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Capodanno a Pian del Lago

A cura dell'Avv.Giovanni Annaloro, ASGI

Il nuovo anno si apre con una tragedia che ha colpito uno degli “ospiti” del Cpta “Pian del Lago” di Caltanissetta.
Quello che è stato definito il “miglior centro di permanenza temporanea d’Europa”, ha visto, nella notte tra il 31 dicembre e 1 gennaio, consumarsi la fine dell’esistenza di un tunisino, Mehdy Alih di 30 anni.
Lo stesso, secondo quanto si apprende da notizie che si rincorrono freneticamente, avrebbe accusato il malessere dopo avere appreso per telefono della morte di un parente. Sarebbero intervenuti i sanitari del centro, che avrebbero provveduto a sedarlo. Gli stessi sanitari, dopo una seconda crisi cardiaca, ne disponevano il trasferimento in ospedale, visto l’aggravarsi delle condizioni. M.A. sarebbe dunque morto in ambulanza nel corso del successivo trasporto in ospedale.

Giungono notizie, non riportate dagli organi di stampa, di proteste e contestazioni all’interno del CPTA che hanno visto protagonisti i compagni di detenzione amministrativa di Alih.
Il quotidiano la Sicilia riporta la notizia in cronaca di Caltanissetta così come di seguito:
Poche ore dopo l’arrivo del nuovo anno nel Centro di Permanenza Temporanea ed Assistenza di Pian del lago si è consumato un “giallo” del quale al momento non si ha ancora risposta. Intorno alle 3,30 dal Cpta (dove vengono trattenuti gli extracomunitari in attesa di riconoscimento e più verosimilmente di espulsione) sono partite invocazioni di soccorso perchè, in uno dei padiglioni adibiti a dormitorio, c’era un uomo che si era sentito male improvvisamente. Si trattava del sedicente tunisino Mehdy Aliy, 30 anni compiuti lo scorso 13 aprile, che dopo i primi tentativi di soccorso prestati dai connazionali, è stato immediatamente trasferito nell’infermeria del Centro dove c’è sempre un medico (h24) che presta le prime cure a chi ne avesse la necessità.
Il medico dell’Albatros (la cooperativa che si occupa della gestione della struttura) ha subito disposto il trasferimento in ospedale del trentenne tunisino, ma l’uomo è stato colto da una nuova crisi (probabilmente cardiaca) ed è morto prima che l’ambulanza arrivasse al pronto soccorso del “Sant’Elia”.
Dalle notizie trapelate, pare che Mehdy Aliy non presentasse sul corpo segni di violenza, per cui sembrerebbe improbabile che sia rimasto vittima di un pestaggio; viene pure escluso che possa avere assunto sostanze proibite.
Del caso è stato subito informato il sostituto procuratore di turno il quale disporrà all’autopsia per stabilire l’esatta causa che ne ha causato il decesso. Mehdy Aliy si trovava a Caltanissetta dal 18 novembre scorso, e doveva essere ancora ascoltato dalla Commissione che interroga gli extracomunitari sbarcati sulle coste siciliane per provare a stabilirne l’effettiva nazione di provenienza e la loro identità certa.
Mahdy Aliy era tuttavia sospettato di essere stato già in passato in Italia e di essere stato successivamente raggiunto da provvedimento di espulsione dal suolo italiano, evidentemente non ottemperato. Per questo motivo era recluso nel Cpta di Pian del lago. Oggi il medico legale dell’ospedale Sant’Elia, dott. Vito Milisenna, dovrebbe procedere all’autopsia del cadavere del tunisino allo scopo di stabilire se la morte è sopraggiunta per cause naturali o per altri motivi.
Secondo fonti diverse M.A. potrebbe avere accusato i primi malori dopo la telefonata con la quale apprendeva del decesso di un parente, telefonata che sarebbe avvenuta prima ( nel pomeriggio del 31 ?)della crisi fatale e del decesso. Sarà l’autopsia a stabilire i tempi intercorsi tra i primi segni della crisi cardiaca e il successivo arresto cardiaco che ne ha determinato la morte, le cause e l’orario esatto del decesso, tutti i relativi documenti sono stati sequestrati dalla magistratura inquirente.
Nelle ore successive al decesso, appresa la notizia, si è attivata la mobilitazione di varie organizzazioni sociali e di forze politiche che si stanno organizzando per chiedere innanzitutto che venga fatta chiarezza sulle reali cause del decesso di Mahdy Aliy . . Alla tragedia dei morti nel Mediterraneo si aggiunge oggi quella dei morti nei CPTA.
Il fatto, comunque gravissimo per la perdita di una vita umana, desta diversi quesiti, tra questi, rimane da chiarire quale assistenza sanitaria (e con quali modalità) venga prestata all’interno dei CPTA.

Si auspica che gli organi preposti prendano contatti con l’autorità consolare al fine di risalire ai familiari della vittima.
Ci auguriamo che, una volta per tutte, si faccia chiarezza sull’uso degli psicofarmaci all’interno dei CPT, anche perché in una precedente visita di Medici senza frontiere nel CPT di Caltanissetta si era rilevata l’assenza del registro obbligatorio per la somministrazione degli psicofarmaci.
Ci si chiede infine se e come sia stata sedata la protesta all’interno del CPTA. Speriamo di avere presto notizie e risposte più dettagliate.

Avv.Giovanni Annaloro
ASSOCIAZIONE STUDI GIURIDICI SULL’IMMIGRAZIONE