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La Sicilia - Cronaca di Caltannissetta del 20 gennaio 2005

Centro identificazione a Pian del lago

Il Centro di prima accoglienza di Pian del Lago il 22 aprile si trasformerà in «Centro di identificazione».
Una modifica, quella prevista dalla legge «Bossi-Fini» sull’immigrazione, che non va letta come un semplice cambio di etichetta posto davanti al cancello della struttura nissena.
E’ volta invece a riconoscere il ruolo di primaria importanza del centro di Caltanissetta nell’attuazione delle politiche di gestione dei flussi d’immigrazione da parte di profughi e clandestini.
Sostanzialmente i richiedenti asilo politico non saranno più costretti a fare la spola per Roma in attesa che la Commissione nazionale per l’immigrazione decida se esitare favorevolmente la pratica o disporre l’espulsione immediata. Non dovranno più vivere in un limbo d’incertezza che in media dura vari mesi. Con la trasformazione del centro di prima accoglienza in centro di identificazione, i richiedenti asilo ospitati a Caltanissetta potranno restare all’interno della struttura.
E sempre in città verranno uditi da nuove commissioni per l’immigrazione istituite ad hoc in Sicilia dal ministro degli Interni ed entro 20 giorni dal loro arrivo in Italia potranno sapere se potranno restare nel nostro Paese o se dovranno ritornare a casa.
Una conversione di denominazione e di competenze che certamente arriva anche alla luce dei risultati ottenuti nel 2004 dalle forze dell’ordine e dai 70 lavoratori della cooperativa sociale «Albatros 1973» impegnati all’interno del centro di Pian del lago.
Le indagini di polizia giudiziaria condotte dall’Ufficio immigrazione in collaborazione con la Squadra mobile ha consentito l’individuazione dei 4 scafisti che lo scorso 8 giugno fecero sbarcare nelle coste di Gela 115 extracomunitari. Il centro di permanenza si è poi distinto nel processo di gestione dei 4.875 stranieri ospitati nel quadriennio 2000-2004, riuscendo a scovare tra essi ben 1.742 extracomunitari da rimpatriare.
Con un’impennata di ospiti nel 2004 (+ 61,5 per cento rispetto al 2003): 1.707 gli stranieri ospitati nel centro di permanenza, 1.082 sono stati trattenuti, 625 i rimpatriati.
Se a questi dati si sommano i 280 rimpatri nei Paesi d’origine effettuati dal centro di prima accoglienza, si scopre come i centri di Caltanissetta siano quelli con il più alto numero d’espulsioni in Italia, ben 905.
«Ciò – afferma il dirigente dell’Ufficio immigrazione, dott. Michele Emma – sempre nel pieno rispetto dei diritti di cui godono gli immigrati. Basti considerare che colui che teme il rimpatrio ricorre solitamente ad atti di ribellione e stratagemmi per scappare dalla struttura. E a Caltanissetta, questo, è avvenuto poche volte. L’eccezione fu una rivolta in occasione del rimpatrio di 50 egiziani. Questo clima di serenità è dovuto proprio all’attenzione degli operatori della Questura e quelli sociali tutta puntata sulla prevenzione, esplorando con professionalità ogni possibile causa della mancata accettazione della domanda di asilo, da un lato l’atteggiamento di dialogo, di ascolto e di disponibilità alla risoluzione di ogni problematica legata allo stato del trattenuto e, dall’altro, la necessaria fermezza nel rispetto delle norme».
Dichiarazioni, quelle del vice questore Emma, che vengono suffragate anche dai resoconti delle ispezioni effettuate dall’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati e dal Comitato per la prevenzione delle torture del Consiglio d’Europa secondo cui il Cpta è il miglior centro d’Italia.
Ma proprio ieri sera intorno alle ore 19 dal centro di prima accoglienza di Pian del lago c’è stata la fuga di un folto gruppo di immigrati, oltre una ventina, che si sono dispersi nelle campagne circostanti. Hanno scavalcato la recinzione e si sono allontanati in tutta fretta. Le forze dell’ordine hanno avviato le ricerche che si sono protratte per tutta la notte.

Riccardo Riggi