Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Manifesto del 10 settembre 2009

Cantieri sociali – Clandestino Day

di Pierluigi Sullo - Carta

Scusate se insisto sul tema, ma la trasmissione di Riccardo Iacona, «Presa diretta», domenica sera su Rai3, ha strappato qualche velo pesante – almeno al livello dei grandi media – come hanno scritto qui Norma Rangeri e lo stesso Iacona. Il fatto è che abbiamo argomenti inoppugnabili contro il razzismo di Stato riassunto dal cosiddetto «pacchetto sicurezza».

L’altroieri è stato il presidente del Tribunale dei minori di Genova, Adriano Sansa, a ricordare in una lettera alle forze dell’ordine che ributtare in mare i minori è proibito da leggi internazionali e italiane, e che a norme illegali bisogna disobbedire. L’aggressione ai migranti è poi – mi pare – la principale causa di scontro tra la chiesa e il governo, anche se quel che è apparso è lo squallore dell’attacco di Feltri a Boffo: nelle sue innumerevoli propaggini, la chiesa cattolica è in grande tensione, di fronte a impedimenti alla cura dei «clandestini», alla registrazione all’anagrafe dei nuovi nati, e insomma tutto quel che il delirio leghista ha infilato in quella legge. Meno visibile è il gran daffare di aggregazioni sociali o culturali di ogni tipo.

Il 17 ottobre si ritroveranno tutte insieme, con anche le grandi associazioni e i sindacati, per la manifestazione nazionale convocata da tempo. E Carta, nel suo piccolo, ha lanciato il Clandestino Day, il 25 settembre, giorno in cui ciascuno, nella sua città, potrebbe fare cose, qualunque cosa ritenga utile per svelenire l’atmosfera, comunicare con i cittadini, tessere legami con i migranti e, appunto, coltivare la manifestazione nazionale. Abbiamo pubblicato questa proposta alla fine di luglio e, nonostante agosto, possiamo già elencare decine di luoghi in cui reti di associazioni stanno organizzando le attività più diverse (i posti dove si vuol proiettare «Come un uomo sulla terra», il film che ha rivelato quel che accade in Libia ai migranti e rifugiati che cercano di sbarcare in Europa, sono moltissimi).

Il panorama si arricchisce di giorno in giorno, come si può vedere nel secondo sito di Carta, il nuovo sito Clandestino (il cui indirizzo internet è clandestino.carta.org, senza il classico www davanti). E sì, perché non ci basta lavorare come somari sul settimanale (che questo venerdì uscirà con una copertina sugli «attenzionati», i gay e le lesbiche che vengono schedati) e sul quotidiano on line (che ha ricominciato a «uscire» lunedì scorso): ci siamo anche inventati un sito interamente dedicato alla lotta al razzismo, pieno di documenti, elenchi (come l’«auto-censimento antirazzista» o la lista delle attività del 25 settembre), articoli e interviste, ecc.

Lo facciamo perché crediamo che la pandemia di razzismo è molto diffusa, colpisce appunto anche gay e lesbiche, ma c’è un focolaio dal quale il virus si diffonde, ed è, come scrive Annamaria Rivera nell’articolo che ha inaugurato il sito Clandestino, la disumanizzazione di un’intera categoria di persone, gli stranieri, i «clandestini», la «feccia umana che ci invade». Il nuovo sito è a disposizione di chiunque, a partire da chi già fa un lavoro egregio sul tema, come Fortress Europe o Melting Pot, citati da Riccardo Iacona, e moltissimi altri. Chissà che non si riesca a tessere relazioni, a fare rete, come si dice, e a rafforzare quindi chi, come a Novellara, si dà da fare per creare la nuova società popolata di nuovi cittadini. Sarà un caso, ma il giorno dopo la trasmissione di Rai3 ci ha scritto una mail un circolo di Rifondazione per chiedere il film «Come un uomo sulla terra» (che Carta regala ai suoi nuovi abbonati), da proiettare la sera del 25 settembre nella festa che hanno organizzato nel loro paese, proprio Novellara.

Come ho scritto la scorsa settimana, mi pare di annusare nelle organizzazioni sociali un clima di sfiducia, la sensazione di essere piccoli e soli, insomma di non essere in grado di fermare l’imbarbarimento. E quando l’ho scritto, qualcuno di ha risposto che no, lui non è «ottimista». Ma a parte il fatto che l’isteria di Berlusconi è un segnale che le cose, da quelle parti, non vanno proprio a gonfie vele, a me pare che i buoni argomenti che ho citato e la quantità di gente perbene che rifiuta il razzismo sono buone premesse per chiudere al più presto questa stagione arida (come diceva il titolo di un film sul Sud Africa dell’apartheid).