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Bruxelles, regolarizzazione subito. Gli occupanti iniziano lo sciopero della sete

Prosegue nella capitale belga la mobilitazione per il permesso di soggiorno

Foto FB @OccupationPolitiques2021

A Bruxelles la mobilitazione delle persone sans-papiers non si ferma. Dopo oltre 50 giorni di sciopero della fame, una parte dei migranti senza permesso di soggiorno che stanno occupando la chiesa di San Giovanni Battista al Beghinaggio, ha iniziato lo sciopero della sete. Lo rende noto l’agenzia di stampa AGI che sta seguendo la protesta e ha intervistato gli occupanti.
Tutto è iniziato il gennaio scorso, quando un gruppo di migranti de l’Union de Sans-papiers Pour la Régularisation (USPR), ha occupato diverse parrocchie e i locali dei due principali atenei, l’Université Libre e la Vrije Universiteit di Bruxelle, ricevendo la solidarietà il 31 maggio anche dal Consiglio Accademico.
Il movimento si è poi ingrossato unendo nella lotta le persone irregolari alla società civile belga che supporta la loro richiesta di regolarizzazione generalizzata.

In pochi mesi si sono aggiunte altre persone sans-papiers, ed il numero è cresciuto fino agli attuali 475.
Molti di loro vivono in Belgio da oltre 10 anni, una signora che occupa la chiesa perfino da 33 anni”, ha raccontato all’AGI Mohamed Alex, portavoce de L’USPR.

Sabato 17 luglio si sono dati appuntamento di fronte alla Stazione centrale di Bruxelles per manifestare, come si legge nella pagina Facebook dell’evento, “la disperazione e la rabbia per la colpevole inerzia del Governo federale belga”, accusato di ignorare gli irregolari.
Mercoledì in altre città ci saranno nuovi presidi in solidarietà con le rivendicazioni perché, viene scritto nell’evento, è necessario “che venga creata una procedura di regolarizzazione sulla base di criteri chiari e permanenti attuati da una commissione indipendente”. La piattaforma WeAreBelgiumToo ha poi promosso una petizone on line per sostenere le soluzioni proposte dall’USPR.

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“L’ultima regolarizzazione – ha ricordato Alex all’AGI – è stata fatta nel 2009, ma è stata una finta sanatoria”. Da stime governative attualmente sono 150mila i migranti privi di documenti in Belgio.
Per certi versi quella regolarizzazione ricorda le diverse “sanatorie truffa” che si sono succedute in questi anni in Italia, e che sono servite per fornire manodopera temporanea altamente precarizzata al mercato del lavoro e non certo per ridare diritti e dignità a lavoratori e lavoratrici.

In Belgio però le occupazioni e lo sciopero della fame, iniziato lo scorso 23 maggio, stanno creando dibattito, prese di posizione a loro favore e un sostegno importante. Alcuni occupanti si sono anche cuciti la bocca con ago e filo in segno di protesta e hanno postato le foto sui canali social dell’USPR.

Lo sciopero della sete rappresenta l’ultimo passo della lotta, un gesto estremo che se riuscirà a scalfire il muro dell’indifferenza del governo potrà portare dei benefici a coloro che vivono in condizioni di irregolarità nel paese, ma anche essere da stimolo a tutti quei migranti che negli altri stati europei stanno lottando o si vogliono organizzare per uscire dall’invisibilità.
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Aggiornamenti: L’union des sans papiers pour la Regularisation