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Comunicato stampa del Laboratorio AQ16 di Reggio Emilia

Chi ha lavorato effettivamente deve avere il permesso di soggiorno!

A Reggio Emilia sono state presentate circa 8000 “dichiarazioni di emersione” dal lavoro nero di lavoratori extracomunitari subordinati. Quella che è stata denominata dai mass-media come una sanatoria per gli extracomunitari in realtà era tale solo per i datori di lavoro che hanno avuto l’opportunità di regolarizzare le omissioni contributive relative ai dipendenti occupati “in nero” con il versamento di modeste somme (con 700 euro per ogni lavoratore dipendente, il datore di lavoro poteva regolarizzare tutto il pregresso e mettersi al sicuro da controlli e sanzioni). Appena iniziata la fase della presentazione delle domande, molti lavoratori si sono visti negare dal datore di lavoro la regolarizzazione (che, secondo la legge italiana, era dovuta a prescindere dalla sanatoria); altri si sono visti chiedere cifre variabili dai mille ai diecimila euro per la presentazione della dichiarazione (ovviamente oltre ai contributi).

Molti lavoratori hanno pagato.

Si badi bene: non si trattava di falsi lavoratori che cercavano un permesso di soggiorno non dovuto, ma di lavoratori a tutti gli effetti che già da tempo lavoravano e che hanno continuato a farlo, magari per un datore di lavoro diverso da quello dichiarante.

Per mesi, da settembre a oggi, molti lavoratori hanno dovuto versare somme, asseritamente destinate al versamento dei contributi, per avere la busta paga. Ora, avvicinandosi il momento della convocazione davanti il preposto ufficio del governo, molti lavoratori sono costretti ancora a pagare affinché il datore di lavoro vada a firmare il contratto di soggiorno o affinché li licenzi (essere stati licenziati è un’altra possibile condizione per ottenere il permesso di soggiorno temporaneo).

Da ultimo, si sta verificando una situazione catastrofica per centinaia di lavoratori: vi sono casi in cui la Questura non concede il nulla osta richiesto dalla legge, ritenendo che il datore di lavoro abbia presentato una domanda falsa. Centinaia di persone che da mesi e/o anni lavorano, che hanno pagato i loro contributi e quelli dovuti dai datori di lavoro, che sono stati sfruttati e ricattati, rischiano così di essere espulsi.

Crediamo che sia necessario fare emergere le realtà dei fatti, anche a fronte di una situazione formalmente difforme.