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Da Carta del 12 settembre 2008

Bussolengo: il racconto della visita ai Campos in carcere

Piero Pettenò, consigliere regionale veneto del Prc, ha incontrato nel carcere di Verona i rom italiani picchiati dai carabinieri di Bussolengo. Ed emergono nuovi particolari di una giornata da incubo. «Vogliamo un’indagine accurata», dice Pettenò.

Piero Pettenò, consigliere regionale del Veneto del Prc, ha incontrato nel carcere di Verona Giorgio e Sonia Campos e Denis Rossetto, i rom italiani che sarebbero stati picchiati dai carabinieri della casemba di Bussolengo lo scorso venerdì 5 settembre. «Nonostante le condizioni del carcere di Verona, che è uno dei più sovraffollati d’Italia quasi 800 detenuti per 400 posti teorici, i Campos sono stati sistemati decentemente – dice Pettenò – Quello che è agghiacciante, invece, è il racconto del pestaggio, che i Campos hanno ripetuto, senza sbavature o contraddizioni rispetto alla denuncia che hanno presentato. Abbiamo potuto vedere sul corpo di Giorgio Campos e di Denis Rossetto, a una settimana dai fatti, ancora i segni del pestaggio subito, lividi ed ecchimosi diffuse. Le compagne di cella della signora Campos hanno raccontato che nei primi giorni di detenzione anche lei aveva lividi dappertutto».
Il racconto di quel terribile venerdì si arricchisce di altri dettagli: «Giorgio Campos è stato trasferito dalla caserma di Bussolengo dove è avvenuto il pestaggio a quella di Peschiera, dove invece è stato trattato secondo la legge, solo che, quando è andato all’ospedale di Peschiera per chiedere di essere visitato, dato che accusava forti dolori al torace, si sono presentati lì due carabinieri in borghese della caserma di Bussolengo, che lo hanno prelevato e riportato a Bussolengo, picchiandolo durante il tragitto e minacciandolo». Le minacce e le vessazioni sono proseguite fino a sabato 6, quando Giorgio Campos, Denis Rossetto e Sonia Campos si sono ritrovati al tribunale di Verona per l’udienza che ha convalidato il loro fermo [sulla base delle accuse di tentato furto e resistenza all’arresto mosse dai carabinieri di Bussolengo]. Durante il tragitto dalla caserma di Bussolengo al tribunale, Giorgio ha raccontato a Pettenò di essere stato tenuto ammanettato nel furgone dei carabinieri e costretto a stare sdraiato per terra, mentre i militari gli tenevano gli scarponi addosso e continuavano a minacciarlo per costringerlo a non denunciare quanto accaduto. Compreso l’accanimento sulle roulottes dei Campos, devastate [al momento non si sa da chi] quando erano rimaste sul piazzale Vittorio Veneto a Bussolengo, dopo che i Campos erano stati portati nella caserma dei carabinieri. A verificare i danni, sono stati i figli dei Campos, arrivati sul posto un paio di giorni dopo assieme a un avvocato.
«La paura dei primi giorni sembra aver lasciato il posto all’impegno civile – dice Pettenò – Perché i Campos sembrano decisi a non lasciarsi intimidire. Il fatto più grave che emerge dal loro racconto, oltre alla violenza micidiale a cui sono stati esposti, loro e i loro figli, è che sembra che al pestaggio abbia partecipato praticamente tutta la caserma di Bussolengo. Ci auguriamo che le indagini della magistratura possano arrivare a stabilire le eventuali responsabilità individuali dei militari, senza reticenze e senza omertà».

Enzo Mangini