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CPT, la negazione della sicurezza

Comunicato stampa del Forum sociale di Modena

Come facciamo ormai da più di un anno, ribadiamo per l’ennesima volta la nostra totale contrarietà nei confronti di quelle strutture detentive per migranti, al limite della legalità e dell’umanità, che vanno sotto il nome di Centri di
permanenza temporanea. Da anni ci opponiamo alla loro costruzione in tutta Europa e ancor di più ci inorridisce che ne sia stato realizzato uno a Modena, proprio in concomitanza con l’applicazione di quelle modifiche alla Turco-Napolitano che vanno sotto il nome di legge Bossi-Fini. A pochi mesi dall’apertura, tutte le nostre motivazioni hanno preso drammaticamente forma e non hanno più bisogno di essere spiegate: il fallimento, un terrificante boomerang politico per entrambi i poli, è sotto gli occhi di tutti. Quasi tutti i giorni il centro è in prima pagina per le sue fughe, le rivolte, i danneggiamenti e le violenze. Il CPT di S. Anna, oltre ad essere un luogo di detenzione disumano e ingiusto, è pericoloso e criminogeno per i migranti, per i cittadini indigeni, per gli operatori della sicurezza e gli operatori sociali che malauguratamente hanno scelto di collaborarvi. Solo negli ultimi dieci giorni, grazie alla presenza del CPT, i cosiddetti comitati per la vivibilità devono fare i conti con tredici nuovi cosiddetti clandestini che vagano per le strade: portati a Modena dal CPT, resi furiosi dalle condizioni di detenzione e perciò fuggiti, ora pronti a delinquere pur di sopravvivere senza dover chiedere
aiuto a quella autorità che li ha sbattutti in gabbia per reimpatriarli. Crediamo che coloro che si fanno vanto di avere a cuore la sicurezza dei cittadini dovrebbero avere la minima onestà di riconoscere che hanno preso un granchio colossale.

Sulle coste meridionali gli sbarchi aumentano e non sarà lo stupido orrore dei CPT a fermarli: solo una economia globale più giusta e di pace avrebbe questo potere. Per questo motivo e per la sicurezza dei residenti di S.Anna e di tutta Modena, ci associamo con calore alla proposta, che noi facciamo dal febbraio del 2002, di convertire il CPT di via La Marmora in un centro di accoglienza o in una struttura residenziale consona all’accettazione e non alla repressione, sottraendo se
possibile l’edificio ai privati che ne sono proprietari. Altresì siamo preoccupati per le condizioni di detenzione di coloro che ancora non sono riusciti a fuggire, nel timore che la repressione delle continue rivolte sfugga di mano alle forze dell’ordine e agli operatori delle associazioni incaricate della gestione dei diversi servizi. Per questo motivo stiamo preparando una nuova, prossima visita di
una parlamentare, nella speranza che essa possa avvenire al più presto. Crediamo che la città debba in qualche modo riacquistare una forma di controllo su questa struttura che, proprietà di privati che tentavano di operare un guadagno come un altro, è diventata per Modena una vera sciagura umana, sociale e politica. Perciò, fiduciosi che la politica possa ancora esprimere i sentimenti sani del tessuto
sociale, confidiamo che questo diventi un punto centrale e qualificante del dibattito politico che condurrà ai famosi accordi del centrosinistra in previsione delle prossime elezioni amministrative.

Forum sociale di Modena