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da Il Giornale di Vicenza del 6 febbraio 2010

Cgil, Cisl e Uil, no allo sciopero Immigrati: «Si farà lo stesso»

Ieri sera una riunione con i rappresentanti dei confederali nella sala dei padri Saveriani. 27 febbraio niente acquisti e i bimbi a casa da scuola. Il 1 marzo astensione dal lavoro con fiaccolate e manifestazioni in città. I sindacati: «Attenti, pericoloso non lavorare».

Vicenza. Immigrati: sciopero o non sciopero? Li hanno lasciati discutere per oltre un mese. Poi, ieri sera, Cgil,Cisl e Uil nel sala dei padri Saveriani di viale Trento li hanno chiamati a raccolta. Sul tavolo una questione importante: la protesta che gli immigrati intendono organizzare il prossimo 1 marzo. Se ne parla da tempo, ora i tempi stringono e dalle parole si deve passare ai fatti.
Dietro l’angolo, però, si cela una spaccatura. Da una parte gli immigrati con le varie associazioni- che rappresentano più anime all’interno degli oltre 80 mila migranti che vivono nel Vicentino-, dall’altra i sindacati confederali che, se sono riusciti a gestire il ricorso contro il sindaco di Montecchio Maggiore e la delibera relativa agli spazi abitativi, ora corrono il rischio di vedersi superare da chi non intende perdere l’occasione rappresentata dal 1 marzo per parlare di leggi, integrazione e razzismo.
Al di là di quanto accaduto a Rosarno, la protesta dovrebbe riguardare tutte le province italiane e anche altri Stati, tra cui la Francia, dove l’iniziativa è partita dopo un appello via internet.
Ecco la proposta dei sindacati. Giancarlo Pederzolli (Cisl). «Ci rendiamo conto -ammette- che il clima nei confronti degli immigrati non è dei migliori, ciò non toglie che se manifestazione deve essere, allora bisogna separare quanto è accaduto a Montecchio Maggiore per parlare più in generale della loro situazione coinvolgendo anche associazioni e lavoratori italiani. Quindi non si può parlare di sciopero». Messaggio chiaro, che non lascia dubbi di alcun genere. «Alla luce di questo -aggiunge Fabiola Carletto (Cgil)- va bene la manifestazione, ma non l’astensione dal lavoro. Sì allo sciopero della spesa il 27 febbraio, ma se protesta dev’essere, quest’ultima deve riguardare tutta la cittadinanza. La Cgil ha già proclamato una giornata di sciopero il prossimo 12 marzo su lavoro e fisco e anche i temi degli immigrati potrebbero essere discussi». Infine, non resta che Carlo Biasin (Uil): «Gli immigrati devono stare attenti a parlare di sciopero: in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, i datori di lavoro ne potrebbero anche approfittare. Fermo restando che dovremo lavorare su iniziative che riguardano sia gli stranieri che gli italiani. Non possiamo immagine una giornata di astensione solo degli stranieri. Devono essere coinvolti tutti».
Gli immigrati? «Non vogliamo che sindacati si mettano di mezzo – puntualizza Morteza Nirou del Coordinamento stranieri -. Questa è una nostra manifestazione e nessuno la può strumentalizzare. Manifesteremo, staremo a casa con i nostri figli, su questo non si discute. Dobbiamo solo decidere gli ultimi dettagli su come avverrà la dimostrazione a Vicenza oppure a Montecchio, che ha già avuto l’adesione del coordinamento studenti e di altre associazioni».
Se questa è una voce, dall’altra parte c’è Condè Ousname dell’ Unione immigrati che raccoglie i rappresentanti di 25 etnie. «Il 27 febbraio sciopero della spesa e i bambini non andranno a scuola, il primo marzo astensione dal lavoro per gli immigrati e poi manifestazione. Faremo anche una fiaccolata. Ma protesteremo in maniera civile per salvaguardare i nostri diritti, e chiedere rispetto in un Paese in cui il premier sostiene che se ci fossero meno migranti ci sarebbe meno delinquenza. Per non parlare del permesso di soggiorno a punti. Protestiamo contro decreti, leggi che sono solo punitivi nei nostri confronti».
Questa volta gli immigrati vogliono muoversi da soli, fuori da ogni schieramento precostituito.