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Caos Lampedusa, Viminale invia prefetto. Sindaco: sciopero generale a oltranza. Nazioni Unite: situazione insostenibile

Un Centro di identificazione ed espulsione (Cie) a Lampedusa in funzione entro brevissimo tempo – gia’ nei prossimi giorni – e l’accordo bilaterale con la Tunisia per i rimpatri di gruppo: per evitare il collasso del Centro di prima accoglienza dell’isola, dove si trovano 1.840 immigrati a fronte di una capienza massima di 850 posti, il Viminale sta lavorando in queste due direzioni.
Anche perche’ la situazione nell’estremo lembo d’Italia potrebbe peggiorare presto, non solo per le proteste dei lampedusani o per quelle dei migranti: nelle ultime informative inviate al ministero dell’Interno, l’intelligence ha segnalato che nei porti libici ci sarebbero circa cinquemila persone pronte ad affrontare la traversata. Clandestini che potrebbero essere spinti a partire anche per far pressione sulla delegazione italiana, che si trova attualmente in Libia per cercare di dare finalmente attuazione all’accordo che prevede il pattugliamento misto delle coste con delle motovedette fornite dall’Italia, con l’obiettivo di spuntare qualcosa in piu’.
Dunque il Viminale si sta muovendo affinche’, gia’ al prossimo Consiglio dei ministri in programma venerdi’, la questione sia definita. Sempre partendo da un punto fermo sul quale il ministro Maroni non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro: gli immigrati che sbarcano a Lampedusa verranno rimpatriati direttamente dall’isola e non verranno smistati in altri centri, da cui e’ piu’ facile allontanarsi e far perdere le proprie tracce.
A Lampedusa il ministro ha inviato il capo del Dipartimento delle Liberta’ Civili e Immigrazione, il prefetto Mario Morcone, con l’obiettivo di verificare la situazione e studiare le soluzioni piu’ a portata di mano. E a Roma ha messo i tecnici al lavoro affinche’ predispongano un provvedimento (si tratterebbe di un’ordinanza di protezione civile e non di un decreto) con cui trasformare la base di navigazione Loran – una struttura appartenuta agli americani e ora delle Capitanerie di Porto – in un Cie, indispensabile per poter espellere direttamente da Lampedusa gli immigrati. Sull’isola sono gia’ al lavoro per predisporre la struttura e nelle prossime ore dovrebbero esservi trasferiti i primi immigrati.
Sul fronte politico, invece, l’obiettivo immediato e’ quello di chiudere al piu’ presto l’accordo con la Tunisia per i rimpatri di gruppo, visto che oltre mille dei 1.840 migranti attualmente a Lampedusa provengono proprio da quel paese. Le trattative, secondo quanto si apprende, sarebbero a buon punto e non e’ affatto esclusa una conclusione positiva entro pochissimi giorni.

Sindaco: A Lampedusa sciopero generale ad oltranza – La decisione del ministro dell’Interno di realizzare a Lampedusa un centro di identificazione per procedere celermente alla espulsione degli immigrati per il sindaco di Lampedusa “è qualcosa di preoccupante che crea allarme nel territorio”. L’amministrazione isolana ha già preso le sue ‘contromosse’ che porteranno ad uno sciopero generale ad oltranza. Il ‘programma’ prevede un comizio del sindaco in piazza “per informare il popolo sulla decisione assunta da Maroni”. Venerdí alle 17, il presidente del consiglio comunale, Vincenzo D’Ancora, di Forza Italia, ha già convocato il consiglio comunale dietro richiesta del capo dell’opposizione Giuseppe Palmeri per discutere delle ultime emergenze.
Poi tutti si recheranno davanti al municipio per comiziare al popolo. “Ci saró anche l’ex sindaco Salvatore Martello (Ds) – dice De Rubeis – il segretario locale di Idv, Di Malta e rappresentati di associazioni ed esponenti politici locali. Tutti insieme in coro per dire no a quelle che sono le volontà del ministro.Per martedí sarà proclamato lo sciopero generale ad oltranza”.
Il sindaco De Rubeis, che da poco ha revocato la sua ‘vice’ la senatrice della Lega, Angela Maraventano dice di aver già ricevuto, in segno di solidarietà e vicinanza, adesione al preannunciato sciopero generale da varie associazioni ma anche dalla portavoce dell’Alto Commissariato per i rifugiati delle nazioni unite, Laura Boldrini , da parlamentari regionali di tutti gli schieramenti. “Mi ha telefonato anche l’ex presidente della Regione siciliana, Angelo Capodicasa e forse, allo sciopero, ci sarà anche Claudio Baglioni cittadino onorario di Lampedusa”.

Nazioni Unite: insostenibile situazione nel centro di lampedusa – La situazione nel centro d’accoglienza di Lampedusa e’ ‘insostenibile’. Lo ha dichiarato la portavoce dell’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu (Unhcr) in Italia, Laura Boldrini.
‘La situazione ci preoccupa molto: il centro ospita attualmente 1.840 immigrati clandestini, nonostante la sua capacita’ sia di 850 persone’, ha detto all’Afp Laura Boldrini.
‘Numerosi immigrati – ha aggiunto – sono costretti a dormire all’aperto, nel freddo e sotto la pioggia, coperti solo da teli di plastica’.
Secondo Boldrini, la situazione nel centro ‘non e’ solamente dovuta all’afflusso di immigrati di questi ultimi giorni, ma anche alla nuova politica del governo’.
Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha annunciato a fine dicembre che gli immigrati verranno rispediti direttamente nei loro Paesi da Lampedusa, senza essere trasferiti in altri centri di accoglienza in Italia, allo scopo di accellerare le procedure di espulsione.
Secondo la portavoce dell’Unhcr, degli immigrati arrivati a Natale si trovano ancora nel centro di Lampedusa nell’attesa che siano verificate le loro identita’ e le loro richieste d’asilo. ‘Non puo’ continuare cosi’. Questa situazione – ha sottolineato – crea delle tensioni e fa pesare una minaccia sulla sicurezza degli mmigrati che si trovano nel centro’.
Nella notte 53 extracomunitari sono riusciti a sbarcare direttamente sull’isola ma, subito dopo, sono stati bloccati dai Carabinieri. Uno dei clandestini e’ arrivato morto.

Camera; radicali, Gheddafi viola diritti umani, no ad accordo – ‘I diritti umani sono puntualmente violati da 40 anni dal regime di Gheddafi, che ancora non ha ratificato la convenzione Onu sui diritti dei rifugiati’. E’ uno dei temi trattati, in micro interventi da trenta secondi ciascuno, nell’Aula della Camera dai deputati radicali che si oppongono alla ratifica del Trattato Italia-Libia.
‘Una violazione – ripetono i radicali a Montecitorio – che si ripete quotidianamente con gli sbarchi sulle coste italiane di immigrati dalla Libia, che nell’autunno del 2008 hanno sfiorato le 8000 unita’, quattro volte in piu’ rispetto all’anno precedente, nonostante gli accordi del 2007, con cui Gheddafi si era impegnato a contrastare l’immigrazione clandestina’.
I radicali contestano inoltre che i 5 miliardi di dollari previsti dal Trattato ‘saranno consegnati al governo di Gheddafi, in cambio di appalti affidati ad imprese italiane tra cui Impregilo, sotto inchiesta a Napoli per il disastro dei rifiuti in Campania, e ai capitali dell’ex colonia’.