Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Caltanissetta – Per Mohamed deportazione finale

Comunicato stampa della Rete antirazzista siciliana

Questa mattina alle ore 6 Mohamed Aouadi ha lasciato il Centro di
permanenza temporanea di Caltanissetta con destinazione Palermo per
essere da qui deportato in Tunisia.

Mohamed, dopo aver scontato la
pena detentiva per i reati di contraffazione di documenti e
associazione a delinquere, era stato scarcerato giovedì 25 novembre e
condotto direttamente al CPT di Caltanissetta.
Mohamed venne infatti
arrestato nella primavera del 2001 insieme ad altri quattro suoi connazionali:
Essid Sami Ben Khemais, Kammoun Mehdi, Bouchoucha Moktar, Ben Soltani
Adel. Per tutti, secondo l’ormai noto teorema musulmano = terrorista,
l’imputazione di far parte di una cellula terroristica legata ad Al
Quaeda operante nella moschea di viale Jenner a Milano. Nonostante
diverse intercettazioni telefoniche e le dichiarazioni del pentito
Riadh Jelassi, le accuse di associazione terroristica non sono state
provate in sede processuale e i cinque sono stati condannati
unicamente per la violazione degli articoli 81/416/110/648 del codice
Penale. I cinque, in quanto considerati dal regime di tunisi
oppositori politici, hanno già subito nel loro paese una condanna in
contumacia dal tribunale militare .
La sorte degli oppositori politici
del governo tunisino è infatti rimessa all’arbitrio dell’autorità
militare che risponde unicamente ad esigenze ed interessi del potere
politico e ciò in piena inosservanza delle regole democratiche vigenti
in Italia e in Europa.

A nulla è valsa la mobilitazione dei militanti
della Rete Antirazzista Siciliana, che invano hanno cercato di mettere
in contatto Mohamed con un avvocato per presentare ricorso al decreto
di espulsione convalidato lunedì dal giudice di pace. Dopo la vicenda
della Cap Anamur, ancora una volta il Governo italiano ha dimostrato
che, se si vuole, in meno di una settimana si può decidere sulle sorti
di una persona, accellerando le procedure di espulsione.

Adesso
Mohamed rischia una morte sotto tortura nelle prigioni tunisine.

Stessa sorte toccherà ai suoi coimputati, se non si farà qualcosa per
impedirlo.

FREEDOM HURRIA LIBERTA’

Rete Antirazzista Siciliana