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Centinaia di europei, tra cui vigili del fuoco e sacerdoti, arrestati per “solidarietà” ai rifugiati: lo rivelano i dati

May Bulman, Independent - Sabato 18 Maggio 2019

Gareth Fuller/PA Archive/PA Images (Fotografia tratta da OpenDemocracy)

Vigili del fuoco, sacerdoti e donne anziane sono tra le centinaia di europei arrestati, o indagati, per aver dimostrato “solidarietà” ai rifugiati e ai richiedenti asilo negli ultimi cinque anni. Casi del genere sono nettamente in aumento negli ultimi 18 mesi, lo dimostrano nuove ricerche.

Un database realizzato da openDemocracy, sito web su temi di attualità mondiali, rivela che 250 persone, in tutta Europa, sono state arrestate o incriminate, a vario titolo, per aver fornito cibo, riparo, trasporti e altri “gesti elementari di gentilezza umana” ai migranti.

Il numero di questi casi è aumentato notevolmente nel 2018, con oltre 100 casi registrati lo scorso anno: il doppio rispetto al 2017. Nella maggior parte dei casi del 2018, si è trattato di arresti e accuse per aver fornito cibo, trasporti o altro genere di supporti ai migranti irregolari.

Tra i casi identificati ci sono: un vigile del fuoco spagnolo che rischia fino a 30 anni di carcere per aver salvato alcuni migranti che stavano annegando in mare in Grecia, un olivicoltore francese arrestato per aver sfamato e offerto riparo ad alcuni migranti al confine con l’Italia e una donna anziana danese di 70 anni che è stata condannata, e multata, per aver offerto un passaggio a una famiglia con bambini piccoli.

I sostenitori dei diritti umani hanno affermato che questo “giro di vite“, da parte delle autorità europee, sul lavoro svolto da ONG e singoli individui che assistono richiedenti asilo e rifugiati, è andato “contro lo stato di diritto” ed hanno esortato gli Stati membri dell’UE a “rinnovare il proprio impegno a favore dei diritti umani e i valori europei.

Un’ammonizione è venuta, poi, dagli stessi attivisti, riguardo alla possibile avanzata dei partiti di estrema destra alle prossime elezioni europee (sul cui terreno di scontro tiene banco proprio il tema dell’immigrazione) che potrebbe portare, probabilmente, ad un ulteriore aumento del numero degli arresti nel continente.

L’avvertimento è arrivato dopo che Amnesty International ha chiesto ai governi europei di intervenire per fermare “la criminalizzazione dei difensori dei diritti umani” in seguito all’arresto del cittadino britannico, Tom Ciotkowski, il quale sta facendo i conti con cinque anni di carcere in Francia ed una multa, fino a 7.500 euro (6.500 sterline), per aver documentato gli abusi della polizia sui rifugiati a Calais.

I sostenitori dei diritti umani hanno chiesto venga ritirata ogni accusa mossa contro il trentenne, bollando le stesse accuse come “ingiuste ed emblematiche” delle molestie e delle intimidazioni subite dai volontari al nord della Francia.

Elisa de Pieri, ricercatrice di Amnesty International, ha affermato che le autorità europee stanno cercando di “bloccare i volontari che offrono alle persone quel minimo indispensabile di cui hanno bisogno per sopravvivere” e tutto ha avuto inizio da quando l’Italia ha deciso di chiudere i porti alle imbarcazioni di rifugiati.

Ciò ha lanciato un messaggio molto potente, ma è il messaggio sbagliato, secondo cui le ONG stavano facendo qualcosa di sbagliato. E ora questo genere di discorsi sta dilagando anche in altri paesi seppur questi non si affacciano sulle coste meridionali” ha aggiunto.

Si è iniziati, così, a dipingere un’immagine negativa delle ONG e dell’assistenza umanitaria che ha giocato a favore dell’estrema destra […] e ha avuto un effetto agghiacciante. C’è una differenza tra il contrabbando e il sostegno alle persone che non possono far fronte ai beni di prima necessità.”

Le nuove ricerche, condotte sulla base di inchieste giornalistiche e ricerche delle ONG in tutta Europa e di altre fonti online, parlano di persone arrestate, indagate o minacciate di detenzione o multe, in ben 14 paesi europei dal 2015. In stragrande maggioranza ciò è avvenuto in: Italia, Grecia, Francia, Regno Unito, Spagna, Germania e Danimarca.

La lista è considerata la più esaustiva mai stilata prima d’ora su casi del genere avvenuti ai confini sebbene gli attivisti ritengano trattasi, con tutta probabilità, della “punta dell’iceberg” in quanto molti sono i casi non ancora individuati.

Dunja Mijatović, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, ha detto che è stato “preoccupante” vedere “le crescenti pressioni e restrizioni” imposte dai paesi europei sul lavoro di quegli individui e di quelle ONG che assistono i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati.

Fanno i conti con oneri amministrativi pensati apposta per rendere impossibile il loro lavoro, con le stigmatizzazioni di una retorica politica fuorviante e ostile e persino con le accuse penali,” ha proseguito.

Invece di introdurre misure restrittive su chi aiuta i migranti a vivere una vita più dignitosa, gli stati membri del Consiglio d’Europa dovrebbero essere più severi riguardo all’applicazione delle norme concordate e porre, finalmente, i diritti umani e il principio di condivisione delle responsabilità al centro delle proprie politiche di migrazione ed asilo.

Sarebbe ora che i leader politici di tutti gli Stati Membri rinnovino il proprio impegno a favore dei diritti umani, dello stato di diritto e dei valori europei. Questo è sia un dovere legale che un dovere morale!

Josh Hallam, direttore di zona dell’organizzazione benefica “Help Refugees” di Calais, ha affermato che la “criminalizzazione” dei volontari che stanno cercando di aiutare le persone ha costituito una pratica “preoccupante” e “che va inasprendosi,” teme, nel nord della Francia.

I nostri volontari sono accusati di «diffamazione», «aggressione» ed «oltraggio» perché hanno portato alla luce la violenza della polizia e l’orrendo trattamento riservato a profughi e migranti per mano delle autorità che dovrebbero proteggerli,” ha continuato Josh.

“Fara causa ai volontari fa solo parte degli sforzi atti a scoraggiare le persone che vogliono sostenere gli sfollati. Intimidazioni, molestie, sorveglianze ingiustificate, multe ridicole, minacce di arresto, aggressioni e violenze attive sono state tutte denunciate dai volontari – ma ancora accadono, qui, regolarmente. [sic]

Questo tipo di trattamento dei volontari è diventato così endemico tanto da essere entrato a far parte integrante dei nostri corsi di formazione per nuovi volontari, prima che vadano a lavorare a Calais.”

I paesi di tutta Europa hanno criminalizzato gli atti che facilitano l’immigrazione clandestina, tra questi l’assistenza diretta o indiretta all’ingresso, alla circolazione o all’insediamento in un paese da migranti irregolari fino alla fornitura di alloggio, cibo, riparo e assistenza ai trasporti.

In alcuni casi, queste leggi esistono da anni ma, ora, vengono applicate con crescente severità sotto la guida dei leader di estrema destra, affermano le ricerche.