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Chiude il CPT di Agrigento

di Giovanni Di Benedetto dell’Osservatorio migranti di Agrigento

Non appena le condizioni metereologiche invernali accennano ad un lieve miglioramento, riprendono i viaggi dei migranti dal Sud del mondo. Per riferirsi soltanto agli avvenimenti dell’ultima settimana, ricordiamo che circa 200 richiedenti asilo aspettano il pronunciamento della commissione centrale del ministero degli interni che il 9 e il 10 Dicembre è arrivata ad Agrigento. Il rischio è che il numero dei dinieghi sia molto elevato. Nel frattempo continuano gli sbarchi: 181 persone sono arrivate a Porto Empedocle il 15 Dicembre scorso. Stipati in un capannone dell’Italkali, letteralmente in mezzo ai cumuli di sale, i nuovi arrivati sono stati spediti in serata al CPT di Crotone. Stessa sorte hanno subito i 120 disperati, per la maggior parte dichiaratisi palestinesi, arrivati a Licata Giovedì 16 Dicembre. Sono stati ammassati in una palestra nei pressi dell’ufficio delle imposte. Dopo un solo giorno di permanenza, le condizioni allucinanti del luogo già evidenziavano, ancora una volta, l’impreparazione che, a tutti i livelli, soffre, riguardo al tema dell’accoglienza, la nostra provincia. Una delegazione di attivisti e militanti della Rete Antirazzista Siciliana ha potuto visitare i migranti informandoli della possibilità di richiedere asilo politico. Sono stati inoltre immediatamente individuati alcuni minori che le autorità locali hanno provveduto a trasferire in ospedale.

Dei 300 boat people sbarcati a Lampedusa, non sappiamo nulla. Si temono purtroppo nuove ondate di deportazioni, così come è avvenuto un paio di mesi fa, con i 1200 profughi illegalmente inviati in Libia senza alcuna identificazione legale e in contrasto con tutte le leggi nazionali e internazionali.
Nel frattanto giunge una notizia importante. Pare che dopo una visita di una delegazione del Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa, il CPT di Contrada San Benedetto sarà definitivamente chiuso. Non possiamo non esprimere al riguardo tutto il nostro plauso e tutto il nostro consenso. La chiusura del CPT di San Benedetto ci auguriamo sia definitiva. I recenti provvedimenti ci danno ancora una volta ragione: da anni sostenevamo che il lager di San Benedetto andava chiuso per sempre. Un capannone industriale non può essere la risposta al problema dell’accoglienza. Il fatto che il CPT di Agrigento chiuda significa il fallimento delle politiche di respingimento e di chiusura delle frontiere. Agrigento in questi anni è stata il terreno di sperimentazione più avanzato delle strategie sicuritarie che volevano fare della nostra città il baluardo e la trincea della frontiera che chiude ogni possibilità di ingresso ai popoli della riva sud del Mediterraneo. Questa strategia si è rivelata perdente: adesso occorre davvero cambiare strada.