Washington – La ricetta di Bush sull’immigrazione fa arrabbiare anche i suoi. Il presidente ha rilanciato l’idea di concedere visti di lavoro temporanei ad alcuni immigrati illegali e si impegna a sormontare l’opposizione all’iniziativa, forte all’interno del partito repubblicano. Il presidente ha riproposto le idee di riforma dell’immigrazione, presentate un anno fa e rimaste da allora nel cassetto, in un’itervista al Washington Times. Rispondendo a domande a tutto campo, il presidente riconosce, fra l’altro, che gli Stati Uniti hanno il problema di otto milioni di lavoratori immigrati illegali e debbono risolverlo: ci vuole, dice, un passo “razionale”, non il riconoscimento a tutti “della cittadinenza istantanea”.
Bush si ripromette in particolare di concedere permessi temporanei a quanti svolgano lavori che i cittadini americani non vogliono fare. I critici della proposta, però, ritengono che finirà solo con l’incoraggiare un maggior numero di immigrati clandestini a cercare di entrare negli Stati Uniti, mentre Bush sostiene che il provvedimento allenterà la pressione sulle frontiere dell’Unione. Tom Tancredo, un deputato repubblicano del Colorado, ha detto di essere determinato a bloccare l’iniziativa presidenziale e calcola che fino a 180 membri del suo partito lo sosterranno.
L’iniziativa tuttavia, è uno dei primi passi per presentare alcune priorità di politica interna del secondo mandato. Fra queste ci sono le limitazioni dei ricorsi e degli indennizzi contro le pratiche di malasanità; l’estensione della riforma della scuola elementare realizzata nel primo mandato alla media inferiore; il varo di una politica energetica rimasta a metà del guado dopo la presentazione della primavera 2001.
Il Presidente martedì ha spinto avanti la campagna principale, quella per una profonda riforma della sicurezza sociale.
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