Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
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Proposta di testo d’appello per il Gruppo NO CPT del tavolo migranti dei social forum

Chiudere i centri di permanenza temporanea! Libertà per tutti i migranti!

28 dicembre 1999- 28 dicembre 2003

A quattro anni dal rogo avvenuto al CPT di Trapani “Serraino Vulpitta” in cui morirono sei giovani immigrati

Manifestazione nazionale a Trapani
Domenica 28 dicembre 2003

Perché a Trapani?

La strage del “Vulpitta” rimane ancora oggi l’evento più drammatico da quando in Italia furono istituiti i Centri di Permanenza Temporanea con la legge Turco-Napolitano.
Con questa legge lo Stato italiano partoriva un mostro giuridico, la detenzione amministrativa di soggetti ritenuti pericolosi solamente perché poveri.
I pestaggi, le intimidazioni, le torture fisiche e morali perpetrate dalle forze dell’ordine dentro questi “spazi d’eccezione” sono emblematici del fatto che l’Italia per i migranti è un vero e proprio Stato di polizia.
Complici di queste politiche segregazioniste sono le organizzazioni umanitarie laiche e religiose che cogestiscono i CPT, il cui lavoro sembra solamente quello di somministrare psicofarmaci e di curare in loco gli eventuali feriti onde evitare “scottanti” referti medici ospedalieri.
Nei CPT di tutta Italia, soprattutto dopo l’entrata in vigore della Bossi-Fini che ha portato da 30 a 60 i giorni di detenzione, si susseguono rivolte, tentativi di evasione, atti di autolesionismo e gesti di disperazione più estremi come tentare il suicidio.
Al Vulpitta la disperazione ha ormai raggiunto livelli insostenibili. Tra luglio e agosto sono stati tre gli incendi divampati dentro il centro durante proteste e rivolte.

La Sicilia, terra di frontiera della “Fortezza Europa”, è il principale avamposto dell’inflessibilità dello Stato contro i cosiddetti “clandestini”.
Mentre il nostro mare diventa un cimitero, sulla nostra isola vengono costruiti nuovi campi d’internamento.
A Trapani, infatti, da pochi mesi è in funzione un Centro di identificazione per richiedenti asilo e a Lampedusa sembra imminente la realizzazione di un altro centro che di fatto trasformerebbe l’isola in una sorta di confino extraterritoriale per “indesiderabili”.

Tutto ciò è intollerabile!
Per questo da anni combattiamo una battaglia di libertà contro le politiche segregazioniste e di clandestinizzazione con le quali si affronta nel nostro Paese ed in tutti i Paesi ricchi e privilegiati il fenomeno dell’immigrazione.
La continua azione di monitoraggio e di controllo dal basso di queste strutture, svolta in modo incessante dai gruppi antirazzisti legati al movimento, rimane ancora uno strumento prezioso di controllo democratico. Essa però non basta.

E’ necessario lanciare una mobilitazione nazionale con il chiaro obiettivo di chiudere questi luoghi di vergogna e barbarie.
Lo dobbiamo a chi dentro questi nuovi “campi” è morto.
Lo dobbiamo agli uomini e alle donne che rivendicano il diritto ad un’esistenza dignitosa per sé e per le proprie famiglie dopo che la “civile” Europa ha devastato i loro Paesi.

Nessuna persona deve essere considerata “illegale”!
Lottiamo per un’Europa senza frontiere e nazioni, in cui ogni donna e ogni uomo abbia “diritto ad avere diritti”.
Lottiamo per un Mediterraneo mare di Pace e per una Sicilia smilitarizzata, ponte di solidarietà e cooperazione fra i popoli.

Ciss
Commissione regionale immigrazione del PRC

Coordinamento per la pace di Trapani

Dipartimento nazionale immigrazione del PRC
Forum sociale di Alcamo
Forum sociale di Palermo
Gebel – laboratorio sociale indipendente (CT)
www.erroneo.org – Laboratorio di idee e comunicazione