Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Caravana Canarias 2021, dal 17 al 24 di luglio

Contro le politiche che affogano i sogni. Per i diritti delle persone in movimento

Dopo 5 anni e una pandemia irrisolta, la Caravana Abriendo Fronteras resiste e fa rotta verso l’arcipelago delle Canarie!
Dal 17 al 24 di luglio insieme a Carovane Migranti viaggeranno per rendere visibili e denunciare le violazioni dei diritti fondamentali delle persone in transito, per accompagnare e tessere reti di solidarietà con persone e gruppi che si trovano nelle Isole Canarie e per continuare a rivendicare il diritto alla mobilità umana. Perché tutti i diritti sono per tutti o sono privilegi.
A breve sarà disponibile il programma completo della carovana; è possibile unirsi o ricevere informazioni contattando gli organizzatori all’email [email protected] oppure via whatsapp al numero: +393515505315.

L’appello che promuove la Caravana Canarias 2021

Ci trasformano in una frontiera, in un luogo di separazione, di divisione, di difesa dei diritti delle élite, dei loro privilegi a costo di espropriare la maggioranza della popolazione dei propri diritti, delle nostre libertà e di poter soddisfare i nostri bisogni fondamentali. È molto facile trasformare le isole Canarie, Lesbo o Lampedusa in prigioni a cielo aperto. Le isole Canarie sono già state un luogo di esilio o di prigione in altri momenti della storia e ora è l’insieme migranti ad essere il capro espiatorio.

La frontiera spettacolo ci viene venduta come una frontiera che manda un messaggio alla popolazione interna; quello della sottomissione e della paura. Un altro messaggio, quello della repressione e della morte, è invece confezionato per quanti arrivano da territori esterni alla Fortezza. Le circostanze politiche, sociali ed economiche degli ultimi anni hanno aggravato alcune delle condizioni che spingono le persone a decidere di emigrare. L’impatto della pandemia è grave nei paesi dell’Africa e del Sahel occidentale, da dove provengono i migranti che arrivano alle isole Canarie e dove l’economia informale è molto importante. A questo bisogna aggiungere l’impoverimento associato ai processi di globalizzazione, l’estrattivismo che spoglia queste comunità delle loro risorse e dei loro modi di vita; i conflitti armati in alcune di queste regioni, in cui i governi europei hanno una responsabilità storica e, in molti casi, stanno giocando un ruolo attivo. Non c’è alcun effetto chiamata, per contro l’espulsione dai paesi di origine è incoraggiato.

La chiusura delle frontiere ha riattivato il transito su rotte sempre più pericolose, come quella delle Canarie, che insieme alle politiche migratorie assassine promosse dall’UE, ha fatto sì che almeno 1851 persone abbiano perso la vita l’anno scorso e più di 2.000 siano scomparse nell’Oceano.

Le isole Canarie, uno dei territori più impoveriti dello stato spagnolo, con una situazione sociale insostenibile a causa della crisi economica che ha accompagnato la pandemia con l’arresto della monocultura turistica, è diventato una frontiera coloniale dell’Europa del capitale.
Alla forte militarizzazione delle isole come piattaforma del neocolonialismo estrattivista, si aggiunge questo nuovo ruolo di guardia di frontiera contro la sensibilità della sua popolazione, che, come è diventato evidente, si mostra per lo più solidale con i migranti, organizzando numerose reti di sostegno in difesa dei loro diritti, per alleviare le conseguenze del razzismo istituzionale.

Durante l’ultimo anno le condizioni di detenzione, il sovraffollamento e il blocco sulle isole sono stati drammatici.
Il contesto dell’emergenza sanitaria derivante dal COVID-19 e le politiche migratorie, coperte da un nuovo patto europeo, sono servite come scusa per legittimare la violazione dei diritti umani, il razzismo istituzionale e la violenza della polizia. Il diritto alla libera circolazione è stato violato chiudendo le persone in isole-prigione, creando una narrazione crescente che alimenta il razzismo e apre le porte all’estrema destra. Una narrazione che è intenzionale perché sono gli interessi delle élite che regolano de facto il diritto alla mobilità umana. Ecco perché, con l’avvicinarsi della stagione turistica, i flussi migratori si trasformano e la frontiera diventa più permeabile, espellendo i migranti per accogliere i turisti.

Viaggiamo per organizzare, per riunirci, per ascoltare e per imparare da una prospettiva femminista e decolonizzatrice.

Dal 17 luglio, quando ci incontreremo a Gran Canaria, fino al 24, quando ci saluteremo a Tenerife, realizzeremo azioni di denuncia e rivendicazione e avremo spazi di incontro per conoscere e discutere di esperienze, lotte e azioni dei collettivi locali che accompagnano e sostengono i migranti e di altre forme di resistenza alle frontiere.

Denunceremo le politiche migratorie assassine e il nuovo Patto Europeo su Migrazioni e Asilo che continua a puntare su rimpatrio, deportazione, esternalizzazione delle frontiere attraverso la firma di accordi di “riammissione” da parte di paesi terzi come strumenti fondamentali di controllo delle frontiere, senza preoccuparsi dei diritti umani e di un’ accoglienza dignitosa.

Denunceremo i dispositivi di privazione o semi-privazione della libertà, gli spazi di contenimento come i campi, i CIE, i CATE, i CPR; la militarizzazione e la presenza di FRONTEX nelle isole Canarie. Continueremo a rafforzare le reti e le alleanze, esigendo il diritto alla salute e ai vaccini per tutte le persone, rivendicando il diritto di chiedere asilo, la libertà di movimento e la regolarizzazione per tutte le persone in situazione amministrativa irregolare che si trovano nei territori europei.

Quest’estate, nel contesto della Gira Zapatista por Europa, saremo presenti sulla rotta delle Canarie e, ancora una volta, ci collocheremo in una prospettiva globale e storica; come una Carovana Europea che è consapevole che le cause che costringono i popoli a spostarsi si ripetono; che il muro-confine è uno, anche se cambia nome, e che non si dimentica ciò che succede o è successo nel presente o nel passato in altri luoghi in Europa, Mesoamerica, Africa e Asia; nel Mediterraneo, nello stretto di Gibilterra, nei Balcani o lungo il corso del Rio Bravo.

Caravana Abriendo Fronteras e Carovane Migranti
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whatsapp al +393515505315.