione diritti per tutti.