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Bulgaria - Il buco nero del diritto di asilo europeo

Bordermonitoring Bulgaria - 18 novembre 2017

La Commissione Europea, l’Agenzia di Stato per i Rifugiati e il Ministero degli Interni mantengono il riserbo riguardo una lettera - trapelata - che testimonia la situazione dei richiedenti asilo in Bulgaria.

- Link all’articolo originale (ENG)

Traduzione a cura di: Angela Ciavolella, Davide Spaccasassi

Nel novembre 2017 ha iniziato a circolare tra i media un documento riservato datato 6 giugno. Il documento, scritto dal direttore della Direzione Generale Migrazione e Affari Interni della Commissione Europea, Laurent Muschel, affronta problematiche relative alle politiche adottate in Bulgaria in materia di diritto di asilo. La lettera sollecita l’Agenzia di Stato per i Rifugiati e il Ministero degli Interni ad intraprendere dei provvedimenti su alcune gravi ed inquietanti tendenze che sono state costantemente criticate da ONG, parti in causa ed esperti.

Muschel elenca una serie di problematiche sulla situazione in cui versano attualmente in Bulgaria i richiedenti asilo e i rifugiati, come: un’inadeguata assistenza legale, sanitaria e di supporto sociale, anche per quei gruppi considerati vulnerabili e per i minori non accompagnati; la carenza di personale qualificato all’interno dei centri di detenzione e di accoglienza dei richiedenti asilo; la carenza di interpreti qualificati e un’insufficiente qualità nei servizi di interpretariato; le precarie condizioni di vita nei centri di accoglienza; un alto tasso di rigetto delle domande di asilo per i richiedenti afghani, significativamente più alto della media europea, che solleva preoccupazioni circa la discriminazione e l’inadeguata o insufficiente valutazione delle loro domande; una strategia di integrazione nazionale poco chiara, carente di dettagli ed evidenze sulla sua attuazione.

Fino ad ora, la Commissione Europea (EC), l’Agenzia di Stato bulgara per i Rifugiati (SAR) e il Ministero degli Interni (MoI) non si sono ancora espressi a riguardo. Nella lettera la Commissione Europea esprime il suo sostegno alle istituzioni politiche bulgare in materia di diritto di asilo e rifugiati parlando di un “significativo ammontare di finanziamenti europei, con il sostegno operativo fornito dall’Ufficio Europeo di Sostegno per l’Asilo (EASO)”. Quest’ultimo, tuttavia, a fine ottobre 2017 ha cessato di essere presente in Bulgaria senza diffondere alcuna relazione finale sui progressi nel sistema di asilo bulgaro e senza commentare la fuga di notizie.

Nel 2016 il Ministero degli Interni ha assunto la responsabilità di 10.914 persone, tutte collocate in “pre-removal detention” (detenzione pre-allontanamento, n.d.t.) al loro arrivo nel paese [1]. Le ragioni della detenzione, che dura per giorni, settimane e spesso per mesi, rimangono poco chiare e appaiono in qualche modo arbitrarie.

Lo scorso anno Bordermonitoring Bulgaria (BMB) ha appreso, attraverso numerose interviste con alcuni richiedenti asilo detenuti a Busmantsi (un centro di detenzione situato nella periferia di Sofia), che le persone che si trovavano all’interno del campo non erano a conoscenza né del motivo, né della durata della loro detenzione. BMB ha inoltre registrato casi di detenzione di donne e minori. Nel 2016 il difensore civico bulgaro, Maya Manolova, ha rivelato che risultavano detenuti anche dei minori non accompagnati. Il ramo bulgaro del Comitato di Helsinki per i diritti umani “ha identificato 1.821 bambini non accompagnati detenuti nel centro di detenzione nazionale per immigrati”. La Fondazione Bulgara per l’Accesso ai Diritti (FAR) ha dichiarato quanto segue:

"Secondo la risposta ricevuta il 18 luglio 2016, i numeri erano i seguenti: nel Centro di Detenzione di Sofia erano presenti 409 detenuti stranieri, dei quali 337 richiedenti asilo, e nel Centro di Detenzione di Lyubiments ce n’erano 222, dei quali 53 richiedenti asilo. Ciò dimostra che le autorità hanno infranto la legge, operando in disaccordo con gli obblighi di cui all’articolo 20, paragrafo 2, del regolamento riguardante i Centri di detenzione per Immigrati, che impone il rilascio dei cittadini stranieri che abbiano presentato una prima domanda di protezione internazionale.” [2]

Oltretutto dal primo gennaio 2016, durante il periodo di valutazione delle loro domande, i richiedenti asilo possono essere collocati in strutture di accoglienza chiuse poste sotto la giurisdizione dell’Agenzia di Stato per i Rifugiati (SAR). Nel 2016, 400 persone hanno dovuto restare in “Asylum Detention” (detenzione dovuta allo stato di asilo, n.d.t.) per ragioni di "protezione della sicurezza nazionale o dell’ordine pubblico”. Ad oggi l’unica struttura chiusa ufficialmente gestita dalla SAR si trova all’interno del Centro di detenzione di Busmantsi e può contenere 60 persone. Nell’ottobre 2017, 14 dei 17 richiedenti asilo detenuti nella struttura erano afghani [3], il che conferma le segnalazioni di trattamento discriminatorio nei confronti di questo gruppo.

BorderMonitoring Bulgaria è allarmata dinanzi alla sistematica pratica dell’arresto dei richiedenti asilo in Bulgaria.

Nel 2016 oltre la metà dei 19.418 richiedenti asilo nel paese sono stati arrestati.

La situazione è particolarmente drammatica per i migranti dublinati, che possono richiedere “una sola riapertura della pratica ed entro un termine di 6 mesi dall’interruzione della procedura” [4]. Molti richiedenti asilo sono particolarmente vulnerabili all’arresto e soffrono gravi conseguenze, incluso il trauma aggiuntivo derivante dalla loro detenzione in carcere o dalle esperienze vissute durante il viaggio. Alla luce di queste criticità e dinanzi all’apparente consapevolezza dell’Unione Europea sui problemi esistenti nel sistema di asilo in Bulgaria, le deportazioni dei dublinati verso la Bulgaria risultano ancor più problematiche.


Vedi anche:
- ASGI, La Bulgaria non è un Paese sicuro ai fini del trasferimento di richiedenti asilo in applicazione del Regolamento Dublino - Consiglio di Stato, sentenza n. 5085 del 3 novembre 2017.

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Note

[1] I dati sono citati nel rapporto del Center for Legal Aid – Voice in Bulgaria, “Who gets detained? Increasing the transparency and accountability of Bulgaria’s detention practices of asylum seekers and migrants”, del 2016.

[2] HEAR, "Analytical report on the exercise by detained immigrants of the right to be heard in Bulgaria".

[3] Nella sua lettera, la Commissione Europea ha espresso le proprie preoccupazioni anche riguardo il tasso di riconoscimento dello status di protezione internazionale per i richiedenti afghani in Bulgaria relativo al 2016 (il 2,5%), di gran lunga al di sotto della media degli altri stati membri (65%).

[4] AIDA Asylum Information Database, "Country Report: Bulgaria", 2016.

Vedi anche

  • La Bulgaria non è un Paese sicuro ai fini del trasferimento di richiedenti asilo in applicazione del Regolamento Dublino
  • Tracce del flusso migratorio al confine turco-bulgaro
  • Bulgaria. Ai confini d’Europa si muore ancora
  • Bulgaristan*: prima di entrare, toglietevi le scarpe
  • Bulgaria - Freedom Now! Protesta al Centro di detenzione di Busmantsi, Sofia
  • ASGI - La riforma del regolamento Dublino va sostenuta dall’Italia
[ 29 novembre 2017 ]
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Photo credit: Bordermonitoring Bulgaria - Il Centro di detenzione per immigrati di Busmantsi (Sofia).

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