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Cassazione: punire gli “ex clandestini” rumeni?

Devono essere ancora condannati – dopo l’ingresso ufficiale della Romania nell’Unione Europea, avvenuto lo scorso gennaio – quei rumeni che sono clandestinamente entrati in Italia e, prima del 2007, hanno continuato a restarci nonostante l’ordine di espulsione ricevuto dal questore?

Il quesito – che riguarda i processi per violazione delle norme sull’immigrazione ancora pendenti a carico di cittadini rumeni – sarà risolto dalle Sezioni Unite della Cassazione. Infatti la Prima sezione penale – con l’ordinanza 15758 – si è posta il problema, per evitare che in proposito possano nascere delle decisioni contrastanti.

Il nodo giuridico da sciogliere è: “se la sopravvenuta circostanza che dal primo gennaio 2007 la Romania è entrata a fare parte dell’Unione Europea, giustifichi l’applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 2 del Codice penale, e debba far pronunciare l’assoluzione, con la formula perché il fatto non è previsto dalla legge come reato, nel processo a carico di un cittadino rumeno imputato per l’inosservanza dell’ordine di lasciare il territorio italiano anteriormente emesso dal questore a seguito del decreto prefettizio di espulsione”.

Si tratta, in sostanza, di stabilire se debbano essere applicate ai rumeni le norme più favorevoli previste dall’articolo 2 del Codice penale. Secondo il Sostituto procuratore generale, Vladimiro De Nunzio, “in caso di modifiche mediate della legge penale, conseguenti alla successione di norme integrative del precetto penale”, l’applicazione dell’art. 2 cp che stabilisce che nessuno può essere punito per un reato abrogato da una legge successiva alla sua commissione, “costituisce una linea di fondo prevalente nella giurisprudenza”.