Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Venezia – Cècile Kyenge su CIE, Ius Soli, Asilo e Bossi-Fini un tavolo interministeriale per cambiare

In Laguna per il Premio Città di Venezia. Presentato il film 18 ius soli

Questa è l’Italia matura pronta al cambiamento che vive nella società ed in alcuni enti locali; potremmo sintetizzare così la gionrata che Cècile Kyenge ha trascorso in Laguna per il Premio Città di Venezia nell’ambito della 70^ Mostra del Cinema di Venezia, insieme al Consiglio d’Europa e il Comune di Venezia per presentare il documentario 18 Ius Soli sul tema del diritto di cittadinanza per i figli degli immigrati nati e cresciuti in Italia.

Ma se questa è una spinta che vive nella società – quella per il riconoscimento dei diritti di cittadinanza – non sembrano ancora all’altezza di questo cambiamento le istituzioni centrali che su questo tema hanno competenza a decidere.

La Ministra ha il merito di metterci la faccia ma ancora lontana è la pssibilità di trasformare il dibattito in corso in azioni concrete. Di ciò che in questa ennesima discussione è emerso sembra infatti più importante ciò che non può essere detto: il Ministero dell’Interno sarà difficilmente in sintonia con le parole della Ministra.

Sullo sfondo rimane la ricchezza che molti territori sanno esprimere. Venezia su questo terreno, con il suo Premo Città di Venezia, con la Biennale e la Mostra del Cinema sempre più attente ai temi sociali, un’amministrazione che nonostante la crisi non ha smesso di aver a cuore queste tematiche, ed un mondo dell’associazionismo all’avanguardia, lo ha dimostrato ancora.

Al dibattito hanno partecipato l’On del Parlamento EU Sandro Gozi , Alberto D’Alessandro (Direttore della Sede Italiana del Consiglio d’Europa), Paolo Baratta (Presidente della Biennale del Cinema), Franco Corradini (Assessore e Coordinatore del Network delle Città Interculturali), Flavia Barca ( Assessore alla Cultura del Comune di Roma), Sindaco di Venezia Dott. Orsoni, Sandro Simionato (Vicesindaco del Comune di Venezia), Mauro Moro (Civitas Futura) Maruan Oussaifi (Presidente ANOLF 2 G) oltre ai giovani protagonisti del documentario come Sadio N’Fall.
Si tratta di un’occasione – dicono gli organizzatori – per rilanciare la richiesta di cambiamento delle legge di cittadinanza per i ragazzi nati e cresciuti in Italia.

– I saluti del Sindaco Orsoni

– L’intervento iniziale di Cècile Kyenge

– L’intevento del Vice-Sindaco Sandro Simionato

– Nicola Grigion (Melting Pot) su Cie, Cittadinanza e Asilo e la risposta del Ministro

– Venezia – Cècile Kyenge su Bossi-Fini, Asilo, Lega Nord

Scheda documentario 18 “Ius soli”

“18 Ius soli” (2011) è il primo documentario grassroots italiano ad affrontare il tema del diritto di cittadinanza per chi è nato e cresciuto in Italia. E’ opera del regista bolognese Fred Kuwornu, realizzata in collaborazione con l’Associazione Amici di Giana, la Cineteca di Bologna, Officina Cinema Sud-Est, Anolf Giovani di Seconda Generazione e altre associazioni. Racconta con il linguaggio della docu-fiction la storia di alcuni “nuovi italiani”, ma al tempo stesso promuove il dibattito legislativo e culturale sul diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia. Al film documentario, al quale hanno partecipato anche il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini e l’onorevole Andrea Sarubbi, è affiancata una campagna di comunicazione sociale e un social network di cui fanno parte le maggior associazioni, enti, fondazioni, think tank che si stanno impegnando a portare anche in Italia lo “Ius soli” temperato, cioè la legge per cui, dopo un ciclo di studi in Italia, i minori nati da genitori immigrati possano acquisire la cittadinanza italiana. Il progetto “18 Ius soli” è basato su 15 storie reali di ragazze/i tra i 18 e 22 anni, intervistati in tutt’Italia, con origini asiatiche, sudamericane, africane, europee, che hanno come minimo comune denominatore il problema di non aver ancora ottenuto la cittadinanza italiana per i più svariati motivi. Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, “18 Ius soli” vuole rimuovere quest’ostacolo burocratico e rinnovare il concetto dell’essere italiani, attuandolo nel presente.